Gli ex obbligazionisti subordinati hanno anche risposto al comunicato della vigilia di Natale in cui Roberto Nicastro, presidente delle quattro banche "nuove", ha sostenuto che gli istituti "non possono essere oggetto di azioni risarcitorie" da parte loro: "Parte la giustizia popolare", scrivono le "Vittime". "Contribuiremo a minare la già precaria stabilità del sistema bancario italiano e a differenza vostra lo faremo nel pieno rispetto della legalità, semplicemente informando i cittadini sui rischi"
“Ladri, ladri”! Con questo grido un gruppo di risparmiatori truffati da Banca Etruria in protesta ad Arezzo ha cercato di entrare dentro la sede centrale dell’istituto dopo aver colpito con i pugni più volte la porta a vetri d’ingresso. Alcuni hanno quindi provato a forzare anche il secondo accesso dopo aver guadagnato l’atrio, ma non è riuscito ad entrare fino nella sede della banca. I contestatori sono circondati dalle forze dell’ordine. La strada dove si trova la banca è stata bloccata dai vigili urbani.
Gli ex obbligazionisti subordinati di Banca Etruria, che hanno perso tutti i loro soldi in seguito al decreto varato dal governo il 22 novembre, sono arrivati in treno e auto, sfidando il freddo e la nebbia, per protestare contro quella che definiscono “una truffa” ai loro danni. Hanno issato striscioni e cartelli con scritto “Qui giace la fiducia nel sistema bancario” e “Rivogliamo tutti i soldi che ci avete rubato”.
La manifestazione era stata annunciata dal comitato Vittime del Salva banche, che domenica sera ha pubblicato sul proprio sito una lettera di risposta al comunicato della vigilia di Natale in cui Roberto Nicastro, presidente delle “nuove” Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti, ha sostenuto che i quattro istituti “non possono essere oggetto di azioni risarcitorie da parte dei precedenti azionisti ed obbligazionisti subordinati”. I risparmiatori “trovano assolutamente appropriato il comunicato del Sig. Nicastro. Quale miglior occasione, per regalare ulteriore serenità e gioia ai risparmiatori traditi ed azzerati, come quella della vigilia di Natale?”, si legge nella missiva. Che continua: “Sta partendo forse la più grande forma di giustizia popolare del nostro Paese, una giustizia fatta dal basso, da chi è stato tradito. Sig. Nicastro, contribuiremo con tutte le nostre forze a minare la già precaria stabilità delle 4 nuove banche e del sistema bancario italiano”, si legge nella missiva. “E a differenza vostra, lo faremo nel pieno rispetto della legalità, semplicemente informando in maniera adeguata tutti i cittadini riguardo i rischi che stanno correndo lasciando il loro risparmi nelle banche italiane. Non ci spaventano le sue dichiarazioni, sulla presunta inattaccabilità delle good banks; saranno i giudici a stabilirlo, vi inonderemo di cause, a tutti i membri dei nuovi e vecchi Cda, ai commissari di Bankitalia e a tutti gli organi apicali coinvolti”. “Noi stiamo trasferendo quello che rimane dei nostri risparmi nelle filiali italiane di banche estere o alle Poste”, rincara il comunicato diffuso questa mattina. La lettera a Nicastro prosegue chiedendo “lo stop alle risposte e alle proposte di soluzione di sistema” e “l’adozione di misure straordinarie alla stregua di quelle che sono state adottate per azzerare i risparmi”.
La conclusione è che “da domani i presidi si spostano nelle vostre sedi, pacificamente le visiteremo una ad una, per poi tornare a palazzo Koch. Fino al raggiungimento del nostro obiettivo, senza sosta. Dal 1 gennaio sarete azzerati. Non ci interessa lo scaricabarile, non ci interessa chi sia titolato a darci titoli in cambio, non ci interessa l’arbitrato ed il fondo di solidarietà del governo. Vogliamo quello che ci spetta, i risparmi che ci avete rubato. Come siete riusciti ad azzerarci tutti con operazioni straordinarie, altrettanto dovreste fare per consentirci un adeguato ristoro”.
A queste prese di posizione minacciose il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, risponde indirettamente con un’intervista alla Stampa in cui afferma: “Il diritto non è finito né immutabile. Di norme intangibili vedo solo le tavole di Mosè e la Costituzione”. Insomma, anche se le nuove banche hanno ribadito che le azioni legali per i risarcimenti potranno essere rivolte solo ai vecchi istituti di cui hanno preso il posto, il numero uno della lobby degli istituti di credito sostiene che “ci sono anche altre strade a disposizione del cittadino: può fare una richiesta di rimborso alla propria banca, che non è preclusa, un esposto all’arbitro bancario e finanziario, un esposto all’autorità giudiziaria. Senza contare che si possono fare esposti anche alle autorità di vigilanza”.