Il sistema di messaggistica al centro delle pressioni delle compagnie telefoniche che vogliono regolamentare le chiamate gratuite. Il proprietario: "Usate Facebook Messenger, ma fate sentire la vostra voce con il governo"
WhatsApp in Brasile è usato da un numero sterminato di cittadini, di ogni età, ceto e professione. Ben 93 milioni di utenti lo adoperano quotidianamente. D’altronde, i brasiliani trascorrono sui social media il doppio del tempo di tutti gli altri americani. E immaginate il panico che sta scorrendo nelle vene del popolo di Pelé e Caetano Veloso in queste ore, dopo che un giudice del tribunale di San Paolo, Sandra Regina Nostre Marques, ha prescritto alle compagnie telefoniche di bloccare per due giorni il popolarissimo servizio di messaggistica istantanea di proprietà di Facebook. Le motivazioni? Mancata “collaborazione nell’ambito di un processo per traffico di stupefacenti, negando l’accesso ai messaggi di un sospettato”. Secondo Nostre Marques “la misura è stata presa nel rispetto della legislazione nazionale su Internet”.
Le compagnie locali di telefonia fissa e mobile hanno cominciato interrompere il funzionamento di WhatsApp dalle 23:30 (orario di Brasilia) di ieri (le tre italiane). Alcune società, come la Oi, hanno però deciso di fare ricorso. In Brasile, intanto, è bailamme, e molte sono le polemiche per queste 48 ore forzate senza emoticon, scambi di foto, video e appelli vocali a volontà (il tutto praticamente gratis, com’è arcinoto(. Come la stanno prendendo i brasiliani? Un ritorno collettivo ai vecchi sms?
Molto difficile, visto che WhatsApp in Brasile è usato della quasi totalità dei connessi alla Rete ed è particolarmente popolare tra i giovani e i tra i meno abbienti, che ricorrono in massa ai suoi messaggi di testo e al suo servizio di telefonate free via Internet. Ed è su Twitter che i cittadini stanno sfogando la loro rabbia, in certi casi ponendo l’accento sul risvolto involontariamente comico della faccenda, e sull’ormai manifesta “whatsapp-dipendenza” della nazione verde-oro. “Come sarebbero le nostre vite senza WhatsApp?” è il meme del giorno; e giù parodie, fotomontaggi e slogan satirici. In tanti invece scaricano applicazioni alternative come Viber, o creano gruppi “straordinari” su Messenger per mantenere in vita le comunicazioni nelle prossime 48 ore.
Si dicono danneggiate le compagnie telefoniche si dice amareggiato Jan Koum, amministratore delegato e cofondatore di WhatsApp: “Sono deluso per la miope decisione di tagliare l’accesso al nostro strumento di comunicazione: è triste vedere il Brasile isolarsi dal resto del mondo”. Mark Zuckerberg è infuriato: “Questo è un giorno triste per il Brasile. Fino ad oggi il paese è stato alleato nella creazione di una rete internet aperta. Sono sbalordito che i nostri sforzi per proteggere i dati della gente si traducano in una decisione così estrema di un giudice, che punisce ogni persona che usa WhatsApp. Speriamo che i giudici ci ripensino”. Il proprietario di Facebook e quindi anche di WhatsApp, ha invitato gli utenti ad appellarsi al governo, mobilitandosi con gli hashtag #ConnectBrazil #ConnectTheWorld.