Dalle multe per chi getta a terra i mozziconi di sigaretta alle misure per la mobilità sostenibile. La Camera ha approvato in via definitiva il ddl sulla Green economy: il pacchetto di misure è passato con 169 sì, 32 no e 11 astenuti. Il collegato ambientale, dopo due anni di iter parlamentare, è legge. “Per l’Italia è un importante passo avanti nella direzione dell’accordo raggiunto a Parigi e dell’impegno europeo verso l’economia circolare”, ha commentato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.

I 79 articoli contengono misure definite dall’esecutivo ‘culturali’ e ‘di civiltà’ come le multe da 30 a 300 euro a chi getta mozziconi di sigarette o chewing gum o scontrini a terra e il divieto di pignoramento per gli animali d’affezione, da compagnia o quelli utilizzati a fini terapeutici e assistenziali. Ma ci sono norme più generali, tra cui quelle per favorire l’economia circolare – con il recupero e il riciclo delle materie che da rifiuto possono essere trasformate in risorsa -, la riduzione dei rifiuti e agevolazioni sulle tasse per i comuni virtuosi; 35 milioni per investimenti in mobilità sostenibile.

E’ previsto anche un fondo per la progettazione delle opere contro il dissesto idrogeologico, 11 milioni per l’abbattimento degli edifici abusivi in zone a rischio, il credito d’imposta per le imprese che lavorano alla bonifica dall’amianto. Ci sono misure che spaziano dall’infortunio in itinere per chi va al lavoro con la bicicletta alla valutazione di impatto ambientale, dalla blue economy ad un fondo di 1,8 milioni di euro per le Aree Marine Protette. E poi norme per gli acquisti verdi nella Pubblica amminsitrazione, il sistema del ‘vuoto a rendere’. Infine, la riforma dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) che chiude sei anni di commissariamento e avvia il rilancio, focalizzandosi su risparmio ed efficienza energetica.

Fondi per la mobilità. Nel testo sono previsti 35 milioni per incentivare la mobilità sostenibile, messi a disposizione per il programma sperimentale nazionale. La norma prevede il finanziamento di progetti destinati a Comuni con una popolazione superiore a 100mila abitanti: dal piedibus al carpooling, dal car sharing al bike sharing e il bikepooling, con la “realizzazione di percorsi protetti per gli spostamenti, anche collettivi e guidati, tra casa e scuola a piedi o in bicicletta”. Cinque milioni andranno invece all’Emilia Romagna per il completamento, all’interno del corridoio Eurovelo 7, del percorso ciclopedonale Bologna-Verona. Per gli incidenti in bicicletta in itinere in bicicletta, cioè mentre ci si reca sul posto di lavoro, sarà l’Inail a risarcire gli infortuni.

Valutazione dell’ impatto sanitario. Nell’ambito del procedimento di Via, viene prevista una valutazione di impatto sanitario (Vis) a carico del proponente, in conformità alle linee guida predisposte dall’Istituto superiore di sanità, per i progetti riguardanti, le raffinerie di petrolio greggio, gli impianti di gassificazione e liquefazione, i terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto, le centrali termiche e gli altri impianti di combustione con potenza termica superiore a 300 megawatt.

Dati ambientali in formato “open”. I dati ambientali raccolti ed elaborati dagli enti e dalle agenzie pubbliche e dalle imprese private sono rilasciati agli enti locali, su loro richiesta, in formato aperto per il riuso finalizzato a iniziative per l’impiego efficiente delle risorse ambientali o ad applicazioni digitali a supporto della green economy.

Riforma della governance Enea. “L’Enea è un ente di diritto pubblico finalizzato alla ricerca e all’innovazione tecnologica, nonché alla prestazione di servizi avanzati alle imprese, alla pubblica amministrazione e ai cittadini nei settori dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo economico sostenibile” si legge nel ddl. Nella nomina degli organi dell’Agenzia sarà quindi previsto sia il coinvolgimento del ministero dell’Ambiente che quello dello Sviluppo economico.

I soldi delle aste co2 a imprese a rischio “carbon leakage”. I proventi delle aste di quote di emissione di gas serra potranno essere utilizzati anche per compensare i costi per aiuti ad imprese, con priorità di assegnazione a quelle accreditate Iso 50001. Le imprese richiamate sono, nello specifico, quegli operatori a rischio di carbon leakage, ossia esposti al rischio delocalizzazione a causa dei costi del carbonio verso Paesi con politiche ambientali meno rigorose.

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