Degli ultimi quattro mesi del 2015, sarà difficile scordare lo scandalo dei diesel Volkswagen, che ha riempito le pagine dei giornali e le cui conseguenze si trascineranno ben oltre il 2016 del colossale richiamo europeo. Ma l’anno che sta per finire non è stato solo questo: nel suo immaginario “diario”, il mondo dell’auto ha annotato anche pagine tristi per il design italiano – Giugiario che lascia l’Italdesign, Bertone fatta a pezzi e venduta all’asta, il marchio Pininfarina comprato dagli indiani – e più o meno felici per l’industria nostrana, come la presentazione, finalmente, di un nuovo modello Alfa Romeo. Difficile selezionare, nella moltitudine di avvenimenti che si sono succeduti in 365 giorni, i 10 più importanti. Ma ci abbiamo provato.
1) Googler Car, si fa sul serio. Google inizia i primi test su strada, in California, con il suo prototipo a forma di capsula. Ma è l’intera industria ad accelerare sulla guida autonoma, che dovrebbe approdare sui veicoli di serie entro la fine del decennio.
2) Italia, il mercato dà segni di ripresa. Secondo l’Unrae, il 2015 dovrebbe chiudersi a quota 1.560.000 auto immatricolate, circa 200.000 in più rispetto al 2014. Previsioni per il 2016: 1,64 milioni.
3) Giulia, orgoglio Alfa. La presentazione dell’Alfa Romeo Giulia è l’evento motoristico dell’anno: a giugno, durante una serata ad Arese, il Biscione svela con orgoglio il modello del rilancio, quello che, nei piani di Marchionne, segnerà il ritorno in America e allargherà una gamma ormai striminzita. Il progetto sembra in ritardo, ma almeno quando si farà, la Giulia si farà in Italia.
4) Formula 1, un anno difficile. Jules Bianchi, vittima di un gravissimo incidente nel GP del Giappone 2014, muore il 17 luglio 2015 dopo 9 mesi di coma. Era dal 1994, quando nello stesso weekend persero la vita Roland Ratzenberger e Ayrton Senna, che un pilota di F1 non perdeva la vita per un incidente in gara. Tanta paura anche per Fernando Alonso, che a febbraio è vittima di uno strano incidente che gli impedisce di prendere parte al primo GP della stagione.
5) Volkswagen, si chiude l’era Piech e con lui se ne va Giugiaro. Ad aprile Ferdinand Piech, il grande vecchio, lascia il gruppo Volkswagen dopo aver provato senza successo a buttar fuori l’amministratore delegato Martin Winterkorn. All’uscita di Piech segue, a luglio, quella del suo amico Giorgetto Giugiaro, che vende al colosso tedesco le ultime azioni dell’Italdesign, l’azienda da lui fondata nel 1968.
6) Il “dieselgate”. A settembre, in pieno Salone di Francoforte, scoppia lo scandalo Volkswagen. L’ente per l’ambiente americano Epa accusa la Volkswagen – che ammette – di aver montato su alcuni motori diesel un software che aggira i test sulle emissioni di NOx. Mezzo milione di TDI modificati in america, 11 milioni nel mondo. Dopo pochi giorni, l’amministratore delegato Winterkorn si deve dimettere, partono indagini interne, cadono molte teste. Prende le redini del gruppo il numero uno di Porsche, Matthias Müller, che prende accordi con le autorità europee per un mega richiamo nel 2016. Fra le conseguenze della riorganizzazione, anche l’uscita di scena del capo del design Walter de Silva, che va in pensione dopo 16 anni a Wolfsburg.
7) Top Gear perde il suo volto più noto. Jeremy Clarkson tira un pugno a uno dei produttori di Top Gear. A niente servono la raccolta di firme (un milione!) dei fan: l’ennesimo colpo di testa del conduttore costringe la BBC a cacciare l’uomo più celebre della rete. Che certo non si spaventa e insieme ai fidi Richard Hammond e James May a luglio firma un contratto con Amazon Prime.
8) Carrozzeria Bertone, marchio e collezione storica all’asta. Questa volta è davvero la fine, dopo anni di agonia la Bertone va in liquidazione. Ad aggiudicarsi la collezione di 79 vetture, fra cui molti prototipi ed esemplari unici, l’Asi, l’Automotoclub Storico Italiano.
9) Ferrari, lo spin-off. Ferrari si stacca da FCA. Lo spin off è approvato a dicembre, Ferrari si separa da FCA. A ottobre il 10% delle azioni era stato collocato a Wall Street, ai primi di gennaio 2016 l’azienda sarà quotata a Piazza Affari.
10) Pinfarina, se la comprano gli indiani.Con 25 milioni di euro, a dicembre gli indiani della Mahindra acquisiscono il 76% delle azioni della Pininfarina. Resta presidente Paolo Pinfarina, la famiglia mantiene una quota dell’1,2%.