“Trend di turisti in crescita. Non dobbiamo sgonfiare la positività degli albergatori” – La domanda è se il fermento culturale sopravviverà con la stessa intensità dopo Expo. Un bilancio che si potrà fare tra alcuni mesi. Intanto, però, è il turismo che ha segno più. I numeri presentati a luglio dall’Assessore al Commercio, Attività produttive e Turismo Franco D’Alfonso spiegano che dal 2010 al 2014 la “crescita complessiva delle presenze è stata del +21% a fronte di un incremento regionale del +10% e dello +0,7% a livello nazionale”. E nei sei mesi di Esposizione, gli arrivi sono incrementati ulteriormente. I tedeschi, scrive l’ultimo rapporto Eupolis della Regione Lombardia, sono il “principale mercato di origine del turismo straniero in Lombardia“. Ma ci sono anche americani, inglesi e francesi e per loro”la tratta ad alta velocità Parigi-Lione-Torino-Milano, a maggio-giugno 2015, ha fatto segnare un significativo +41% rispetto allo stesso periodo 2014”.
Eupolis Lombardia sottolinea inoltre che “dal 2000 ad oggi gli arrivi turistici nella nostra regione sono quasi raddoppiati: nell’intero periodo i flussi sono cresciuti ad un tasso medio annuo del 4,8% contro l’1,9% nazionale”. In aumento i turisti cinesi, mediorientali e israeliani, mentre “il principale mercato di riferimento fuori dai confini europei è rappresentato dagli Stati Uniti (4,8% del totale) cresciuto del 9,1%” nel 2014. Migliora anche l’offerta del trasporto aereo, dove sul fronte low cost, tra Malpensa, Linate e Bergamo, sono in programma – fra le altre – rotte da Glasgow e Tallinn, Manchester, Siviglia e Colonia.
“Fino a dieci anni fa a Milano non c’erano i bus turistici che vediamo nelle grandi città, da Roma a New York – spiega Maurizio Naro, presidente di Apam (associazione provinciale albergatori di Milano) – La città era abituata a un turismo business, non leisure“. Poi, complice anche la crisi, le cose sono cambiate: “I prezzi degli alberghi a Milano nei weekend – cioè quando la città si svuota – e in bassa stagione sono diminuiti, perché l’esigenza era quella di una maggiore occupazione alberghiera. Dal 2004 al 2010 a Milano ci sono stati 6,7 milioni di turisti quando Monaco di Baviera ne faceva 10. Milano è partita tardi nella valorizzazione del turismo e lo sta pagando”. Per Naro la grande carenza è l’assenza di un Dmo (Destination management company), ovvero di un’agenzia che unisca pubblico e privato ai fini della promozione turistica, che auspica possa essere finanziata anche con la tassa di soggiorno. “Non dobbiamo sgonfiare la positività degli albergatori dopo Expo. E se aumentiamo i turisti, c’è spazio per tutti gli operatori. Airbnb compreso, purché giochi con le stesse regole”. La piattaforma di house sharing a Milano, infatti, conta a oggi 13mila appartamenti e 42mila posti letto.