Il Natale è arrivato e il periodo di festività che ci apprestiamo a vivere è pieno di sentimenti, riti e simboli che servono a comporre il perfetto clima natalizio. Amato e odiato è, in quasi ogni angolo del mondo, un momento d’intensità che tocca tutti, proprio con i suoi simboli che toccano tutte le sfere umane. L’albero di Natale, la neve, il presepe, i regali, le tavolate imbandite con i piatti tipici, i brindisi e i dolci natalizi. Il mondo dello sport visto nelle festività è un fiorire di tutto questo e, tornando ai simboli classici, provo a raccontarli in maniera diversa grazie agli spunti degli atleti e dei protagonisti di ogni disciplina.
L’albero di Natale: impossibile non pensare a Carlo Ancelotti con il suo 4-3-2-1, il suo schema ad “albero di Natale”, appunto, che gli ha regalato successi in serie e che magari riproporrà anche Germania. L’annuncio del triennale firmato con il Bayern Monaco è arrivato proprio vicino alle feste e il tecnico ne ha approfittato per ringraziare e fare gli auguri attraverso i social. Felice Natale soprattutto per lui che sotto l’albero ha trovato un contratto a molti zeri.
Intorno all’albero, vera o finta che sia, non può mancare una spruzzata di neve a dipingere l’atmosfera perfetta. Sulla neve della Gran Risa, mitica pista della Coppa del Mondo di sci, si è congedato uno dei più bravi gigantisti azzurri. Max Blardone l’ha fatto a modo suo, dando tutto come sempre in una gara che lo vedeva fuori dai riflettori (partito col pettorale 56 si è piazzato 22°) e lasciando andare più le emozioni che gli sci: “La mia storia d’amore da atleta con la Gran Risa termina qua, ma la stagione è ancora lunga e ci vediamo al parallelo di domani”. Al parallelo di Natale si è piazzato sesto, confermando quel feeling con la neve e lo sci che questo ragazzo di 36 anni ci ha sempre mostrato, non solo nelle gare di Coppa del Mondo vinte in carriera (3 sulla Gran Risa).
Il presepe raffigura la nascita di Gesù, ma la sacralità cattolica, in periodo natalizio, ha concesso spazio a figure nuove inserite fra i personaggi. Un luogo su tutti unisce il calcio al presepe. A Napoli, in via San Gregorio Armeno, la riproduzione della squadra di Sarri era già pronta da tempo e la statuina del tecnico toscano in tuta, l’artista Marco Ferrigno l’aveva esposta prima che firmasse il contratto. Per Sarri, per il Napoli e le botteghe artigiane di San Gregorio Armeno sarà un bel Natale all’insegna del presepe.
Pandoro o Panettone? L’eterna disputa fra i due dolci più diffusi è quasi uno scontro fra culture, diciamo due filosofie diverse (anche tre se includiamo quelli che preferiscono il panettone senza canditi e uvetta). Se il pandoro di Verona è entrato nel calcio come sponsor del Chievo, il panettone è da sempre l’incubo degli allenatori della serie A. Arrivare a mangiare il panettone è la frase che disturba le notti dei tecnici che non stanno facendo bene. Nella patria del panettone Mihajlovic è riuscito a mangiarlo, ma credo che anche nella capitale Stefano Pioli e Rudi Garcia, dopo la paura, ne mangeranno in abbondanza. Fosse ancora l’allenatore dell’Inter, avremmo potuto dire che Mourinho “non ha mangiato il panettone” ma lo Special One, appena sostituito sulla panchina del Chelsea, aveva fatto anche in tempo a rispettare la tradizione britannica “tirando i cracker di Natale” e mangiando il tacchino con la squadra prima di lasciare il posto a Guus Hiddink.
Tacchino ripieno e non lasagna o pizza per Claudio Ranieri, il tecnico della sorpresa Leicester capolista in Premier League, scherza così con i giornalisti sulla pietanza con cui celebrerà questo Natale da sogno. Speriamo in un brindisi con bollicine italiane per “Sor” Claudio da Testaccio che già per il suo compleanno, due mesi fa, festeggiò con i suoi ragazzi stappando 12 bottiglie di champagne.
Chiudo con il gesto che di più, secondo me, si avvicina al vero spirito natalizio e che non si limita a questi giorni di festa. Il gesto che James Harden, cestita Nba degli Houston Rockets ha ripetuto per il quarto anno di fila, ha origini lontane che partono dalla sua infanzia. La guardia californiana, campione olimpico e mondiale con gli Usa è oggi una star di prima grandezza ma non ha dimenticato i sacrifici della madre che, da sola, ha cresciuto tre figli. Per questo motivo Harden, la domenica che precede il Natale, finanzia e accompagna 20 mamme single a fare shopping con i loro bambini. Harden e sua madre, giravano felici tra gli scaffali con le mamme commosse per la giornata da sogno ricevuta. Il sogno prosegue con l’apertura di un libretto di risparmio con dentro 100 dollari per ogni bambino perché il Natale possa essere anche un’opportunità per ciascuno di loro. Espressioni diverse con cui lo sport ci augura Buon Natale e felice anno nuovo!