Lo afferma un rapporto di Ricerche & Studi Mediobanca, che fotografa lo stato di salute dei maggiori gruppi televisivi italiani tra il 2010 e il 2014: "Peggio ha fatto solo La7 che ha sempre chiuso in rosso nel quinquennio cumulando perdite per 444 milioni, con un forte miglioramento nel 2014, anno nel quale la perdita si è ridotta a 10 milioni". Secondo lo studio, con l'addebito dell'abbonamento nella bolletta elettrica l’introito aumenterebbe di 420 milioni
Un’evasione da record del canone e perdite per quasi 300 milioni in 5 anni nonostante la quotazione di Rai Way. Peggio ha fatto solo La7. Lo afferma un rapporto di Ricerche & Studi Mediobanca, secondo cui viale Mazzini ha cumulato tra il 2010 e il 2014 perdite nette pari a 287 milioni, pur segnando un utile nel 2011, nel 2013 e nel 2014 (rispettivamente 4, 5 e 47 milioni): quello dell’anno scorso è stato l’utile più elevato (grazie soprattutto alla plusvalenza con il collocamento in Borsa di Rai Way) registrato dai 5 maggiori operatori del settore che operano in Italia.
Secondo il focus, che fotografa lo stato di salute dei maggiori gruppi televisivi italiani tra il 2010 e il 2014, “peggio della Rai ha fatto solo La7 che ha sempre chiuso in rosso nel quinquennio cumulando perdite nette per 444 milioni, con un forte miglioramento nel 2014, anno nel quale la perdita si è ridotta a 10 milioni. Mediaset ha sommato nel quinquennio utili netti per 323 milioni chiudendo solo il 2012 in perdita (-287 milioni, in buona parte motivato da svalutazioni straordinarie), Sky Italia per 86 milioni con un rosso rispettivamente di -51 e -10 milioni solo nel 2012 e 2013″, aggiunge il rapporto.
Cala in tutti i gruppi il volume degli investimenti: il tasso in immobilizzazioni materiali è stato mediamente pari al 10,5% nel 2010-14 per Sky, al 5,5% per Mediaset e al 3,9% per la Rai e “nel 2014 tutte le società hanno ridotto il loro tasso di investimento rispetto all’anno precedente”, conclude R&S Mediobanca.
La Rai primeggia in Europa in tema di evasione del canone. Un’evasione da record, pari a un tasso del 30,5% nel 2014, quella del canone Rai in Italia rispetto al resto delle televisioni pubbliche europee. Nel Regno Unito è pari al 5%, ed è praticamente assente in Francia e Germania (1%). L’evasione è aumentata rispetto al 2013, quando era pari al 26% circa, e raggiunge picchi compresi tra il 37 e il 40% nelle isole e al Sud.
A sorpresa, mentre al Nord l’evasione si ferma al 26% e si toccano livelli minimi in Alto Adige (18%) e in Friuli (20%), la città di Milano è tra quelle con un tasso di evasione più alto, pari al 42% e superiore a quello di Roma, dove si ferma al 38% (dati Twig). Le province con il più alto tasso di evasione sono Crotone (56%), Napoli (55%) e Catania (53%).
Eppure, riporta sempre lo studio, la Rai ha il canone più basso rispetto ai maggiori Paesi europei: in Italia sono 113,5 euro rispetto ai 215,8 euro in Germania e ai 175,3 euro del Regno Unito. Il basso canone è compensato parzialmente dalla pubblicità in Italia, che invece manca nella BBC e nella Rtve spagnola, mentre è limitata per quantità e fasce orarie in Francia e Germania.
Secondo Mediobanca, con l’addebito del canone in bolletta elettrica l’introito aumenterebbe di circa 420 milioni dai 1.569 del 2014 e viale Mazzini diventerebbe il primo gruppo tv per ricavi in Italia. “La valorizzazione dell’evasione del canone – si legge – è stimata in 600 milioni di euro di mancato introito per la Rai: immaginando una riduzione dell’evasione fino al livello registrato nel Regno Unito (5%), la Rai diventerebbe il primo gruppo per ricavi in Italia e, a livello europeo, si avvicinerebbe a France Télévisions, con circa 2,9 miliardi di fatturato” contro gli attuali 2,45, spiega la ricerca.