Sto parlando con un’amica insegnante, le consiglio questo libro “… fanne leggere un capitolo a ciascuno dei tuoi studenti, a voce alta…”. Lo farà, è in gamba Maria Chiara, sa che per averli a cuore non è necessario siano figli tuoi.
Tuttavia cerco un barlume in fondo al tunnel imboccato leggendo questo libro, ma fa buio pesto. Autrice è Alessandra Ballerini, avvocatessa civilista, specializzata in diritti umani e immigrazione, mi ricorda “Se questo è un uomo” di Primo Levi per forza e talento, anche se non è una scrittrice, ma quando non ne può più si sfoga, butta fuori. Scrive. Ho scritto tunnel? Mi sbagliavo, è un pozzo nero e va giù in fondo che la luce te la scordi.
Laggiù è poltiglia umana, quella dei numeri sui giornali, dell’emergenza in televisione, dell’indifferenza occidentale, dell’intolleranza morale, tonnellate di ossa e carne la cui meta è “Morire di speranza” (uno dei capitoli nel libro), per noi solo massa che scompare. Alessandra Ballerini, questa donna, si tuffa col coraggio di chi non sa nuotare, ma deve farlo per prosciugare esistenze dannate dall’anonimato e ridare loro quel che resta della vita, un’identità. Solo così ciò che è popolo in fuga, da sconosciuto, clandestino e minaccia,diventa essere umano, persona, fratello e sorella, madre padre figlio, rifugiato. Ma “La vita ti sia lieve” è un pozzo ancora più profondo della fine che vi precipita e laggiù, al posto della luce, sta un paese le cui isole di cuore non bastano, la cui terra è ostile, palude di illegalità e burocrazia, dove chi si salva dal mare spesso vi affoga: si chiama Italia, la cui Costituzione è troppe volte bellezza e sarcasmo.
Difficile scavare e da sotto guardare su, a cercar la luce. Così penso a Maria Chiara, la mia amica insegnante, che farà leggere un capitolo a ciascuno dei suoi ragazzi, eccome se lo farà, affinché si accenda una luce in loro, prima che crescano adulti col buio dentro.