Tre assessori licenziati nel primo giorno utile dopo la sosta natalizia: sembra un semplice rimpasto di giunta ma rischia di essere l’inizio di una guerra politica cittadina. Non c’è pace per il Movimento 5 Stelle a Gela, la città del petrolchimico Eni, roccaforte del Pd e del governatore siciliano Rosario Crocetta, conquistata dagli uomini di Beppe Grillo alle amministrative del giugno 2015. A sei mesi esatti dalla vittoria delle elezioni, il sindaco Domenico Messinese ha defenestrato tre componenti della sua giunta: si tratta di Pietro Lorefice, Ketty Damante e Nuccio Di Paola, rispettivamente assessori ai trasporti, all’istruzione e alla programmazione.

Il motivo del triplice allontanamento? “La fiducia era venuta meno: non lavoravano per il bene della città, facevano summit esterni, tramavano contro la mia amministrazione. Ed io devo dare risposte alla città”, spiega Messinese a ilfattoquotidiano.it. Una mossa, quella del primo cittadino gelese, che spacca irrimediabilmente il Movimento a Gela: i tre assessori cacciati dalla giunta, infatti, sono esponenti storici dei 5 Stelle in città, punti di riferimento dei consiglieri comunali pentastellati. Senza considerare che già due mesi dopo la sua elezione Messinese aveva dato il benservito a Fabrizio Nardo, anche lui esponente grillino della prima ora, estromesso dalla giunta perché considerato “anarchico” rispetto alle scelte del primo cittadino.

Adesso, dopo settimane di polemiche culminate con la triplice defenestrazione, a Gela rischia di scoppiare una feroce guerra intestina tutta interna ai pentastellati. Da mesi, infatti, in città esistono due meetup diversi: uno sostiene Messinese, mentre l’altro è da tempo oppositore del primo cittadino, accusato di utilizzare “metodi da prima Repubblica e compromessi di potere”. Il riferimento è ai due incarichi legali, del valore di circa 11mila euro, che il comune di Gela ha affidato nell’ottobre scorso all’avvocato Lucio Greco, stimato professionista locale e candidato sindaco di una lista vicina al Nuovo Centrodestra alle ultime amministrative. Dopo essere stato sconfitto al primo turno, Greco aveva offerto il suo sostegno al Movimento 5 Stelle, facendosi fotografare mentre abbracciava affettuosamente Messinese al termine di un comizio. Quell’incarico affidato dal comune all’ex candidato di Angelino Alfano era stato uno dei tanti motivi di scontro tra il primo cittadino e la base dei 5 Stelle.

“Il mio stesso movimento ha cominciato ad offendere la mia amministrazione dopo soli due giorni: posso anche essere un sindaco cattivo, ma in due giorni non posso aver fatto così male. Io mi sento parte integrante dei 5 Stelle, sono loro invece che con il movimento non hanno nulla a che fare”, attacca Messinese. Che un minuto dopo aver annunciato l’estromissione dei tre dalla giunta, ha già presentato i nuovi assessori. “Li ho selezionati tutti sulla base del curriculum”, assicura: segno che la defenestrazione di massa non è stata una mossa a sorpresa, ma preparata nel dettaglio. “Vuole sapere se ho parlato con i vertici del Movimento prima di procedere al rimpasto? Assolutamente no, e non ho parlato neanche con il meetup. Gli assessori non sono eletti e devono essere di fiducia dell’amministrazione: la fiducia è venuta a mancare e io devo dare risposte ai 22mila cittadini che ci hanno eletti”. Resta da capire che posizione prenderanno adesso i vertici del Movimento, dai massimi referenti regionali al famoso direttorio nominato da Grillo appena un anno fa. Nel frattempo, a Gela, una delle città più importanti di Sicilia, la faida targata 5 Stelle è già cominciata.

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