Era il 1981 e l'archeologo Indiana Jones invase il grande schermo. Ironia, l'amore per l'arte, la lotta spielberghiana contro il Nazismo. Il successo nel tempo ha generato altri film e la saga, come promette l'amministratore delegato della Disney Bob Iger, in un'intervista a Bloomberg, arriverà al quinto episodio.
In principio fu I predatori dell’Arca perduta. Era il 1981 e l’archeologo Indiana Jones invase il grande schermo. Ironia, l’amore per l’arte, la lotta spielberghiana contro il Nazismo. Il successo nel tempo ha generato altri film e la saga, come promette l’amministratore delegato della Disney Bob Iger, in un’intervista a Bloomberg, arriverà al quinto episodio. Già un anno fa era stata la presidente della Lucasfilm a far sapere: “Non abbiamo iniziato a scrivere una sceneggiatura, ma abbiamo già cominciato a parlarne”.
E sarà Harrison Ford, ritornato anche nei panni di Han Solo nell’ultimo Star Wars, a vestire nuovamente i panni del professore-archeologo. Il copione, ha rivelato l’attore che ha 73 anni, è in fase di sviluppo. “Siamo nella fase di sviluppo delle idee ma c’è una persona sotto contratto che in questo momento, se non sta lavorando al copione, dovrebbe farlo” ha detto Ford. La persona in questione è David Koepp, che ha firmato la sceneggiatura del quarto capitolo, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, che uscì nel 2008 e che incassò circa 800 milioni di dollari.
Dietro la macchina di presa ci sarà Steven Spielberg, regista di tutti e quattro i film della serie, che considera Ford l’unico interprete possibile del personaggio: “Non credo che nessuno possa sostituirlo, Non credo che succederà. Da sempre è mia intenzione che non accada quel che è successo con James Bond o Spider Man. C’è un solo Indiana Jones ed è Harrison Ford”. Si era infatti parlato di Bradley Cooper e Chris Pratt ma la dichiarazione di Spielberg non lascia dubbi. Dopo il primo film era arrivato Indiana Jones e il tempio maledetto (1984), Indiana Jones e l’ultima crociata con un meraviglioso Sean Connery, (1989). “Se son fruste – scriveva Davide Turrini sul Fatto.it – schioccheranno”.