Le dichiarazioni dell'esercito smentite poche ore dopo dal generale Ismail al Mahlawi. Il premier Haider al-Abadi aveva promesso che dopo la sua riconquista sarebbe seguita quella di Mosul. Dhiya Azziz, 41 anni, parroco di Yacoubieh, è stato preso insieme ad altre persone mentre tornava dalla Turchia
L’annuncio, dopo la presa dell’ultimo bastione il 27 dicembre, sembrava ufficiale: Ramadi è stata liberata “completamente” dai miliziani dell’Isis, dopo settimane di combattimenti di terra sostenuti dai raid aerei della coalizione militare internazionale a guida Usa. Ma a smentire quanto dichiarato poche ore prima dall’esercito è stato il generale Ismail al Mahlawi, capo delle operazioni militari nella provincia di Al Anbar. L’Isis, ha detto, controlla ancora il 30 per cento della città.
Poche ore prima avevano definito quella ottenuta a Ramadi una vittoria “epica”, anche perché l’occupazione della città a maggio da parte dei miliziani del Califfato aveva rappresentato una sconfitta imbarazzante per l’esercito iracheno, che si era ritirato. Ma la battaglia non è ancora finita.
Nel complesso, però, i jihadisti continuano a perdere terreno: nonostante le dichiarazioni di Al Baghdadi sull’inefficacia dei bombardamenti subiti, oggi controllano 13mila chilometri in meno rispetto a inizio 2015. Il premier iracheno Haider al-Abadi aveva promesso che alla riconquista di Ramadi sarebbe seguita quella di Mosul, l’antica Ninive, dove il Califfato ha distrutto statue e reperti archeologici, oltre a migliaia di volumi, anche antichi, delle più importanti biblioteche pubbliche e private della città.
Rapito frate in Siria – In Siria è stato rapito Dhiya Azziz, 41 anni, parroco di Yacoubieh, già detenuto da un gruppo jihadista dal quale riuscì a fuggire nel luglio del 2015. Era in viaggio in taxi di ritorno dalla Turchia insieme ad altre persone e la Custodia francescana di Terra Santa ritiene “lecito pensare che sia stato preso da qualche gruppo”. Nato a Mosul, il 10 gennaio 1974, era andato a trovare la sua famiglia, che si è rifugiata in Turchia dopo l’ingresso dell’Isis a Karakosh (Iraq), suo paese natale.
Dalle 9 del 23 dicembre sono stati persi tutti i contatti e non si hanno notizie degli altri passeggeri con cui viaggiava. Il religioso avrebbe dovuto arrivare a Yacoubieh nel primo pomeriggio di quel giorno. “Stiamo cercando di contattare le diverse fazioni in campo per capire se qualcuno è in grado di darci informazioni. Finora senza risultato”, rende noto la Custodia di Terra Santa. “Stiamo facendo il possibile per comprendere chi l’abbia preso. La situazione altamente caotica del Paese non ci permette di fare molto, purtroppo. Se avremo altre notizie, lo comunicheremo”.