Cronaca

Nel web, la tana dell’orco: torture, pedofilia e stupri

Nella “rete nascosta”, la pedopornografia è uno dei reati più diffusi, con migliaia di siti e materiale gratuito

Decido di non aprirlo: sullo schermo del computer lampeggia un link. Me lo ha inviato “Mirel”, un utente della darknet, l’Internet nascosta a cui si accede solo conoscendo indirizzi criptati precisi. Cliccando, secondo quanto continua a ripetermi, troverò “almeno tremila foto rubate da account di ragazzine: si immortalano mezze nude, le inviano ai loro amici che, o le diffondono o se le fanno rubare da chi è più esperto di loro”. In questo archivio, ci sarebbero anche video di sesso amatoriale, “quello vero, sottratto ai telefoni o agli archivi delle coppette. Dimentica quello di Youporn o Pornhub: questa è tutta un’altra cosa!”. Decido di non verificare. Gli esperti con cui ho parlato prima di addentrarmi nella darknet sono stati molto chiari su una cosa: avere anche la più piccola traccia di materiale pedopornografico sul proprio computer costituisce reato, non importa come ci sia arrivata e perché: tra quelle foto e quei video potrebbero esserci immagini di ragazzi minorenni.

Porno-horror, tra carpe violenze e animali

Mirel non ha chiesto soldi. Lo avevo contattato dopo un suo intervento in un forum americano della darknet, mi era sembrato esperto di pornografia nel deep web. “Qui gira di tutto – mi aveva raccontato – e non c’è limite all’indecenza. Ci sono scene e immagini ripugnanti che spesso non ho neanche il coraggio di guardare. Torture, violenze, sesso con gli animali. La zoofilia è uno degli argomenti più gettonati. Ci sono gruppi, discussioni e siti sull’argomento: ti ritrovi ovunque video e foto di questo genere. Sacrosanto: non tocca a noi giudicare i gusti delle persone”.

Altro link: mi propone la visione di un video intitolato “Sesso orale con una carpa”. Ringrazio, non lo apro. Mi viene in mente che la frase di presentazione di uno degli amministratori del forum italiano del deep web recita: “Non c’è nulla di più eccitante per una vergine o una vergine, che la sua verginità sia presa da un cadavere”. Il suo avatar è il disegno di una donna zombie, con teschi come fermacapelli.

“Non è pornografia: sui bambini è abuso”

Christian Karam è il capo del Lead Cyber Threat Research dell’Interpol. Lo contatto mentre vola dall’America alla Cina, dove tiene corsi di aggiornamento sulle indagini nella darknet e sui metodi per entrare nella mente dei cyber criminali, per intercettarli. “Abuso sessuale sui bambini, traffico di droga, traffico di armi, false identità, terrorismo, circolazione di malware, carding, data leaks, reti per gli omicidi e riciclaggio di denaro (anche se non è chiaro se questi ultimi servizi siano reali o solo truffe)”: l’elenco di Karam sui reati commessi qui inizia proprio con la pedofilia. “L’abuso sessuale sui bambini nel web oscuro è un tema molto diverso dai soliti commerci illegali. Ai pedofili non importa dei soldi: sono interessati solo a trovare nuovo materiale. Foto fresche, video mai visti. Per poter entrare a far parte di un network di pedofili ed essere accettato nella loro cerchia, devi condividere materiale originale”.

E la volatilità dei siti rende ancora più difficili le indagini. Le piattaforme nascono e muoiono più volte, anche nel corso di una stessa giornata. Siti, forum e network vengono messi online a orari predefiniti e chi li frequenta sa quale sia il momento giusto per collegarsi. “Quando parliamo di questo reato – dice Karam – cerchiamo di non usare il termine ‘pornografia infantile’. La pornografia è legale in molti paesi e per evitare che ci possa essere anche solo una minima allusione alla legalità, usiamo sempre e solo la parola ‘abuso’”.

Quel viaggio nei forum da dimenticare

Hard Candy, Jailbait, Lolita City, PedoEmpire, Love Zone. Sono solo alcuni dei siti individuati come contenitori di materiale pedopornografico. Un reportage realizzato dal sito online Cracked, racconta il viaggio di Pam come infiltrato in uno di questi network. Si accede solo su invito e se non si fornisce materiale illegale nel giro di dieci minuti si viene espulsi. Pam entra in 7axxn, una community di oltre 90mila utenti registrati, grazie a un imprevisto – ma fortunato – incontro su un forum: “Migliaia di gigabyte di pornografia infantile – racconta – Il set di dati più terrificante che esista. La maggior parte degli utenti è lì per il porno, ma in centinaia animano un vivace forum di discussione”. Ci sono topic sui metodi di abuso e sulle preferenze. Pam spiega che gli utenti si dividono in due categorie: i pedofili passivi, che si limitano a guardare e che spesso si vergognano degli impulsi che provano e quelli che, invece, organizzano violenze e rapimenti e sono alla ricerca di nuovi metodi. Ci sono, poi, i sondaggi: valutano la popolarità di quanto pubblicato. Su alcuni contenuti violenti che hanno come protagonisti dei bambini, ad esempio, circa il 40 per cento degli intervistati ha scelto l’opzione Love it!. Un orrore, tanto che, nel 2014, le pagine di Hidden Wiki (una sorta di catalogo dei siti della darknet) che contenevano i collegamenti a questi servizi sono state hackerate e tutti i link rimossi.

“Qui non sono ammessi pedofili e maniaci”

Tra piattaforme che offrono “1.400 video porno personali sottratti alle celebrities” al costo di circa 200 euro, e fornitissimi database di stupri (navigando, mi accorgo che molti video di questo genere sono disponibili anche gratuitamente) basta aprire qualche sito di pornografia generica per trovare, con indicazioni facili da intuire, foto di preadolescenti in posa, seminude. Chi le ha pubblicate rischia grosso: come racconteremo in seguito, le indagini delle forze dell’ordine sono capillari. Torno allora nel forum italiano. “Salve a tutti – scrive Luxas, un nuovo utente –, mi mandate i link onion dei siti dove vedere video e foto di ragazze sotto 18 anni?” Luxas specifica di non essere un pedofilo: “Ho un debole per le ragazzine nate negli anni 2000, 2001 e 2002. Adolescenti – ripete, rispondendo a chi gli intima di lasciare il forum – Non bambini!”. Passerà solo qualche minuto prima che intervenga l’amministratore. “Vai a farti curare – scrive – Intanto, sei bannato”. Dopo mezz’ora, l’aggiornamento del post. “Lascio qui questa – scrive l’admin inserendo la mail con cui Luxas si è registrato – Nel caso qualche scrupoloso polpostino (agente della Polizia postale ndr) volesse fare qualche ricerca. Nella registrazione c’è scritto chiaramente che questi comportamenti e questi discorsi non sono tollerati e che sono perseguiti”. Con pochi passaggi, scopro che quella mail è collegata a un rivenditore di “pesci d’acqua dolce” delle Marche. La mail è stata usata come contatto per la pagina Facebook delle vendite. Associato, c’è anche un numero di telefono. Torno nel forum e scopro che gli altri utenti mi hanno superata. “Facendo qualche altra ricerca, si trova anche un’altra sua mail”, scrive Tamankas postandola e associandole un profilo di Yahoo Answer.

Nelle decine di post che quest’utente ha lasciato sul sito, c’è scritto che ha 17 anni. In uno, chiede se il suo interesse verso ragazze così giovani non sia malsano. In un altro vuole sapere cosa cerchino le 15enni in un uomo. Le domande però sono di due anni fa. Oggi, questo ragazzo, di anni dovrebbe averne quasi 20.

Deep web

Per mesi Virginia Della Sala ha usato un vecchio computer per indagare cosa succede in quell’Internet parallela a cui si accede soltanto conoscendo le sequenze di numeri e cifre che nascondono gli indirizzi, il regno di spacciatori di droga, trafficanti di armi, terroristi, pedofili e idealisti. Facile l’accesso, garantito l’anonimato, ma i rischi possono essere molto elevati