“Non c’è un caso Rossi e allo stato non ci sono gli estremi per l’apertura di una pratica per incompatibilità ambientale o funzionale: abbiamo ascoltato un magistrato sereno che dà prova di imparzialità”. Così il presidente della Prima commissione del Csm, Renato Balduzzi, al termine dell’audizione di due ore del procuratore di Arezzo Roberto Rossi che indaga su banca Etruria ed è consulente giuridico della presidenza del Consiglio.
Secondo Balduzzi Rossi nel suo intervento è stato “lineare e convincente” e dalla audizione emerge un “magistrato indipendente e imparziale in un ambito giudiziario comunque relativo a una città di provincia” per questo l’orientamento della commissione è quello di “non aprire una pratica per incompatibilità ambientale e funzionale”. Riguardo alla sua consulenza al Dipartimento Affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi, Rossi ha spiegato in commissione che non ha mai ritenuto che ci fossero interferenze anche perché non c’erano componenti della famiglia Boschi tra gli indagati.
La Prima commissione del Csm acquisirà nei prossimi giorni la documentazione sull’attività ispettiva di Bankitalia relativa alla Popolare dell’Etruria e del Lazio e l’11 gennaio chiuderà la propria procedura sul magistrato. L’acquisizione della relazione servirà per confrontare quanto dichiarato da Rossi in audizione con le risultanze dell’attività ispettiva della Banca d’Italia e la tempistica che emerge dalle relazioni. Sia il consigliere del Csm Piergiorgio Morosin che Balduzzi hanno spiegato che quello emerso in commissione è “un orientamento unanime”. In particolare Morosin ha sottolineato che “nella nostra valutazione ha anche pesato il fatto che l’incarico di consulenza si chiuderà il 31 dicembre. Inoltre è importante tutelare le indagini in corso, per i risparmiatori che hanno subito un danno e che stanno attendendo risposte”.
Riguardo invece a possibili profili disciplinari che coinvolgano Rossi, “questi spettano ai titolari dell’azione disciplinare ossia il pg presso la Cassazione ed il ministro della Giustizia. Valuteremo l’11 gennaio se ci sono gli estremi per trasmettere le carte”, ha sottolineato Balduzzi. “L’impressione che abbiamo avuto – ha aggiunto – non è quella di un rallentamento delle indagini, ma anzi di tempestività. Faremo comunque un approfondimento, lo riteniamo doveroso”.