Sciopero del comparto commercio per il rinnovo del contratto. La segretaria della Cgil: "Dicono 'la Coop sei tu': ma chi è questo tu? Dicono che siamo soci, ma soci di cosa? Ripensino allo slogan". La replica: "Disponibili al confronto, ma dobbiamo continuare a garantire competitività pari alle altre imprese"
“L’unico fine è il profitto“. Lo dice la segretaria della Cgil Susanna Camusso e fin qui non c’è niente di strano. La novità, che è simbolo del segno dei tempi, ultimo capitolo della disgregazione di un mondo, è che lo scandisce attaccando la Coop. “Dicono ‘la Coop sei tu‘: ma chi è questo tu? Dicono che siamo soci ma soci di che cosa, che l’unico fine è il profitto. Ripensino allo slogan” afferma la leader del principale sindacato italiano da piazza della Scala, a Milano. Lo fa al termine di una manifestazione – con circa 10mila partecipanti – dei lavoratori della grande distribuzione, oggi in sciopero per protestare contro il mancato rinnovo da oltre due anni del contratto di categoria: i lavoratori del comparto, al secondo sciopero dopo quello del 7 novembre, chiedono un aumento lordo in busta paga di 85 euro mensili. Insieme alla Camusso a Milano c’erano anche il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo e il segretario confederale della Cisl, Luigi Petteni. “Dove è la civiltà – si chiede la Camusso dal palco – di chi non rinnova i contratti di lavoro e se sia possibile passare ancora una volta il Natale senza contratto”. “Non sappiamo se sarà così ma continueremo insieme, Cgil, Cisl e Uil, perché il contratto lo vogliamo” conclude.
Le Coop rispondono alla Camusso ricordando che “primaria missione della cooperazione di consumatori è quella di garantire a soci e clienti un adeguato servizio, tutelando così anche l’occupazione”, compito “assolto” anche oggi. “Coop – spiega la nota – rinnova la propria disponibilità al confronto con le organizzazioni sindacali, nel quale continuerà a sostenere le esigenze sin qui espresse, volte a garantire alle cooperative pari capacità competitive rispetto alle altre imprese che operano nel mercato, mantenendo importanti elementi di distintività”.
La leader della Cgil è tornata a chiedere ai consumatori di astenersi per un giorno dallo shopping natalizio, stesso appello promosso anche da Barbagallo “Per un semplice tema di solidarietà“, dice la Camusso, perché questo mancato rinnovo arriva dopo “aver disdettato gli integrativi, fatto cassa integrazione e mobilità e scaricato tutti i costi della crisi sui lavoratori”. Per la leader della Cgil “questo crea un sistema al ribasso delle condizioni dei lavoratori e il Paese continua a non ripartire perché come è noto la nostra crisi è anzitutto di domanda interna”. “Come faccia a ripartire – ha proseguito – se non rinnovando i contratti e facendo salire le retribuzioni dei lavoratori non si capisce davvero”. Camusso ha ribadito che la rivendicazione dei lavoratori del settore è per un aumento di 85 euro mensili “perché questo è l’ammontare del contratto che abbiamo firmato con Confcommercio nei mesi scorsi”. Mentre i sindacati si fanno dunque “carico di un andamento unitario del settore, una delle ragioni per cui non si rinnova il contratto è una lite tra le associazioni di impresa che essendosi divise vogliono scaricare le loro divisioni sui lavoratori”.
Stessa linea degli altri sindacati. Barbagallo annuncia che i lavoratori sono pronti a fare altri scioperi: “O fate il contratto o continueremo”. E se i supermercati resteranno aperti, oggi, usando gli interinali sarà “un attentato allo statuto dei lavoratori”: “Utilizzare altri lavoratori per sostituire quelli in sciopero è anticostituzionale, se lo mettano in testa”. “È assurdo e inaccettabile che il contratto non venga rinnovato, ci sono sacrosante ragioni per rinnovarlo”, ha aggiunto Petteni, Cisl. “Vogliamo gridare con voi la parola contratto – ha detto ai manifestanti – che è una grande parola e vuole dire diritti e tutele, in una parola dignità dei lavoratori”.
Di contro l’adesione allo sciopero, secondo la Federdistribuzione, “risulta al momento dell’8%, inferiore del 15% rispetto a quella della scorsa manifestazione del 7 novembre, che era stata misurata nel 9,4%. Non abbiamo segnalazioni di punti di vendita chiusi e quindi siamo in grado di fornire un regolare servizio alle persone in un momento così particolare per gli acquisti natalizi”. Secondo il presidente della Federdistribuzione, Giovani Cobolli Gigli “le trattative si sono interrotte perché abbiamo trovato un muro di fronte a qualsiasi nostra proposta. Vogliamo un contratto per i nostri collaboratori, ma veniamo da anni difficili, con cali di fatturato e redditività vicine allo zero”. “La nostra proposta – aggiunge – è semplice: da un lato erogazione di aumenti salariali che tutelino il potere d’acquisto dei lavoratori, quindi allineati con l’inflazione prevista nel triennio 2016-2018; dall’altro sviluppo di un welfare aziendale di sostegno al reddito e di servizi, soprattutto nell’ambito dell’assistenza sanitaria”.