
Se c’è una frase che caratterizza il 2015 di Papa Francesco è quella pronunciata a Scampia nel primo giorno di primavera: “La corruzione spuzza”. Il Pontefice della lotta alla corruzione, dentro e fuori il Vaticano, ha voluto condividere la sua battaglia e il suo grido con la gente che abita una terra segnata dalla camorra, dalla disoccupazione, dalla delinquenza, molto spesso anche minorile, dallo spaccio della droga fino alla prostituzione. “La corruzione spuzza! La società corrotta spuzza! Un cristiano che lascia entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, spuzza!”. Parole che Bergoglio ha pronunciato con tutta la forza e il fiato possibili, animandosi come gli succede solo quando dice qualcosa che sente profondamente e che gli viene dalla sua vita e dal suo cuore di “pastore con l’odore delle pecore”, non con il tanfo della scrivania.
Scampia non era una terra neutra dove pronunciare quell’ennesimo grido contro i corrotti. Un monito che si sarebbe presto rivelato profetico nell’anno destinato a passare alla storia per Vatileaks 2, ovvero la pubblicazione di documenti riservati del Papa sulle finanze vaticane e il processo che vede accusati i tre presunti corvi, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, Francesca Chaouqui e Nicola Maio, e i due giornalisti che hanno divulgato le carte, Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi. Corruzione in Vaticano e in tante diocesi del mondo. Affari loschi con investimenti in fabbriche di armi e in società proprietarie di televisioni porno). La favola di Bergoglio, quella di “una Chiesa povera e per i poveri”, destinata a frantumarsi in mille pezzi davanti alla corruzione di un episcopato peccatore che da duemila anni si culla tra i due vizi capitali di sempre: lussuria e avarizia.
La lussuria di monsignor Vallejo Balda che nel memoriale difensivo arriva a raccontare dei rapporti sessuali che avrebbe avuto con la Chaouqui indicandone anche la data. Ma anche quella di monsignor Krzysztof Charamsa, teologo della Congregazione per la dottrina della fede, che alla vigilia dell’inizio del secondo Sinodo dei vescovi sulla famiglia decide, per sabotare il dibattito ecclesiale, di fare coming out e di annunciare la sua relazione omosessuale. Per non parlare della piaga della pedofilia del clero purtroppo sempre presente.
L’avarizia di cardinali e vescovi che preferiscono contare i loro soldi piuttosto che le Ave Marie della corona del rosario. Su tutti, in un podio di uno dei peggiori gironi danteschi dell’Inferno, troneggia l’ex Segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone con i 200mila euro dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, di proprietà della Santa Sede, che sarebbero stati utilizzati per la ristrutturazione del suo attico in Vaticano. Dopo lo scandalo, il porporato salesiano decide di risarcire l’ospedale con una donazione a rate di 150mila euro. Una vera e propria ammissione di colpa.
Eppure in un 2015 segnato ancora una volta per il Vaticano dalla parola corruzione, Bergoglio è riuscito a spalancare le porte della comunione, seppure caso per caso ai divorziati risposati, con un successo personale insperato fino alla conclusione del Sinodo. Ma il Papa ha fatto di più riformando il processo di nullità matrimoniale, rimasto immutato per tre secoli, ovvero dall’epoca di Benedetto XIV, Prospero Lambertini, e abolendo le parcelle degli avvocati rotali. Non a caso appena eletto sotto le volte della Cappella Sistina, il 13 marzo 2013, mentre il mondo ancora ignorava il suo nome, alcuni cardinali suggerirono a Bergoglio di chiamarsi Adriano in ossequio ad Adriano VI, il Papa riformatore.
Le riforme di Francesco vanno avanti celermente. Lo ha chiarito lui stesso parlando subito dopo lo scandalo Vatileaks 2 e anche nel tradizionale discorso di auguri natalizi alla Curia romana in cui non ha mancato l’annuale dose di bastonate. Bastonate che il Papa, appena poche settimane prima, aveva nuovamente riservato alla Conferenza episcopale italiana con un discorso, quello pronunciato nella Firenze del premier Matteo Renzi, destinato a segnare per sempre il rapporto della Cei con il Primate d’Italia.
Ma la sua vera riforma Bergoglio l’ha annunciata esattamente due anni dopo la sua elezione al pontificato, il 13 marzo 2015, in modo del tutto inatteso: un Giubileo straordinario della misericordia. Aperto l’8 dicembre 2015, a 50 anni esatti dalla chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, l’Anno Santo di Francesco proietta la Chiesa cattolica in un 2016 che si spera più roseo con un Papa destinato a estirpare con tutte le sue forze la pedofilia, il carrierismo, la lussuria e l’avarizia ecclesiale. Pur consapevole, però, che al termine dei prossimi 12 mesi compirà 80 anni. Non c’è molto tempo per riformare la Chiesa.
Francesco Antonio Grana
Vaticanista
Cronaca - 30 Dicembre 2015
Papa Francesco, il 2015 è stato un anno difficile
Se c’è una frase che caratterizza il 2015 di Papa Francesco è quella pronunciata a Scampia nel primo giorno di primavera: “La corruzione spuzza”. Il Pontefice della lotta alla corruzione, dentro e fuori il Vaticano, ha voluto condividere la sua battaglia e il suo grido con la gente che abita una terra segnata dalla camorra, dalla disoccupazione, dalla delinquenza, molto spesso anche minorile, dallo spaccio della droga fino alla prostituzione. “La corruzione spuzza! La società corrotta spuzza! Un cristiano che lascia entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, spuzza!”. Parole che Bergoglio ha pronunciato con tutta la forza e il fiato possibili, animandosi come gli succede solo quando dice qualcosa che sente profondamente e che gli viene dalla sua vita e dal suo cuore di “pastore con l’odore delle pecore”, non con il tanfo della scrivania.
Scampia non era una terra neutra dove pronunciare quell’ennesimo grido contro i corrotti. Un monito che si sarebbe presto rivelato profetico nell’anno destinato a passare alla storia per Vatileaks 2, ovvero la pubblicazione di documenti riservati del Papa sulle finanze vaticane e il processo che vede accusati i tre presunti corvi, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, Francesca Chaouqui e Nicola Maio, e i due giornalisti che hanno divulgato le carte, Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi. Corruzione in Vaticano e in tante diocesi del mondo. Affari loschi con investimenti in fabbriche di armi e in società proprietarie di televisioni porno). La favola di Bergoglio, quella di “una Chiesa povera e per i poveri”, destinata a frantumarsi in mille pezzi davanti alla corruzione di un episcopato peccatore che da duemila anni si culla tra i due vizi capitali di sempre: lussuria e avarizia.
La lussuria di monsignor Vallejo Balda che nel memoriale difensivo arriva a raccontare dei rapporti sessuali che avrebbe avuto con la Chaouqui indicandone anche la data. Ma anche quella di monsignor Krzysztof Charamsa, teologo della Congregazione per la dottrina della fede, che alla vigilia dell’inizio del secondo Sinodo dei vescovi sulla famiglia decide, per sabotare il dibattito ecclesiale, di fare coming out e di annunciare la sua relazione omosessuale. Per non parlare della piaga della pedofilia del clero purtroppo sempre presente.
L’avarizia di cardinali e vescovi che preferiscono contare i loro soldi piuttosto che le Ave Marie della corona del rosario. Su tutti, in un podio di uno dei peggiori gironi danteschi dell’Inferno, troneggia l’ex Segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone con i 200mila euro dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, di proprietà della Santa Sede, che sarebbero stati utilizzati per la ristrutturazione del suo attico in Vaticano. Dopo lo scandalo, il porporato salesiano decide di risarcire l’ospedale con una donazione a rate di 150mila euro. Una vera e propria ammissione di colpa.
Eppure in un 2015 segnato ancora una volta per il Vaticano dalla parola corruzione, Bergoglio è riuscito a spalancare le porte della comunione, seppure caso per caso ai divorziati risposati, con un successo personale insperato fino alla conclusione del Sinodo. Ma il Papa ha fatto di più riformando il processo di nullità matrimoniale, rimasto immutato per tre secoli, ovvero dall’epoca di Benedetto XIV, Prospero Lambertini, e abolendo le parcelle degli avvocati rotali. Non a caso appena eletto sotto le volte della Cappella Sistina, il 13 marzo 2013, mentre il mondo ancora ignorava il suo nome, alcuni cardinali suggerirono a Bergoglio di chiamarsi Adriano in ossequio ad Adriano VI, il Papa riformatore.
Le riforme di Francesco vanno avanti celermente. Lo ha chiarito lui stesso parlando subito dopo lo scandalo Vatileaks 2 e anche nel tradizionale discorso di auguri natalizi alla Curia romana in cui non ha mancato l’annuale dose di bastonate. Bastonate che il Papa, appena poche settimane prima, aveva nuovamente riservato alla Conferenza episcopale italiana con un discorso, quello pronunciato nella Firenze del premier Matteo Renzi, destinato a segnare per sempre il rapporto della Cei con il Primate d’Italia.
Ma la sua vera riforma Bergoglio l’ha annunciata esattamente due anni dopo la sua elezione al pontificato, il 13 marzo 2015, in modo del tutto inatteso: un Giubileo straordinario della misericordia. Aperto l’8 dicembre 2015, a 50 anni esatti dalla chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, l’Anno Santo di Francesco proietta la Chiesa cattolica in un 2016 che si spera più roseo con un Papa destinato a estirpare con tutte le sue forze la pedofilia, il carrierismo, la lussuria e l’avarizia ecclesiale. Pur consapevole, però, che al termine dei prossimi 12 mesi compirà 80 anni. Non c’è molto tempo per riformare la Chiesa.
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Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".