La cancelliera si oppone alla nascita del Fondo Unico di garanzia sui depositi mentre il capo del governo italiano, anche sull'onda delle conseguenze del caso delle quattro banche salvate, è determinato a dire la propria. I due, secondo quanto si apprende, hanno avuto uno scambio acceso durante i lavori, proprio su questo tema, nel corso del quale Renzi avrebbe rinfacciato alla Merkel l’acquisto degli aeroporti greci da parte di aziende tedesche. Sul tavolo anche il rinnovo delle sanzioni alla Russia
“Un vivace scambio” tra Matteo Renzi e Angela Merkel. E’ andato in scena, secondo fonti diplomatiche, nel corso della secondo giornata del Consiglio europeo a Bruxelles. L’oggetto della discussione è stato l’Emu, l’Unione economica e monetaria, in particolare la questione dello schema europeo sui depositi bancari. La cancelliera tedesca si oppone alla nascita del Fondo Unico di garanzia sui depositi mentre il capo del governo italiano, anche sull’onda delle conseguenze del caso delle quattro banche salvate, è determinato a dire la propria. I due, secondo quanto si apprende, hanno avuto uno scambio acceso durante i lavori, proprio su questo tema, nel corso del quale Renzi avrebbe rinfacciato alla Merkel l’acquisto degli aeroporti greci da aziende tedesche, con una dichiarazione sferzante: “Non potete raccontarci che state donando il sangue all’Europa, cara Angela”.
Secondo quanto si apprende, Renzi ha chiesto direttamente alla cancelliera tedesca perché non voglia il Fondo, di fronte a una Europa che ha perso crescita e occupazione in questi anni nei confronti degli Stati Uniti. Merkel avrebbe ammesso che sarebbero passati troppi mesi senza essere riusciti a parlare di Unione monetaria, di emergenza in emergenza. La posizione di Renzi sarebbe stata sostenuta da vari altri leader che sono intervenuti, tra cui il presidente francese François Hollande, ma anche dai leader di Portogallo, Grecia e Bulgaria. Critiche su energia alla Germania sarebbero venute anche dai Paesi baltici.
La cancelliera ha confermato il vivace scambio di idee (“il vertice Ue è un posto noto per lo scambio di diverse visioni, l’Italia è per la comunione dei depositi e vorrebbe partecipare a Southstream, anche la Bulgaria ha obiezioni, non è la prima volta che abbiamo diverse opinioni ma alla fine troviamo un accordo”) e al termine del vertice ha ribadito la propria contrarietà al Fondo unico: “La posizione della Germania sullo schema di assicurazione depositi è ben nota, ma la ripeto: non vogliamo la comunitarizzazione dei depositi, come abbiamo detto all’Ecofin e al vertice”. Niente schema bancario, quindi, ma “vogliamo uscire più forti dalla crisi, abbiamo detto che serve sviluppare un miglior coordinamento economico e continuare l’Unione bancaria e l’Unione dei capitali, su questi punti ci torneremo”, ha detto ancora Merkel.
Renzi: “Anno importante, portiamo a casa flessibilità per 16,5 miliardi”
Quello appena concluso è stato “un Consiglio europeo molto dibattuto” in cui “si è fatto un paio di discussioni di quelle vere anche con paesi amici”, ha detto Renzi in conal termine del vertice. Ma c’è stato “tutto tranne che un attacco alla Germania. Ho posto delle domande alla cancelliera Angela Merkel, con la quale ho un legame di amicizia e stima che non mi impedisce di formulare quesiti, dagli aeroporti greci al Northstream”. “E’ stato un anno molto intenso all’interno del Consiglio europeo – ha detto ancora Renzi – in cui possiamo dire di aver portato a casa risultati significativi: sulla flessibilità uno spazio di azione fino a 16,5 miliardi di euro, uno spazio importante”.
In realtà martedì 17 novembre la Commissione europea ha dato un ok a metà alla manovra “espansiva” firmata Renzi-Padoan: secondo Bruxelles è a “rischio di non conformità” con le regole del patto di Stabilità e Crescita e di “una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento richiesto” per raggiungere gli obiettivi di bilancio di medio termine per il 2016. L’ammissibilità della flessibilità richiesta dall’Italia sugli investimenti, le riforme e i migranti sarà valutata in primavera. Ci sarà “particolare attenzione” nel verificare se la deviazione dal percorso di aggiustamento sarà effettivamente utilizzata per aumentare gli investimenti, se ci saranno “piani credibili” per la ripresa del percorso di aggiustamento verso gli obiettivi di medio termine e ai progressi sul programma di riforme strutturali.
Puntuale è arrivata, poi, la domanda sulla vicenda di Banca Etruria e sulla mozione di sfiducia nei confronti del ministro Elena Boschi da parte del M5S. “Il tempo delle leggi ad personam è finito. Non c’è stato nessun favoritismo, non guardiamo in faccia a nessuno. Il nostro governo mette cuore e coraggio”, ha assicurato il premier. Che poi sul tema delle banche ha attaccato duramente il commissario Ue ai Servizi finanziari Jonathan Hill: “Trovo lunari le parole del commissario Hill quando dice che è stata l’Italia a decidere (sul salvataggio delle banche, ndr). Abbiamo ricevuto una sua lettera – aggiunge Renzi – che ci diceva cosa fare e cosa no. L’Italia rispetta tutte le regole europee. Mette in gioco la propria reputazione nel rispettare l’Europa. Purtroppo in passato i governi italiani duravano meno di un gatto in autostrada. Ora invece è diverso, il rispetto delle regole è per noi un punto di onore”.
Un cenno anche alla lettera di messa in mora inviata da Bruxelles all’Italia, accusata di non registrare adeguatamente i migranti: “Ho portato dei dati” a fronte della “stravaganza della richiesta di procedura, in questo augusto consesso” da cui emerge che “chi è in ritardo è l’Europa non l’Italia”, ha concluso il premier. Che assicura che l’Italia aprirà entro l’anno altri due hotspot: “Entro l’anno facciamo tre su sei”.
Gas e sanzioni alla Russia, i temi che dividono Italia e Germania
Renzi avrebbe anche chiesto di spostare il tema delle sanzioni alla Russia, su cui finora neanche l’Italia aveva sollevato obiezioni circa il rinnovo per i prossimi sei mesi, a dopo il dibattito sul terrorismo, forse per riaprire il dibattito anche su questo. La frizione arriva a due giorni da un articolo del Financial Times secondo cui Roma accusa di doppiogiochismo e incoerenza la Germania sulle sanzioni alla Russia. Il ‘casus belli’ è stato il raddoppio del North Stream, il gasdotto annunciato a settembre da Gazprom che dovrebbe collegare la Germania alla Russia attraverso il Mar Baltico. Progetto contro cui si sono subito schierati i Paesi dell’ex Unione sovietica, con Polonia e Slovacchia capofila, che lo vedono come un modo per bypassare l’Ucraina e temono di essere definitivamente tagliati fuori dal grande gioco del gas. Soprattutto dopo lo stop dei “gasdotti del sud”: il Turkish Stream, che doveva collegare la Russia alla Grecia, e il South Stream, che doveva attraversare il Mar Nero e i Balcani.
Secondo il quotidiano, anche l’Italia sarebbe scesa in campo contro il Nord Stream e Berlino. Al punto che Renzi – ha scritto il Financial Times – la settimana scorsa avrebbe bloccato per protesta il rinnovo delle sanzioni europee alla Russia. “Abbiamo una posizione decisa sulle sanzioni ma contemporaneamente alcuni paesi o aziende possono raddoppiare il Nord Stream”, ha detto un funzionario italiano citato dal quotidiano, secondo cui “la Germania sta dando la priorità alle proprie esigenze economiche rispetto alla diplomazia comune della Ue”.
La questione è tutta politica. E’ chiaro che un maggiore afflusso di gas nel nord Europa piuttosto che nel Sud sposta equilibri economici e di peso politico all’interno dell’Ue. E si cala in un contesto in cui, mentre l’Italia spinge da sempre per una normalizzazione dei rapporti con Mosca, la Germania tiene una linea dura. Ostili al progetto tedesco i Paesi Baltici, contrari a lasciar fuori l’Ucraina dal flusso del gas verso l’Europa. L’Italia, fanno sapere fonti diplomatiche vicine al Consiglio Ue, potrebbe anche sollevare la questione del “doppio standard” applicato alla questione. Si tratterebbe, comunque, tuttavia, di qualcosa non destinato a finire nelle conclusioni del vertice, ma riservato a un passaggio successivo, di carattere tecnico.
“E’ di dubbio gusto confermare le sanzioni alla Russia senza una discussione”, in automatico, anche facendo passare “alla chetichella il North Stream” mentre un anno fa si è detto no al South Stream che ha provocato “cause pazzesche”, ma ora per la decisione “la palla è nella mani della Commissione”, ha detto Renzi sottolineando che nel dibattito la posizione dell’Italia è stata “maggioritaria” e che “solo Germania e Olanda si sono espressi contro”.