A soli 25 anni il campioncino valdostano ha raggiunto l'icona della specialità azzurra nella classifica di vittorie in Coppa del Mondo. Davanti a sè ha un futuro radioso e nuovi record: "I risultati in campo internazionale di un singolo fanno bene a tutto il movimento, che non è più quello degli anni d'oro"
“Sta rendendo facile ciò che non lo è, posso dirlo con cognizione di causa”. Pietro Piller Cottrer non è più il solo recordman italiano di vittorie nella Coppa del Mondo di sci di fondo. Da venerdì condivide la poltrona con Federico Pellegrino, che sulla pista svizzera di Lenzerheide ha tagliato prima di tutti il traguardo per la sesta volta. Ha così detronizzato un altro grande sprinter italiano, Cristian Zorzi, fermo a cinque successi in World Tour, e affiancato l’ex fondista di Pieve di Cadore, oggi 41enne e allenatore della Nazionale Under 25. Una stagione straordinaria, quella di Pellegrino, farcita finora di tre vittorie che gli valgono anche il primato nella classifica di specialità.
“Sono consapevole che i record sono fatti per essere battuti. Ho sempre detto d’essere orgoglioso del risultato che avevo raggiunto ma che sarebbe arrivato il giorno in cui un altro italiano mi avrebbe affiancato o superato. Quel momento è oggi e sono estremamente felice perché i risultati in campo internazionale di un singolo fanno bene a tutto il movimento”, spiega Piller Cottrer a ilfattoquotidiano.it. Caterpiller, cinque medaglie olimpiche tra cui un oro e tre ai Mondiali, elogia Pellegrino che a soli 25 anni e con metà carriera davanti ha la possibilità concreta di staccarlo nella classifica dei successi raggiunti da fondisti azzurri: “Tra la mia prima e la mia ultima vittoria è passata un decennio, Federico sta bruciando le tappe e ha la possibilità di doppiare il risultato raggiunto in Svizzera – afferma Piller Cottrer – E’ in uno stato di forma straordinario che gli consente di far quel che vuole. Anche se muta qualcosa nel corso della gara, riesce a modificare strategia e tattica. Sta rendendo facile cioè che non lo è”.
A riprova del pensiero di Piller Cottrer ci sono i numeri e il modo in cui Pellegrino conduce le gare. In Svizzera ha controllato la situazione in ogni serie, fin dalle qualificazioni chiuse con il miglior tempo. Nei quarti e in semifinale ha lasciato sfogare la concorrenza, poi in finale ha contenuto gli attacchi di Sergey Ustigov per poi superarlo nella discesa prima del rettilineo che conduce al traguardo, tagliato senza affanni. È arrivato così il sesto sigillo nelle ultime sette gare in pattinato che lo porta in testa alla classifica della specialità con 110 punti di vantaggio sul norvegese Sondre Fossli e 154 su Finn Hagen Krogh, lo sprinter più veloce della scorsa stagione.
Con otto prove ancora da disputare, si fa concreto il “rischio” che Piller Cottrer si veda raggiunto dal campione valdostano in un’altra classifica: “Uno dei successi più belli della mia carriera, assieme alla prima vittoria a 22 anni nella 50 km di Oslo e alla medaglia nei Mondiali di Vancouver 2010 quando ne avevo 35, è la chiusura al primo posto della stagione di Coppa del Mondo distance perché a oggi sono l’unico italiano ad avercela fatta in campo maschile – spiega Caterpiller – Dico “a oggi” perché presto condividerò anche questo primato con Chicco: i risultati che sta ottenendo fanno pensare che sarà il miglior sprinter dell’anno”.
Piller Cottrer si occupa anche della crescita dei giovani azzurri assieme a Luciano Cardini. La Fisi lo ha chiamato ad allenare subito dopo il suo ritiro e oggi inizia a raccogliere i primi frutti del suo lavoro: “Tra gli atleti di cui sentiremo parlare c’è Giandomenico Salvadori, leader in Coppa Europa e proprio in questi giorni secondo degli italiani in una delle sue prime apparizioni in Coppa del Mondo – racconta – Tra le ragazze stiamo finalmente recuperando Debora Agreiter dopo due stagioni tormentate dagli infortuni e contiamo molto sulle potenzialità nello sprint di Greta Laurent, tra l’altro fidanzata di Pellegrino”. Restano comunque lontani i tempi d’oro per lo sci di fondo italiano: “Non possiamo nasconderci dietro le vittorie di Pellegrino e gli eccellenti risultati di Francesco De Fabiani. Tolti loro, i nostri sono attardati. Ma la spinta di entrambi è un grosso stimolo per gli altri. I successi che ho raccolto con Di Centa, Zorzi e Valbusa erano frutto anche di un’estrema competitività in allenamento. Ogni appuntamento diventata una gara di Coppa del Mondo: alzavamo il livello nel lavoro quotidiano e di conseguenza miglioravano anche i risultati in gara”.