“Non ho denunciato il consigliere, perché non ritengo di aver subito minacce da parte sua”. Il sindaco M5S Rosa Capuozzo sulla vicenda del portavoce grillino indagato per tentata estorsione aggravata ai danni del primo cittadino e di voto di scambio cambia versione per la terza volta e si rimangia i suoi verbali. A parlare di “ricatto” era stata la stessa Capuozzo il 22 dicembre scorso davanti al pm di Napoli Henry John Woodcock. Il caso è quello di Giovanni De Robbio, primo degli eletti con circa mille voti, nelle amministrative dello scorso maggio, e ora indagato dalla Dda di Napoli. “Non ho subito minacce”, ha detto oggi la sindaca, “sia sulla nomina di assessori di fiducia, sia per favorire imprese di amici nell’assegnazione dello stadio, sia per assumere in Comune sue persone. Con De Robbio solo divergenze politiche”. Il consigliere M5S, dopo la prima testimonianza della Capuozzo, è stato espulso dal Movimento e ora ha annunciato le dimissioni dal consiglio comunale.
Intanto l’ufficio stampa M5S in Senato ha diffuso un comunicato in cui difende la sindaca dal titolo: “Il sindaco ha respinto tutte le pressioni“: “Sulla questione Quarto”, recita la nota, “il M5S è parte lesa ed il sindaco Rosa Capuozzo ha respinto tutte le richieste avanzate dall’ex consigliere De Robbio, già espulso dal Movimento 5 Stele in data 14 dicembre 2015, cioè prima che emergessero le indagini a suo carico”.
Quella della Capuozzo di oggi è una mezza autosmentita al contenuto del verbale del 22 dicembre, citato nel decreto di perquisizione di De Robbio, indagato per tentata estorsione aggravata al sindaco e per voto di scambio politico mafioso in concorso con l’imprenditore Alfonso Cesarano, al quale – secondo le accuse del pm – il consigliere avrebbe voluto assegnare la gestione dello stadio comunale Giarrusso. “E’ evidente – disse il 22 la Capuozzo – che il De Robbio facendomi vedere le foto della casa di mio marito (oggetto di una violenta polemica politica per un presunto abuso edilizio, ndr) intendeva “controllarmi ”, in questo senso anche io stessa ho usato il termine “ricatto ”… ho percepito fino in fondo la sua intimidazione… ero davvero esasperata… avevo paura che potesse arrivare alle mani”. A chi le ha fatto notare il cambiamento di toni tra la prima deposizione del 21 dicembre, dove nega il ricatto, e quella del 22, dove lo conferma, la Capuozzo ha replicato: “Si fa confusione tra una parte relativa a quello che è successo a giugno sullo stadio, e una parte invece relativa a cose successive a quelle vicende, e comunque ci sono indagini ancora coperte dal segreto”.
Da fonti inquirenti giunge una notizia che fa luce anche sulla tempistica della sospensione di De Robbio dal M5S: la Capuozzo è stata sentita in Procura già prima del 14 dicembre, la data in cui lo staff di Grillo avvia le procedure per cacciare il consigliere grillino. Di quel verbale però non c’è traccia nel decreto di perquisizione notificato agli indagati. “Le ultime vicende giudiziarie mi amareggiano, ma i riflettori che si sono accesi su Quarto mi tranquillizzano un po’ sul piano della trasparenza amministrativa” ha poi detto la Capuozzo. Sul caso De Robbio ha aggiunto: “Il consigliere non aveva la mia fiducia – spiega – perciò non ho appoggiato la sua candidatura a presidente del consiglio comunale, benchè da prassi la carica venga attribuita al primo degli eletti”. De Robbio però ottenne di essere presente in commissione Urbanistica, “ma la sua presenza non ha influenzato le scelte sul Piano regolatore (Puc), che è ancora oggetto di studio e di dibattito e verrà approvato di concerto con i cittadini e le associazioni di categoria. La nostra idea è in totale contrapposizione con le scelte delle passate amministrazioni”.