Incompatibile. L’ex commissario del governo alla Torino-Lione ed ex presidente dell’Osservatorio tecnico sulla grande opera Mario Virano non può dirigere la Tunnel Européen Lyon-Turin (Telt), società incaricata della costruzione di questa tratta dell’Alta velocità. Lo ha stabilito l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (Agcm) accogliendo un esposto inviato lo scorso giugno da Francesca Frediani, consigliera regionale del M5S del Piemonte, all’Anac diretta da Raffaele Cantone. “Da buon soldato ho obbedito agli ordini ricevuti”, aveva detto lui a settembre, quando l’Agcm aveva avviato il procedimento.
Secondo l’Antitrust – a cui l’autorità anticorruzione ha inoltrato la denuncia – Virano è incompatibile perché al termine dei suoi incarichi con l’esecutivo ha ricoperto subito un ruolo in una società, la Telt, senza aspettare il passaggio dei dodici mesi dalla fine del compito istituzionale, così come prevede la legge 215 del 2004 sui conflitti d’interesse.
Mario Virano è diventato commissario straordinario del governo il 16 agosto 2006 e allo stesso tempo presiedeva l’Osservatorio Torino-Lione, tavolo di incontro tra le istituzioni nazionali, aziende e amministrazioni locali interessate dalla linea Torino-Lione. Il compito di questi due enti è dare indicazioni tecniche sui progetti di questa linea ad alta velocità. Come denunciava la consigliera regionale M5S, firmataria dell’esposto, l’Osservatorio dovrebbe agire come un soggetto “al di sopra delle parti” per individuare delle “soluzioni tecniche condivise”. Ora però colui che lo presiedeva è andato a dirigere l’azienda che partecipa al tavolo del governo (la Telt) e che dovrà realizzare la nuova linea con le caratteristiche “definite in sede di progettazione alla luce delle indicazioni dell’Osservatorio”. Per questa ragione la Frediani denunciava come “quanto meno inopportuna e potenzialmente illegittima e in situazione di conflitto di interesse” la scelta di far dirigere la società da Mario Virano.
L’ex commissario ora ha 60 giorni di tempo per presentare ricorso al Tar del Lazio, e sostenere che per l’Unione europea Telt è una società di interesse pubblico, ragione per cui non sussisterebbe l’incompatibilità. Tuttavia secondo la consigliera M5S lui dovrebbe dimettersi perché se non lo facesse “continuerebbe a prendere decisioni e gestire l’esecuzione di un’opera con il dubbio di non essere titolato a farlo”. Di una cosa è certa: “Sicuramente chiederemo di esaminare ogni atto sottoscritto dalla sua nomina a oggi e di valutarne la validità”.
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