Senza contare gli altri assegnati dalle commissioni parlamentari. E quelli ambitissimi negli organismi internazionali. Dopo il caso del procuratore di Arezzo consulente di Palazzo Chigi, ecco un'altra puntata dell'inchiesta de ilfattoquotidiano.it. Per passare in rassegna il vortice di cariche affidate dai politici di turno e non solo. A una schiera di magistrati invidiati e temuti. Quasi sempre in caselle strategiche. Comunque lontane dalle aule di tribunale
Cosa hanno in comune Paola Agresti e Franca Zacco? Questi due nomi, sconosciuti ai più, sono l’alfa e l’omega dell’esercito di magistrati ordinari al servizio, permanente ed effettivo, delle istituzioni più importanti del Paese. E passato in rassegna da ilfattoquotidiano.it. Dal Quirinale al Csm. Dalla Corte Costituzionale alla Presidenza del Consiglio passando per le Commissioni parlamentari, le Autorità indipendenti e persino gli uffici di rappresentanza dell’Italia all’estero. E naturalmente i ministeri. Una mappatura spesso disegnata dal passaggio degli stessi magistrati da un’istituzione all’altra nel corso del tempo. In un vortice di incarichi affidati dai politici di turno ad un gruppo di ‘eletti’ che per questo è temuto, cercato, ma soprattutto invidiato. Si tratta di caselle strategiche comunque lontanissime dalle aule di tribunale.
COLLE FATATO Cominciamo dagli uomini dei presidenti. I dati disponibili illustrano una geografia dei magistrati al servizio dei palazzi che più contano assai significativa, pur essendo impossibile elencare tutti gli incarichi. Partendo dal Colle più alto, l’ex sostituto pg presso la Corte di cassazione Stefano Erbani è rimasto al segretariato generale del Quirinale anche con Sergio Mattarella. Confermati pure Enrico Gallucci (già giudice al tribunale di Roma), collaboratore alla Presidenza della Repubblica dal 2006 e Franca Zacco, in precedenza presidente di sezione del tribunale di Teramo, ora in servizio all’ufficio Affari dell’amministrazione della giustizia del Colle: per questo e altri incarichi è fuori ruolo dalla magistratura complessivamente da 18 anni. E cosa sarebbe questa consiliatura del Csm senza l’ex magistrato di Cassazione Paola Piraccini, il potentissimo segretario generale del Consiglio superiore della magistratura che deve far funzionare una macchina guidata per Costituzione dal Presidente della Repubblica? Alla Corte Costituzionale è invece segretario generale Carlo Visconti (già alla direzione nazionale antimafia), che precedentemente era al Csm nello stesso ruolo ceduto poi alla Piraccini. E queste sono ovviamente solo alcune delle figure di spicco al servizio nei tre Palazzi più importanti delle istituzioni statali dove lavorano altri magistrati: come ad esempio gli assistenti dei consiglieri del Csm o dei giudici della Consulta, dei quali sono il supporto indispensabile. E chissà se alcuni di essi, come è successo in passato, ne prenderanno un giorno il posto.
PORTE GIREVOLI Quanto alla presenza di magistrati se ne avvantaggiano, come noto, anche le strutture al servizio del governo e del Parlamento. Enza De Pasquale, già giudice al tribunale di Catania è al Dipartimento affari giuridici di Palazzo Chigi da ottobre 2014. Noemi Coraggio, in passato giudice ad Avellino, è invece alla Presidenza del Consiglio in qualità di esperta dal 2009. Paola Farina, già al tribunale di Forsinone, è invece nell’ufficio per la semplificazione normativa dal 2012. E che dire di Silvia Della Monica che è attualmente vicepresidente della commissione per le adozioni internazionali, sempre della Presidenza del consiglio? Nel passato è stata consulente della Commissione parlamentare sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Krovatin. Poi capo dipartimento presso le Pari Opportunità fino all’elezione in Parlamento con il Pd. Finita anticipatamente la legislatura nel 2008 è tornata a collaborare con il ministero della Pa per poi riapprodare a Palazzo Chigi: in tutto è fuori ruolo da 11 anni.
TOGHE AUTOREVOLI Magistrati e Autorità indipendenti. Nessuno può competere con la fama di Raffaele Cantone che ha fatto meglio di tutte le altre toghe per quanto di rango: il magistrato più vicino al premier Matteo Renzi ha infatti asfaltato la concorrenza fino ad arrivare a presiedere l’Autorità anti corruzione. Con buona pace dei suoi colleghi magistrati che, magari soltanto per invidia, arrivano per questo ad accusarlo di intelligenza col nemico. Altri, più clementi, si aspettano che faccia addirittura un passo in più. Addirittura un’opa ostile, quando l’occasione sarà propizia, nei confronti dell’attuale inquilino di Palazzo Chigi. Nel frattempo, ruoli assai ambiti ce ne sono e tanti anche in altre Autorità: Ilaria Amarù (giudice a Milano) dal 2008 collabora per esempio con l’Autorità per la Concorrenza. Mario Erminio Malagnino, un passato come giudice a Taranto, è assistente del vice presidente del garante della Privacy dal 2012, ma complessivamente è fuori ruolo dalla magistratura da oltre 10 anni.
CHE BELLA L’INCHIESTA Senato e dintorni. A Palazzo Madama, Salvatore Rosario Aitala, in tempi lontani alla procura presso il tribunale di Trapani, è consigliere giuridico dal 2013. A parte lui, il grosso dei magistrati si trova nelle Commissioni di inchiesta: all’Antimafia di Rosy Bindi, per esempio, sono state reclutate Edi Ragaglia, già presidente di sezione al tribunale di Ancona e Marzia Sabella che invece viene da Palermo. Kate Tassone è approdata a Palazzo San Macuto dalla corte d’Appello di Reggio Calabria, mentre Giuliana Merola è arrivata a Roma dal tribunale di Milano. Al piano superiore, sempre nella sede istituzionale delle Commissioni d’inchiesta c’è la Ecomafie presieduta da Alessandro Bratti. Anche qui è un via via di consulenti magistrati che cambiano da una legislatura all’altra o anche durante la stessa: da maggio è entrato in squadra Alessandro Sardo Sutera, già sostituto procuratore presso il tribunale di Torino, mentre da fine 2014 vi presta servizio anche Giuseppe Battarino, ex giudice del tribunale di Varese. La Commissione d’inchiesta sul rapimento di Aldo Moro di Giusepe Fioroni può contare da gennaio sul supporto del sostituto della direzione antimafia Gianfranco Donadio, mentre Francesca Grassi (già giudice al tribunale di Ancona) è impegnata in quella sui sistemi di accoglienza dei migranti presieduta da Gennaro Migliore.
CONSIGLI RICHIESTI Nei ministeri la musica non cambia. La spina dorsale delle amministrazioni è rapresentata dal plotone di consiglieri giuridici e componenti degli uffici legislativi, in gran numero magistrati. Il ministero dello Sviluppo è da pochi mesi il regno del consigliere giuridico Umberto Rana, già giudice al tribunale di Perugia come pure di Paolo Andrea Taviano che a via Molise è arrivato all’inizio del 2015 lasciando il tribunale di Avezzano. Vice capo del legislativo è invece Francesca Capuzzi che vi è approdata a maggio del 2014 dalla Presidenza del Consiglio dopo aver lasciato il tribunale di Viterbo. Consulente giuridico al ministero degli Esteri è Giovanni Polcini Tartaglia, già sostituto procuratore presso il tribunale di Benevento, mentre Maria Aversano ha un incarico, sempre al Mae, come esperto giuridico dal 2013: dalla stessa data, sempre alla Farnesina, è consulente anche l’ex parlamentare e, prima di tutto magistrato, Roberto Centaro. Come anche Chiara Morfini reclutata dalla Corte d’Appello di Bari. Al servizio della direzione per la Cooperazione e lo sviluppo presta servizio Maria Teresa Covatta, una volta sostituto procuratore a Roma, mentre è addetta all’ufficio legislativo il magistrato di sorveglianza a Foggia Mara Ferrara. Consiglieri giuridici al Mef sono invece i due giudici Achille Bianchi e Mariella De Masellis che vi è arrivata dopo aver lasciato il Dipartimento affari giuridici di Palazzo Chigi. Cristina Mazzuoccolo, già giudice a Palmi è consigliere giuridico di Gianluca Galletti da poche settimane, mentre Maria Scamarcio è il vice capo di gabinetto del ministro da luglio dopo aver lasciato il tribunale di Bari. Ma l’elenco non è finito. Tiziana Coccoluto, in precedenza giudice al tribunale di Roma, è vice capo dipartimento al ministero dei Beni Culturali; Stefano Visonà (sezione lavoro tribunale Milano) è capo dell’ufficio legislativo del ministro del Lavoro, mentre il suo vice, Olga Pirone è arrivata al ministero di Giuliano Poletti a dicembre scorso dopo essere stata dal 2010 al ministero per la Semplificazione e prima ancora magistrato del lavoro nella capitale. Sempre al legislativo, ma all’Istruzione è in servizio Rosita D’Angiolella che è approdata al ministero di viale Trastevere a luglio 2014 dopo aver lasciato l’incarico alle Pari Opportunità dove era sbarcata dal tribunale di Napoli.
TUTTI DA ORLANDO Ma i più temuti sono i magistrati al servizio del Guardasigilli che da mesi ha avviato grandi manovre riorganizzative. Gli uffici di diretta collaborazione del ministro vedono in plancia di comando, indiscusso, il potente capo di Gabinetto, Giovanni Melillo (ex sostituto alla direzione antimafia), il capo dell’ufficio legislativo Giuseppe Santalucia (magistrato di Cassazione), il capo dell’ufficio di coordinamento dell’attività internazionale Olga Mignolo ed Elisabetta Cesqui che, dal vertice dell’ispettorato generale, guida una falange di magistrati, in alcuni casi molto noti come Giovanni Ilarda (in precedenza alla procura generale di Palermo) o Paolo Sirleo (nel pool delle inchieste sulla monnezzopoli in Campania). Mario Barbuto (ex presidente della corte d’appello di Torino) è invece a capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi; Antonio Mura del Dipartimento Affari di Giustizia (in passato è stato componente del Csm); Francesco Cascini (ex procura di Napoli) è invece al vertice della struttura che si occupat di giustizia minorile, mentre Santi Consolo è capo dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria dopo essere stato procuratore generale a Catanzaro. E questi sono solo i magistrati di punta del ministero. Perché alla Giustizia ne sono impiegati moltissimi ed è impossibile elencarli. Tutti, comunque, ricoprono ruoli importanti, dai vicari degli uffici di un certo peso fino a quelli che lavorano alle strutture amministrative della complessa macchina ministeriale.
NEW YORK NEW YORK Infine, il capitolo dei magistrati impiegati all’estero. Anche qui l’elenco è lunghissimo. Il più noto tra tutti è Guido Raimondi, giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburo dal 2010, che è fuori ruolo complessivamente per altri incarichi, oltre a questo, da 24 anni. E’ a Strasburgo anche Emma Rizzato, ma dal 2013, mentre in precedenza era in Kosovo per Eulex (European Union Rule of Law Mission). Sempre a Strasburgo troviamo Valentina D’Agostino, legal officer al Consiglio d’Europa insieme a Fernanda Iannone confermata dal 2013. Gettonatissima anche Bruxelles: Antonio Pastore è lì da novembre per la missione Eupol Copps. Mentre Giovanni Kessler è direttore generale dell’Olaf sempre a Bruxelles dal 2011: è fuori ruolo complessivamente da 16 anni. Alla Rapprentanza italiana è distaccato dal 2014 Paolo Bruno (proveniente dal tribunale di Sassari) come pure da luglio di quest’anno Luca de Matteis (in arrivo dal tribunale di Como), mentre Elisa Francesca Moretti è a Bruxelles come esperta giuridico della Commissione europea dopo essere stata anche al tribunale di Milano. Filippo Spiezia è all’Aja come membro nazionale di Eurojust, mentre Jakob Cuno Tarfusser è lì dal 2009 come giudice del tribunale internazionale. Francesco Testa, in anni lontani sostituto alla procura di Catania, è invece a Vienna come esperto della Rappresentanza permanente per l’Italia dal 2013. Poi le mete ambitissime. Romina Inciutti, in passato al tribunale di Roma, è all’ambasciata italiana di Washington da novembre dopo quattro anni al ministero degli Esteri a Roma e prima ancora al ministero della Giustizia. Come pure Luigi Marini, già magistrato di Cassazione e componente del Csm, che da luglio 2014 è alla rappresentanza italiana di New York. Pure lui, va da sé, in qualità di esperto.