All'ex assessore alle politiche abitative di Roma sono stati revocati i domiciliari ed è stato sollevato dall'accusa di corruzione e asservimento della funzione. "E' l'unico che n'piglia i soldi" disse in una telefonata Salvatore Buzzi parlando di lui. Ma nel verbale fu omessa la "n" che ribaltò completamente il significato. Rimane comunque imputato per atti contro il dovere d'ufficio
Era stato definito “asservito” a Mafia Capitale. Corrotto. Prima indagato, poi arrestato,
La conversazione era riportata nell’ordinanza di custodia cautelare alla base della seconda tranche di arresti che coinvolse anche l’ex assessore. I suoi legali, Daniele Leva e Luca Petrucci, hanno quindi chiesto il riascolto in aula e i pm Cascini, Ielo e Tescaroli hanno deciso di sollevarlo da questa accusa specifica. Anche perché in un interrogatorio del 26 giugno 2015, Buzzi dichiarò una frase opposta rispetto alla trascrizione in cui era contenuto l’errore.
Ozzimo torna quindi in libertà ma rimane comunque coinvolto in uno dei filoni del processo con altre accuse. Nei sui confronti la Procura ha chiesto la condanna a due anni e due mesi di reclusione per l’accusa di atti contrari ai doveri d’ufficio. Il 7 gennaio prossimo è attesa la sentenza nel processo in cui ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato.
43 anni, esponente democratico dimessosi da assessore alla Casa a dicembre perché indagato nell’inchiesta della direzione antimafia di Roma. E’ l’ex marito della deputata Pd e ora responsabile Welfare nella segreteria del partito Micaela Campana. Nelle intercettazioni Buzzi dice: “… Mo se me compro la Campana.. se me compro la Campana”. Ma non solo: nelle carte dell’inchiesta spunta anche una serie di sms tra la parlamentare e il manager delle coop. “Parlato con segretario ministro – scrive in un sms a Buzzi – Mi ha buttato giù due righe per evitare il fatto che mi bloccano l’interrogazione perche non c’e ancora procedimento. Domani mattina ti chiamo e ti dico. Bacio grande capo”. Campana non è indagata.