“Questo era il poliziotto che la notte del 14/6/2008 era presente nella caserma quando hanno preso Giuseppe”. Dopo Ilaria Cucchi, anche Lucia Uva, sorella di Giuseppe – morto il 14 giugno 2008 all’ospedale di Varese dopo essere stato fermato per strada e portato in caserma – pubblica un post sul suo profilo Facebook con la foto di Luigi Empirio – un autoscatto a torso nudo in palestra, i muscoli in vista come per il carabiniere del caso Cucchi – che è a processo assieme ad altri appartenenti alle forze dell’ordine, dopo una lunga vicenda giudiziaria che non si è ancora conclusa. Secondo i familiari, Uva avrebbe subito violenze in caserma. I poliziotti (intervenuti in supporto ai militari) e il carabiniere imputato hanno invece sempre negato.
“Ha un profilo di Facebook – scrive Lucia Uva nel suo post – io che colpa ne ho se come Ilaria Cucchi voglio farmi del male per vedere in faccia chi ha passato gli ultimi attimi di vita di mio fratello. Questo soggetto a Giuseppe lo conosceva molto bene. Mettetevi bene in testa noi vittime dello Stato vogliamo solo la verità è non ci fermeremo fin quando i colpevoli non verranno tutti fuori”.
Così come Ilaria Cucchi (che il legale del carabiniere ha annunciato di voler denunciare dopo il suo post), anche la sorella di Giuseppe Uva ha invitato gli amici a non insultare il poliziotto, per non fare “il loro gioco”. “Comportiamoci da persone intelligenti – ha concluso – niente offese come loro hanno fatto coi nostri cari, niente guerra. Noi vogliamo solo la verità e giustizia per tutti, nessuno escluso“. Dopo poche ore Lucia Uva ha rimosso il post con la foto. La donna ha poi aggiunto: “Ciao amici. Come vi avevo annunciato, mi ha tolto l’amicizia. Il palestrato non ha avuto le palle di lasciare quello che scriveva, e io gli avevo risposto, ma a quanto pare la verità brucia”.
I carabinieri, la notte del 14 giugno 2008, fermarono l’artigiano Giuseppe Uva, 43 anni, e l’amico Alberto Biggiogero mentre, ubriachi, spostavano delle transenne per regolare il traffico. Sette ore dopo l’uomo morì all’ospedale di Circolo, a causa di “insufficienza respiratoria con conseguente edema polmonare”.