Mercato del lavoro, sanità, tasse, educazione e riforme costituzionali. Sono cinque gli argomenti principali sui quali fanno perno i partiti politici per consolidare la quota di voti già stimati (vedi gli ultimi dati sulle intenzioni di voto: Partito Popolare in vantaggio con un margine di 20 seggi sul Partito Socialista, Ciudadanos e Podemos a giocarsi il podio per il 3° classificato) e stimolare l’elettorato ancora indeciso, quasi il 15%, a mettere la croce sulla propria scheda domenica 20 dicembre.

PARTITO POPOLARE
Nuovi sgravi per le assunzioni e meno tasse alle Pmi

Il Partito Popolare di Mariano Rajoy gioca tutte le sue carte sull’economia. Il mantra che ripete è sempre lo stesso: “Abbiamo creato milioni di posti di lavoro”. Il premier difende la riforma votata nel 2012 e ampiamente criticata dalle opposizioni. Non vuole che venga snaturata dopo il voto e rifiuta l’idea che, con la nuova legge, si siano creati moltissimi occupati ma con contratti anche di solo una settimana. I Popolari propongono di allungare fino a 4 anni la durata della tarifa plana per i contratti a tempo indeterminato, ovvero uno sgravio fiscale di 500 euro a persona per il datore di lavoro. Rajoy ha annunciato anche un taglio delle tasse di 2 punti percentuali e un aiuto alle piccole e medie imprese per i prossimi 4 anni (sempre sotto la forma di sgravi fiscali). Risorse, secondo i Popolari, facili da reperire perché il Paese si finanzia bene sul mercato dei Titoli di Stato.
Ma Ley Mordaza e crisi catalana giocano a suo sfavore
A sfavore del PP giocano, d’altra parte, la conferma la Ley Mordaza sulla sicurezza e un piano di riforme costituzionali vago e senza una soluzione definitiva della crisi catalana.

PARTITO SOCIALISTA
Aumento del salario minimo, più tasse su imprese e patrimoni 
I Socialisti guidati da Pedro Sánchez promettono di abrogare immediatamente la riforma del mercato del lavoro dei Popolari e stabilire solo 3 modelli di contratto: indeterminato, determinato e di formazione. Non solo: vogliono innalzare il salario minimo a 1.000 euro nei prossimi quattro anni. Un ingresso minimo di 426 euro (fino a 708 euro in caso di adulti a carico in famiglia) sarà garantito alle famiglie con redditi molto bassi. Nuovo statuto dei lavoratori con la reintroduzione della causalità per i licenziamenti. In tema fiscale i socialisti giocano sull’abbassamento dell’Iva culturale dal 21 al 10% grazie all’innalzamento delle tasse per le grandi imprese e i patrimoni ereditari.
Ma troppe ambiguità su assunzioni nella sanità e riforma della Costituzione
Il punto debole è l’ambito sanitario e scolastico. Il programma promette un recupero del carattere universale dell’assistenza sanitaria ma senza un piano attuativo di nuove assunzioni dopo i tagli della riforma Rajoy. Promette un’inversione del 7% del PIL nei prossimi otto anni nell’educazione ma senza un disegno di legge complessivo. Lascia molte perplessità anche l’idea di una riforma della costituzione verso la creazione di uno stato federale spagnolo.

PODEMOS
Salario minimo garantito, nuove assunzioni nella PA, meno ore di lavoro

Aumento del salario minimo, creazione di più posti di lavoro nel settore pubblico e riduzione dell’orario settimanale. Anche Podemos ha capito che il voto si gioca sulle proposte economiche. Pablo Iglesias propone un salario minimo garantito di 800 euro, 14 mensilità, e massimo 35 ore settimanali per tutti i lavoratori. Per le famiglie vicine alla soglia di povertà lo Stato, oltre a una abitazione, dovrebbe garantire un contributo di 600 euro mensili, fino a 900 con anziani a carico. Forte impulso all’educazione: scuole pubbliche gratuite fino a 6 anni, riduzione delle tasse universitarie e aumento delle borse di studio.
Ma l’età pensionabile a 65 anni e la sanità gratuita per gli immigrati sono un rischio
I punti deboli del programma sono due: pensioni e sanità. Podemos propone un ritorno all’età pensionabile per tutti i lavoratori a 65 anni (due in meno dell’attuale legge), un’idea che difficilmente troverebbe il consenso dell’Europa che chiede invece ai governi di innalzare gradualmente l’età dell’uscita dal mercato del lavoro. Il secondo nodo è l’assistenza sanitaria gratuita e indefinita anche per gli immigrati senza regolare permesso di soggiorno. Il progetto, come l’aumento dei farmaci prescrivibili dalla sanità pubblica, ha un costo molto alto in termini economici. Unito agli altri punti del programma appare al momento difficilmente percorribile.

CIUDADANOS
Un solo contratto, sgravi a chi non licenzia, stop assunzioni nella PA

Il modello unico di contratto a tempo indeterminato è la proposta più discussa e ambiziosa del programma di Ciudadanos. Il partito guidato da Albert Rivera è contro il salario minimo garantito, vuole eliminare il contratto a tempo determinato e istituire un unico modello con indennizzi crescenti a seconda dall’anzianità del lavoratore nell’impresa. Secondo la formula del “bonus-malus” utilizzata dalle assicurazioni, Ciudadanos promette di beneficare con sgravi fiscali le imprese che non licenziano e interrompere da subito le assunzioni nel settore pubblico. Ciudadanos vuole creare un Fondo europeo contro la disoccupazione per sostenere la formazione dei lavoratori senza un contratto e aumentare il contributo di maternità da 16 a 26 settimane.
Ma troppa timidezza sul fisco e quell’idea di aumentare l’Iva
Poco ambizioso il programma di riforma fiscale: nessun cambio nelle quattro fasce di reddito, un innalzamento dell’Iva minima (dal 4 al 7% anche per alcuni prodotti alimentari) e nessuna modifica delle imposte sui beni di successione.

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