E' l'obiettivo di un gruppo di ricercatori della Nasa. "Se saremo capaci di far crescere i tuberi in condizioni estreme, allora potremo salvare vite sulla Terra" ha detto Joel Rank, responsabile della comunicazione del Centro internazionale per la patata
Scienziati al lavoro proprio come nel film ‘The Martian’. Coltivare patate su Marte e nelle aree più ‘difficili’ della Terra, riuscendo così a combattere la fame nel mondo è, infatti, l’obiettivo di un gruppo di ricercatori che sta mettendo a punto delle serre (per la coltivazione di patate) che riproducano proprio l’ambiente del pianeta rosso. Un impegno possibile grazie alla collaborazione tra la Nasa e il Centro internazionale per la patata (Cip). Non è un caso il parallelismo con il film del regista Ridley Scott, dove l’astronauta interpretato da Matt Damon, disperso su Marte, fa crescere un raccolto di tuberi con un sistema di irrigazione fai-da-te. Per mesi la produzione del film ha lavorato con la Nasa che, solo a settembre scorso, ha annunciato la presenza di acqua su Marte. Proprio poche settimane prima dell’uscita del film. E dopo l’acqua, si pensa anche al cibo.
I cambiamenti climatici e la fame nel mondo – Gli studi puntato alla garanzia della sopravvivenza umana anche su Marte, ma anche a benefici da subito più tangibili, come la possibilità di coltivare anche in ambienti più ostili, magari partendo dalla creazione di patate più resistenti. Alla Conferenza sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) e il Met Office Hadley Centre hanno presentato una mappa sul rapporto tra ‘insicurezza alimentare’ e cambiamenti climatici. Lo strumento analitico mostra come disastri climatici conducono alla fame. I risultati dell’ultimo rapporto Fao pubblicato alla vigilia della Cop 21 di Parigi giungono agli stessi risultati. Gli eventi climatici estremi colpiscono l’agricoltura. Nei casi di siccità, per esempio, oltre l’80% dei danni colpisce il settore agricolo, tra allevamento e coltivazioni.
Gli obiettivi del gruppo di ricerca – Ecco le ragioni per dare un’accelerata agli studi sulle coltivazioni in serre che riproducano proprio le temperature degli ambienti più ostili. Ipotesi già avanzata, proprio dopo l’annuncio della presenza di acqua su Marte, dall’amministratore associato della Nasa al Science Mission Directorate, John M. Grunsfeld. “Cerchiamo di far crescere coltivazioni su un pianeta morto 2 miliardi di anni fa” ha spiegato Joel Rank, responsabile della comunicazione del Cip, che segue le ricerche con lo scopo di saperne di più non solo sui cambiamenti climatici, ma anche sul modo in cui superare il problema delle perdite che da essi derivano. “Se saremo capaci – ha aggiunto – di far crescere patate in condizioni estreme come quelle di Marte, allora potremo salvare vite sulla Terra”.
Il lavoro nelle serre – Nelle serre del Cip è conservata la più vasta collezione di specie di tuberi al mondo. Ed è proprio qui che, insieme agli scienziati della Nasa, si stanno mettendo a punto delle serre per simulare l’ambiente marziano. Il terreno usato proviene dai deserti delle Pampas (in Argentina) e l’atmosfera controllata avrà una maggiore quantità di anidride carbonica. Sul pianeta rosso, infatti, il livello di CO2 è circa il 95%, sulla Terra appena lo 0,04%. Quindi maggiori quantità di anidride carbonica potrebbero addirittura far crescere le piante 2 o 4 volte di più che sulla Terra.
Verso il pianeta rosso – D’altro canto è da tempo che la Nasa lavora al progetto Mars Plant Experiment con lo scopo di far crescere delle piantine su Marte. Secondo i piani annunciati nel 2014, l’avvio era previsto per il 2021. Cosa accadrà? A bordo di un rover lanciato verso il pianeta rosso sarà collocata una mini-serra altamente tecnologica con all’interno uno strato di terriccio e circa 200 semi di Arabetta comune. Tempo di crescita previsto: circa due settimane. Solo che la scienza fa passi da gigante e corre più veloce di Hollywood. Dopo gli ultimi annunci, rispetto alla realtà sembra che il 2021 sia fin troppo lontano.