In pieno scandalo Dieselgate, il ministro dei Trasporti aveva annunciato verifiche sulle auto. Ma i 5 milioni per il programma straordinario (varati con la legge di Stabilità) non sono mai arrivati a destinazione. E chi indaga è costretto all'attesa
Aveva annunciato test a campione sulle auto contro la “truffa senza precedenti ai danni dei consumatori”, quel “dieselgate” scoperto a settembre negli Stati Uniti durante i controlli dei veicoli Volkswagen. Per il ministro dei Trasporti Graziano Delrio i tempi erano precisi: “Avremo i risultati tra due o tre mesi, e capiremo se le emissioni sono nei limiti e se qualcuno ha cercato di fare il furbo”, aveva detto il 27 settembre scorso a La Stampa, nei giorni dello scandalo. “Partiremo con i controlli a campione – ribadiva il 28 settembre – Ho già dato ordini per eseguirli il più rapidamente possibile in maniera che ci sia piena tutela dei consumatori” perché “è una truffa ai danni dei cittadini e ai danni anche delle autorità competenti per il controllo”.
Tre mesi sono passati e degli esiti non si sa nulla. Soltanto con l’approvazione della legge di Stabilità a dicembre il governo ha stanziato 5 milioni di euro per “avviare un programma straordinario di prove su veicoli nuovi di fabbrica e su veicoli circolanti, tese a verificare l’effettività dei livelli di emissioni inquinanti su strada comparati con i valori rilevati durante le prove di omologazione sui rulli”. Adesso, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della legge di Stabilità, bisognerà aspettare il decreto attuativo che predispone le modalità per i test sulle emissioni dei diesel circolanti in Italia. Dovrebbero essere sottoposti ai controlli su strada e nei laboratori circa 30 modelli di veicoli a diesel tra i più diffusi in Italia.
Intanto qualcuno aspetta i risultati. Non solo i proprietari delle vetture che potrebbero partecipare alle class action delle associazioni di consumatori, ma anche i pm della Procura di Torino che hanno chiesto di conoscere gli esiti. A fine settembre il sostituto procuratore Raffaele Guariniello e il capo Armando Spataro hanno avviato un’inchiesta sulle emissioni della Volkswagen in cui sono ipotizzati i reati di frode in commercio e di disastro ambientale. L’indagine era stata avviata il 24 settembre scorso, quando Guariniello aveva disposto controlli sulle automobili tedesche e paventato la possibilità di estendere le verifiche anche su altri modelli per verificare se altri produttori avessero manipolato i test sugli scarichi dei motori diesel.
In futuro dovrebbe esserci un incontro tra i pm torinesi e i colleghi della Procura di Verona impegnati in un’indagine per frode in commercio su sei manager della Volkswagen Italia (la sede italiana della casa automobilistica tedesca è nella città veneta). Qui sono arrivati gli atti preparati dalla Procura di Genova sulla base di dieci esposti inviati da alcuni proprietari di veicoli del gruppo Volkwagen. Non hanno aspettato i test di Delrio i pm di Padova, dove c’è la sede della Porsche. Qui otto persone sono indagate nell’ambito di accertamenti sulle emissioni del suv Cayenne. Nel 2016 dovrebbe riprendere l’istruttoria dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Dopo una serie di segnalazioni inviate dalle associazioni dei consumatori, l’Antitrust ha avviato un procedimento per accertare se la casa di Wolfsburg abbia attuato una pratica commerciale scorretta e se i consumatori possano essere stati indotti in errore nell’acquisto di modelli di Vw, Audi, Seat e Skoda venduti dal 2009 al 2015.
da Il Fatto Quotidiano del 29 dicembre 2015
Dall’ufficio stampa del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti riceviamo e pubblichiamo la seguente precisazione:
”Dai primi giorni del mese di ottobre le strutture tecniche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si sono attivate per organizzare le verifiche della effettiva consistenza delle emissioni inquinanti dei veicoli con motorizzazione diesel presenti sul mercato nazionale. L’obiettivo è di ottenere riscontri oggettivi sulla attendibilità dei test di omologazione dei veicoli, alla luce della possibilità tecnologica, testimoniata dal caso Volkswagen, di doppia mappatura della centralina elettronica con conseguente possibilità di modificare artatamente la misura di omologazione condotta in laboratorio. Per questa finalità si stanno individuando attività di misurazione delle emissioni inquinanti dei motori diesel da condursi mediante prove sia in laboratori, sia su strada, nonché l’elaborazione delle risultanze delle prove e la produzione della relativa reportistica scientifica. È in corso quindi una prima campagna sperimentale di test su 30 mezzi, campione significativo di quelli presenti sul mercato nazionale (circa il 70%), in base alla quale verrà definita l’ampia azione di monitoraggio necessaria, volta, con i 5 milioni di stanziamento previsti dalla legge di Stabilità, a un capillare controllo del mercato automotive. Le risorse, da utilizzare con idonee procedure concorsuali di livello comunitario riservate a strutture-laboratori che non presentino conflitti d’interesse, consentiranno di incrementare le verifiche di conformità sia sui veicoli, sia sui loro dispositivi, a garanzia della sicurezza stradale e della salute pubblica”.