Società

Natale, nel presepe del prete no global Gesù è in gommone. “Pietro e Abramo? Oggi sarebbero clandestini”

Don Vitaliano della Sala pubblica la foto sul suo profilo facebook. E in un post scrive: "Accoglieremo tutti i fratelli e le sorelle 'clandestini', e attraverso loro accoglieremo Dio stesso che ci fa il dono della sua visita"

Ha deciso di postare su Facebook la foto del presepe della sua parrocchia di Mercogliano, in provincia di Avellino. Niente bue e asinello, niente Maria e Giuseppe per don Vitaliano della Sala, sacerdote no global vicino a Francesco Caruso e ai disobbedienti di Luca Casarini. Quest’anno, scrive in un post sul suo sito, “Gesù nasce sul gommone“. Ne mette uno giallo davanti all’altare, al posto della mangiatoia, ed è simile a quelli usati dai migranti per attraversare il Mediterraneo e arrivare in Europa.

Dentro c’è il tradizionale Gesù Bambino che, a differenza di quello nella grotta, è sdraiato su un salvagente. Dietro una scritta: “Ora sono profugo, perché non mi accogli?”. E davanti al gonfiabile un’immagine che nel 2015 è stata il simbolo delle tragedie in mare: è la foto di Aylan Kurdi, bimbo di tre anni morto in un naufragio mentre fuggiva con la famiglia dalla Siria.

Abramo, Mosè e Giosuè, i padri dell’ebraismo, e dunque padri anche del cristianesimo, furono degli “immigrati” nella Terra promessa – scrive il sacerdote, che al G8 di Genova si trovava a Piazza Alimonda, durante gli scontri che hanno portato alla morte di Carlo Giuliani -. E sappiamo bene che Pietro, duemila anni fa, giunse a Roma, riuscendo a fondarvi la Chiesa: oggi, forse, se pure gli fosse riuscito di raggiungere vivo la città eterna – e di non crepare asfissiato nella stiva di qualche nave – verrebbe espulso come clandestino”.

Poi don Vitaliano ricorda che “le migrazioni sono inarrestabili” e promette: “Accoglieremo tutte le sorelle e tutti i fratelli ‘clandestini‘ che vorranno farci dono della loro presenza, e attraverso loro accoglieremo Dio stesso che ci fa il dono della sua visita”. Quindi, aggiunge, “è giunta l’ora di rivendicare il nostro diritto ad essere antirazzisti, uscendo allo scoperto con la stella di Davide cucita sulla giacca pur senza essere ebrei, dichiarandoci idealmente siriani o afghani pur essendo nati in Italia e tutto questo semplicemente perché siamo esseri umani e cristiani“.