gae aulenti 300“Il terzo settore ha meno paura del mercato”– L’innovazione imprenditoriale passa anche dal terzo settore, dove “Milano è apripista”. Chi parla è Andrea Rapaccini è presidente di Make a change, “il primo Movimento italiano per la promozione dei valori del business sociale in Italia” che “favorisce la nascita di nuove imprese sociali” dove “il capitale e il profitto sono a servizio del bene collettivo”. Vuol dire che “oggi associazioni e terzo settore cercano modelli di sostentamento economico indipendente, senza aspettare il 5 per mille o la donazione dell’amministrazione pubblica in regime di contratto sicuro e monocliente. Vogliono vivere all’interno del mercato, ma in una logica no profit, superando la contrapposizione capitale-lavoro e il veto-da-ideologia-anni-Settanta che impediva di lavorare con aziende profit”. Oggi si fa, “purché rispettino certi requisiti”, ovviamente. Un sistema che funziona, dalle scuole all’assistenza agli anziani”, promosso da persone “sui 35-40 anni” che “hanno meno paura del confronto sul mercato”.

Al di là del mondo del business not for profit, orientato alla relazione, Rapaccini nota il bisogno di una socialità più diffusa, che si esprime in progetti e sfumature. Si va dalla riqualificazione non speculativa anche delle periferie a Fablab di sperimentazione con stampanti in 3D. E nel ritorno della musica dal vivo, che tra anni Novanta e Duemila “era stata sostituita dal download e da Napster”, e che interessa tutti, “dallo studente al 50enne”. Poi prendono piede anche nuovi format innovativi di intrattenimento “che mai avremmo potuto di potere importare in Italia fino a cinque anni fa, anche se in Usa e Uk già funzionavano”. Come ad esempio il “5 x 15, dove gli spettatori pagano un biglietto per sentire racconti di vita di cinque persone, più o meno sconosciute, che hanno qualcosa da dire. Rimangono lì, pop corn in mano, e per 15 minuti ciascuno li stanno a sentire”. Che Milano abbia perso la sua patina di “città fredda”? “Fredda? – conclude Rapaccini – Io sono umbro, e in questa città è difficile trovare milanesi doc. Milano ha sempre dimostrato grande apertura economica, sociale e culturale. E’ l’unica città in Italia che non ha paura di affrontare la differenza. Oggi non è più accogliente. Lo è sempre stata. E non è l’effetto del movimento arancione di Pisapia”.

Questo è il primo di una serie di articoli dedicati alla rinascita di Milano, dalla vita notturna ai nuovi spazi di aggregazione.

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