Voto quasi all'unanimità alla riunione dei soci in provincia di Treviso: il 97 per cento a favore del piano proposto dai vertici. L'ad Carrus: "Zero licenziamenti. Basta auto blu, solo auto di chi viene a lavorare. E il jet acquistato dalle precedenti gestioni sarà venduto"
Trasformare la banca in società per azioni, quotarla in Borsa e dare la possibilità di aumentare il capitale sociale. E’ la decisione, quasi plebiscitaria, dell’assemblea dei soci di Veneto Banca, coordinata dal presidente Pierluigi Bolla a Venegazzù di Volpago del Montello, in provincia di Treviso. Le tre votazioni che hanno dato il via alle proposte dei vertici dell’istituto sono finite con risultati vicini all’unanimità, tutti intorno al 97 per cento. All’assemblea hanno partecipato oltre 3500 persone che però avevano con sé deleghe molteplici per una quota di voti di oltre 11mila soci. Un’affluenza comunque straordinaria che ha provocato anche rallentamenti al traffico per un raggio di 4-5 chilometri. All’ingresso dei parcheggi ed agli incroci operazioni di volantinaggio da parte, in particolare, di comitati contrari alla trasformazione dell’istituto in Spa ed agli altri passi previsti dal piano di risanamento, cioè l’aumento di capitale di un miliardo e la quotazione in borsa il prossimo aprile. Lo stesso Codacons si era detto contrario, ma il voto dell’assemblea ha dato una chiara indicazione della volontà dei soci.
“Aspettiamo da questa assemblea una decisione consapevole e responsabile. Prendiamo il toro per le corna. La storia di Veneto Banca non si ferma qui” aveva detto il presidente Bolla all’assemblea. Bolla ha quindi letto una lettera firmata da Daniele Nouy, responsabile della vigilanza europea della Bce. Nella missiva, Nouy sottolinea come il percorso composto dai tre punti della trasformazione in Spa, aumento di capitale e quotazione siano indispensabili al fine di scongiurare la necessità di un commissariamento. Allo scorso settembre gli indici patrimoniali risultavano al di sotto di quelli richiesti dalla Bce, con un core tier one del 7,1% anziché del 10%. Questo a causa di una perdita finanziaria di 1,9 miliardi nel periodo 2012-2015 per via di un progressivo deterioramento della qualità del credito, una svalutazione dell’avviamento e una contrazione del risultato netto.
L’ad Cristiano Carrus ha spiegato che il piano industriale elaborato per sostenere il rilancio della banca “prevede un numero di licenziamenti pari a zero. I dirigenti che hanno la loro età e che stanno qui ad insegnarci quanto è bella la vita è meglio che la raccontino a qualcun altro. Le auto blu che riempivano questo piazzale diventino bianche, gialle e rosse di chi viene a lavorare”. Confermata la vendita del jet acquistato dalla precedente gestione: “Speriamo che entro 20 giorni l’aereo trovi un proprietario, aspettiamo che ci diano i soldi, vedere moneta e dare cammello”.