Era stata colpita da sei proiettili al Bataclan il 13 novembre, mentre era al concerto degli Eagles of Death Metal. Una pallottola le ha frantumato le ossa di una gamba, una le ha staccato di netto due dita di una mano. Altre hanno raggiunto petto e a addome, e una si è bloccata proprio tra cuore e polmoni. Ma ora Laura Croix dopo settimane di lotta nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale della Pitié Salpetrière è uscita dal coma ed è tornata a parlare con i suoi familiari.
“La prima cosa che ha voluto sapere è che cos’è successo”, racconta il fratello Sebastien in un’intervista al Sunday Times. “Ha degli incubi terribili, sa che sono state uccise molte persone. E ora fa un sacco di domande“, aggiunge, spiegando che per ora la sorella ricorda solo di aver sentito gli attentatori urlare ‘Allah akhbar‘ prima di sparare.
Nata in una cittadina dei dintorni di Lille, Laura, 31 anni, si era trasferita a Versailles nel 2010 ed aveva subito formato con quattro amiche il gruppo rock The Traps. Il 13 novembre scorso stava seguendo il concerto nella platea al piano terra, quando i terroristi hanno iniziato a sparare.
Da quella nottata terribile ha fatto avanti e indietro tra sala operatoria e rianimazione, subendo già dieci interventi, quattro dei quali nelle prime 72 ore. Al suo fianco fin dai primi giorni, oltre ai familiari, ci sono le altre tre ragazze della sua band, che alternano le visite ai brevi messaggi sulla pagina ufficiale, per informare e rassicurare amici e ammiratori. I loro post raccontano la lunga serie di interventi subiti da Laura, che “si batte come una leonessa” mentre i medici la mantengono in stato di coma artificiale, per capire “gli alti e i bassi della sua condizione”.
Tra fine novembre e inizio dicembre, l’angoscia si trasforma sempre più in ottimismo: le condizioni di Laura Croix sono stabili, e i medici cominciano il lento e delicato procedimento di risveglio. “Sta dando il massimo per ritornare tra noi ma il percorso è lungo – raccontano ancora le colleghe – Come tutti voi, continuiamo a sostenerla e incoraggiarla in questa prova”.
Il risveglio completo arriva intorno al 10 di dicembre, poi pian piano la musicista ritrova la consapevolezza e la parola. Mentre già molti fans contattano la sua band per sapere come potranno aiutarla in futuro. “Ci saranno certamente delle spese da affrontare al di là degli aiuti forniti dallo Stato. Appena avremo un’idea più chiara dei fondi necessari apriremo una colletta sul nostro sito – scrivono le Traps su Facebook – Grazie a tutti per il vostro supporto”.