
Un paio d’anni fa a Viareggio il giorno di Natale portai mio figlio a vedere il presepe sito sull’incantevole lungomare. Giunto alla capanna rimasi senza fiato. Al fianco del bambinello era posto un cartello su cui – a caratteri cubitali – c’era scritto: “Sinceri auguri di buone feste dalla tua banca”. In altre parole il potere bancario sponsorizzava la nascita di Gesù. Già ipotizzare che un presepe potesse avere uno sponsor lo trovai disgustoso, che fosse una banca mi sembrò un atto blasfemo.
Quell’immagine ben fotografa i nostri tempi: il dominio della finanza e la sua colonizzazione di ogni settore sociale, dalla politica al sacro. L’egemonia della finanza anche nel nostro Paese è sempre più evidente: si lasciano morire di disperazione i truffati ma si salvano sempre i truffatori.
Gesù fu giustiziato dal potere del suo tempo con l’accusa di essere un sobillatore politico ma il suo messaggio cardine, che è quello di rovesciare i potenti dai troni e innalzare gli umili, è stato sempre più disinnescato. Più di 20 anni fa don Tonino Bello, come augurio Natale, scrisse una lettera che ancora oggi è una frustata di consapevolezza. Una sferzata ai tanti cittadini mutati in consumatori che si apprestano a festeggiare un rito pagano che è l’antitesi del significato della nascita di Betlemme.
Gli “auguri scomodi” di don Tonino sembrano oggi, ancor più di ieri, rivolti a una classe politica che ha fatto della propaganda e dell’immagine la propria essenza: “Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi buon Natale senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. (…) Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate”.
Don Tonino, quando divenne vescovo di Molfetta, non mutò il proprio stile di vita che restò sobrio. Continuò a guidare la sua 500 a indossare il crocefisso di legno e aprì le porte del palazzo vescovile ospitando famiglie in difficoltà.
Nella sua lettera di Natale scrisse: “Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame”.
Dopo 20 anni le sue parole sono ancora attuali ed evidenziano quanto ipocrita sia diventata la festa del Natale. Un Natale dei tanti presunti cristiani che abbondano in politica, a partire dal presidente del Consiglio che la domenica va a messa e il lunedì autorizza l’acquisto degli F-35. Miliardi di euro investiti per la guerra che invece potrebbero essere usati per trovare dimore ai tanti “Giuseppe e Maria” di oggi che non hanno una casa dove dimorare.
Nel nostro Paese, la mancanza di lavoro e di abitazioni spinge tanti alla disperazione fino al suicidio, ma la politica continua ad essere prona degli interessi delle lobby delle armi. Interessi che sono più forti di quelli di tanti studenti che potrebbero avere delle scuole dignitose. Come calcolato da Giulio Marcon, con i circa 15 miliardi, somma destinata agli F-35, si potrebbero costruire 45 mila asili nido pubblici, creando oltre 200 mila posti di lavoro oppure mettere in sicurezza più di 13 mila scuole italiane che non rispettano le norme antisismiche e quelle antincendio.
Auguri scomodi anche a personaggi come Matteo Salvini, che nei giorni scorsi ha usato persino il presepe per racimolare del consenso, ignorando che Giuseppe e Maria erano dei forestieri che non trovarono un alloggio dove dormire perché anche allora c’erano persone incapaci di accogliere il prossimo in difficoltà.
Questo Natale sembra essere illuminato dalle funesti luci della guerra. Una terza guerra mondiale combattuta a pezzi come sostenuto dal Papa. Finché non si comprenderà che il sangue di ogni donna e uomo è rosso a prescindere dalla razza, dal colore della pelle, dalla religione e dall’etnia e che ogni essere umano è unico e prezioso, non ci sarà mai pace.
Segnalo a chi si trovasse a Napoli, che la notte di Natale a partire dalle ore 23 padre Alex Zanotelli alla stazione Centrale celebrerà la messa. Gesù bambino non nascerà in un caveau di una banca circondato da uomini in giacca e cravatta, ma su di un carrello porta pacchi accolto da senza tetto e tanti che credono ancora che il Natale sia una festa rivoluzionaria perché abbatte le strutture dei potenti e innalza la semplicità degli ultimi.
Auguri
Gianluca Ferrara
Già senatore M5s e direttore di GFE
Società - 23 Dicembre 2015
Natale, Gesù bambino non nasce in una banca
Un paio d’anni fa a Viareggio il giorno di Natale portai mio figlio a vedere il presepe sito sull’incantevole lungomare. Giunto alla capanna rimasi senza fiato. Al fianco del bambinello era posto un cartello su cui – a caratteri cubitali – c’era scritto: “Sinceri auguri di buone feste dalla tua banca”. In altre parole il potere bancario sponsorizzava la nascita di Gesù. Già ipotizzare che un presepe potesse avere uno sponsor lo trovai disgustoso, che fosse una banca mi sembrò un atto blasfemo.
Quell’immagine ben fotografa i nostri tempi: il dominio della finanza e la sua colonizzazione di ogni settore sociale, dalla politica al sacro. L’egemonia della finanza anche nel nostro Paese è sempre più evidente: si lasciano morire di disperazione i truffati ma si salvano sempre i truffatori.
Gesù fu giustiziato dal potere del suo tempo con l’accusa di essere un sobillatore politico ma il suo messaggio cardine, che è quello di rovesciare i potenti dai troni e innalzare gli umili, è stato sempre più disinnescato. Più di 20 anni fa don Tonino Bello, come augurio Natale, scrisse una lettera che ancora oggi è una frustata di consapevolezza. Una sferzata ai tanti cittadini mutati in consumatori che si apprestano a festeggiare un rito pagano che è l’antitesi del significato della nascita di Betlemme.
Gli “auguri scomodi” di don Tonino sembrano oggi, ancor più di ieri, rivolti a una classe politica che ha fatto della propaganda e dell’immagine la propria essenza: “Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi buon Natale senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. (…) Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate”.
Don Tonino, quando divenne vescovo di Molfetta, non mutò il proprio stile di vita che restò sobrio. Continuò a guidare la sua 500 a indossare il crocefisso di legno e aprì le porte del palazzo vescovile ospitando famiglie in difficoltà.
Nella sua lettera di Natale scrisse: “Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame”.
Dopo 20 anni le sue parole sono ancora attuali ed evidenziano quanto ipocrita sia diventata la festa del Natale. Un Natale dei tanti presunti cristiani che abbondano in politica, a partire dal presidente del Consiglio che la domenica va a messa e il lunedì autorizza l’acquisto degli F-35. Miliardi di euro investiti per la guerra che invece potrebbero essere usati per trovare dimore ai tanti “Giuseppe e Maria” di oggi che non hanno una casa dove dimorare.
Nel nostro Paese, la mancanza di lavoro e di abitazioni spinge tanti alla disperazione fino al suicidio, ma la politica continua ad essere prona degli interessi delle lobby delle armi. Interessi che sono più forti di quelli di tanti studenti che potrebbero avere delle scuole dignitose. Come calcolato da Giulio Marcon, con i circa 15 miliardi, somma destinata agli F-35, si potrebbero costruire 45 mila asili nido pubblici, creando oltre 200 mila posti di lavoro oppure mettere in sicurezza più di 13 mila scuole italiane che non rispettano le norme antisismiche e quelle antincendio.
Auguri scomodi anche a personaggi come Matteo Salvini, che nei giorni scorsi ha usato persino il presepe per racimolare del consenso, ignorando che Giuseppe e Maria erano dei forestieri che non trovarono un alloggio dove dormire perché anche allora c’erano persone incapaci di accogliere il prossimo in difficoltà.
Questo Natale sembra essere illuminato dalle funesti luci della guerra. Una terza guerra mondiale combattuta a pezzi come sostenuto dal Papa. Finché non si comprenderà che il sangue di ogni donna e uomo è rosso a prescindere dalla razza, dal colore della pelle, dalla religione e dall’etnia e che ogni essere umano è unico e prezioso, non ci sarà mai pace.
Segnalo a chi si trovasse a Napoli, che la notte di Natale a partire dalle ore 23 padre Alex Zanotelli alla stazione Centrale celebrerà la messa. Gesù bambino non nascerà in un caveau di una banca circondato da uomini in giacca e cravatta, ma su di un carrello porta pacchi accolto da senza tetto e tanti che credono ancora che il Natale sia una festa rivoluzionaria perché abbatte le strutture dei potenti e innalza la semplicità degli ultimi.
Auguri
SALVIMAIO
di Andrea Scanzi 12€ AcquistaArticolo Precedente
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Natale, il presepe non si tocca
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Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano afferma di aver colpito un "centro di comando appartenente alla Jihad islamica palestinese" a Damasco. L'attacco dimostra che Israele "non permetterà che la Siria diventi una minaccia per lo Stato di Israele", ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, aggiungendo che nella lotta "al terrorismo islamico contro Israele, non sarà dispensato né Damasco né altri".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "La politica tende a minimizzare il ruolo dei clan all'interno delle comunità e della capacità che hanno di raccogliere consensi. Quindi c'è una minore consapevolezza in questa direzione. Farsi condizionare significa mettersi a disposizione" dei clan. E' il monito del Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars Antonello Cracolici conversando con i giornalisti a Catania dove oggi si è trasferita la Commissione per le audizioni. "La politica se si mette a disposizione - dice - è inevitabilmente subalterna alla criminalità".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "Oltre il 20 per cento dei comuni del catanese sono coinvolti in fatti di infiltrazioni, è un dato di fatto. Comuni sciolti per mafia, o per cui è stato deciso l'accesso. O per il quale verrà chiesto ei prossimi giorni, come a Ramacca". E' il grido d'allarme lanciato dal Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars, Antonello Cracolici, a margine delle audizioni a Catania. "E' evidente che c'è una condizione sulla quale bisogna guardare con molta preoccupazione quello che sta avvenendo nei territori - dice parlando con i giornalisti-Anche perché la mafia ha cambiato pelle, ha cambiato persino anagrafe".
Il Cairo, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - Egitto, Hamas e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) hanno accolto con favore le dichiarazioni di Donald Trump secondo cui “nessuno espellerà i palestinesi” dalla Striscia di Gaza, come il presidente americano ha dichiarato ieri alla Casa Bianca, in risposta a un giornalista che gli chiedeva se il piano di “espellere i palestinesi da Gaza” fosse stato menzionato durante le sue discussioni con il primo ministro irlandese, Michael Martin, in visita a Washington.
L'Egitto "afferma che questa posizione riconosce l'importanza di evitare il peggioramento delle condizioni umanitarie nella regione e la necessità di lavorare per soluzioni giuste e durature per la causa palestinese", ha affermato in una nota il Ministero degli Esteri egiziano.
Da parte sua, il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha affermato che "le dichiarazioni di Trump sulla mancata espulsione dei residenti di Gaza sono state ben accolte". E apprezzamento è stato dichiarato anche dall'Olp: "Apprezziamo le dichiarazioni del presidente americano che conferma che gli abitanti della Striscia di Gaza non sono obbligati a lasciare la loro patria", ha scritto su X il segretario generale Hussein al-Sheikh.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "L’anno scorso la Commissione scientifica ed economia del Farmaco dell'Aifa ha riclassificato, dalla diretta alla convenzionata, le gliptine, farmaci antidiabetici di largo utilizzo. È stata fatta questa riclassificazione sulla base di criteri scientifici. È una classe omogenea di farmaci, ci sono evidenze scientifiche, si è fatta un’analisi dell’impatto e a distanza di un anno possiamo dire che l’esperimento comunque ha funzionato. Effettivamente questi farmaci sono farmaci antidiabetici oggi molto utilizzati, sono di largo impiego, hanno un profilo rischio-beneficio estremamente favorevole, ma il fatto che si siano riclassificati ha portato anche a una maggiore aderenza terapeutica". Lo ha detto il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Robert Giovanni Nisticò nel suo intervento da remoto oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Il diabete - ha proseguito Nisitcò - è una patologia comunque cronica, che può portare a molte complicanze, quindi favorire l’aderenza, attraverso appunto canali distributivi che vadano verso la prossimità del paziente, è sicuramente una cosa importante. Quindi anche la rivalutazione della farmacia, della farmacia territoriale per raggiungere meglio il paziente, quindi della medicina di prossimità, della sanità di prossimità è sicuramente una cosa importante. Certamente il fatto di aver riclassificato farmaci, da un contenitore già molto sotto pressione a un altro, ci deve dire che sicuramente da un lato possiamo alleggerire quello che è il peso, la pressione del payback farmaceutico, dall’altro però ci sono nuove criticità che dobbiamo tutti insieme affrontare, ad esempio l’impatto sulle Regioni".
L'Aifa "rimane disponibile in tutto questo scenario e noi siamo chiaramente un’istituzione pronta a dialogare con tutti, per far sì che queste disposizioni della Legge di Bilancio abbiano poi la loro finalità, da un lato verso la salute dei pazienti, dall’altro anche verso la sostenibilità del Ssn" ha concluso.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "I numeri parlano chiaro: 9 ,7 milioni di risparmi per il Ssn, e da maggio a novembre 2024 le farmacie territoriali hanno dispensato oltre 2 milioni di confezioni di farmaci antidiabetici a base di gliptine. Tradotto in termini significa milioni di accessi in più a farmaci essenziali, senza file in ospedale, senza doppi passaggi in farmacia per la distribuzione per conto, senza barriere burocratiche. Abbiamo semplificato la vita a centinaia di migliaia di pazienti diabetici, soprattutto anziani, che oggi possono ritirare le loro cure direttamente nella farmacia sotto casa". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' .
"L'impatto economico del provvedimento è altrettanto significativo -sottolinea Gemmato - La spesa a carico del nostro Ssn è risultata inferiore rispetto a quanto si sarebbe verificato con la precedente modalità di distribuzione diretta e per conto, con un risparmio per il Ssn di 9,7 milioni di euro". Gemmato sottolinea l'importanza di quella che lui stesso definisce "una riforma gentile" che "consente al cittadino un migliore accesso alle cure e, di conseguenza, una migliore aderenza terapeutica", oltre "ad un risparmio per le casse dello Stato, mi sembra un ottimo risultato".
Sulla possibilità che altre classi di farmaci vengano riclassificate, come è successo per gli antidiabetici, Gemmato non ha dubbi: "Noi contiamo di spostare pezzo per pezzo - spiega - anno per anno, così come la legge prevede, con un monitoraggio di spesa, la maggior quantità possibile di farmaci, ma proprio per andare incontro al cittadino, ridurre il disagio, migliorare la compliance, l'adenza terapeutica". Ci sono alcuni farmaci che "ovviamente richiedono una dispensazione in ambiente protetto e controllato, quale è quell'ospedaliero, e quelli evidentemente non vengono toccati. Per tutta un'altra serie di farmaci, invece, si apre la possibilità dello spostamento e quindi anno per anno, con una logica di medio e di lungo periodo, sposteremo compatibilmente con il bilancio dello Stato, quindi tenendo sempre sotto controllo i conti dello Stato, sposteremo quante più categorie possibili".
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario. Siamo quindi di fronte a un cambiamento atteso e, per molti aspetti, radicale, che richiede un monitoraggio costante. Dai dati il bilancio è positivo. La spesa per il Servizio sanitario nazionale risulta ridotta, offrendo margini concreti per proseguire su questa strada, con benefici tangibili per i pazienti". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Proprio un anno fa ci siamo incontrati qui insieme a rappresentanti di istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e rappresentanti della filiera farmaceutica, per discutere questo significativo cambiamento: la possibilità per le farmacie convenzionate di dispensare farmaci precedentemente disponibili solo presso le strutture ospedaliere. Un passo in avanti che ha posto al centro le esigenze dei pazienti, semplificando il loro accesso alle cure - ha ricordato il ministro - Questo percorso ha radici lontane. Già nella precedente legislatura, grazie a un’indagine parlamentare promossa proprio dal sottosegretario Gemmato, era emersa la necessità di superare regole ormai datate, nate principalmente per contenere la spesa farmaceutica. Su queste basi è stata costruita la cornice normativa della Legge di bilancio 2024, con il coinvolgimento dell’Aifa e l’istituzione di un tavolo tecnico presso il ministero della Salute per monitorare gli effetti finanziari della misura e garantirne la sostenibilità".
"Le prestazioni farmaceutiche rappresentano un pilastro fondamentale dei Livelli Essenziali di Assistenza. Per questo, oltre all’analisi dell’impatto economico del provvedimento, è essenziale valutarne i benefici in termini di maggiore aderenza terapeutica, resa possibile da condizioni di accesso più semplice - ha aggiunto Schillaci - Le nuove disposizioni costituiscono un banco di prova della capacità del nostro servizio sanitario di innovarsi e rispondere con tempestività ai bisogni di salute cambiati dei cittadini. Abbiamo rafforzato il diritto dei cittadini ad accedere più facilmente ai farmaci; abbiamo risposto in particolare alle esigenze dei pazienti cronici e degli anziani che sono i principali fruitori della distribuzione diretta, e di chi vive nelle aree interne e più lontane dalle farmacie ospedaliere che osservano orari di lavoro limitati".
"Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario", ha concluso.