Cronaca

Stefano Cucchi, legale del carabiniere: “Sommerso da minacce di morte dopo il post. Denunceremo la sorella”

Lo annuncia il difensore di Francesco Tedesco, il carabiniere indagato insieme ad altri colleghi nell'inchiesta bis sulla morte del geometra romano. Un altro militare: "Venne arrestato un grande spacciatore"

Ilaria Cucchi sarà denunciata per diffamazione. Ad annunciarlo è il difensore di Francesco Tedesco, il carabiniere indagato insieme ad altri colleghi nell’inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi, dopo che la sorella del geometra romano ha pubblicato su Facebook la sua foto per far “vedere le facce di coloro che hanno ucciso” Stefano, arrestato il 15 ottobre 2009 e morto dopo una settimana all’ospedale Pertini. “Il mio assistito dopo il post su Facebook di Ilaria Cucchi è stato sommerso da minacce di morte rivolte a lui e ai suoi familiari – ha detto l’avvocato Elio Pini – Per questo, oltre a denunciare Ilaria Cucchi per diffamazione, denunceremo anche gli autori di queste minacce”.

Sulla vicenda interviene anche Roberto Mandolini, l’allora vice comandante della stazione di Tor Sapienza, indagato da tempo per falsa testimonianza. “I carabinieri hanno fatto il loro dovere, arrestarono un grande spacciatore che spacciava fuori le scuole di un parco di Roma dopo l’esposto di alcune mamme e genitori preoccupati. Questo hanno fatto e basta, tutto il resto è speculazione politica per soldi e per arrivare in parlamento”. Queste le parole con cui il carabiniere Mandolini ribatte al post di Ilaria Cucchi, che le definisce “sottili minacce e calunnie”.

L’inchiesta bis sulla morte di Cucchi è stata aperta dopo un esposto della famiglia e alla luce di quanto scritto nelle motivazioni della sentenza dai giudici d’appello. Nel mirino della procura di Roma sono finiti i carabinieri che fermarono il geometra il 15 ottobre del 2009. In particolare, gli investigatori vogliono fare luce su quanto accaduto dal momento dell’arresto fino all’arrivo nelle celle del tribunale. I giudici d’appello avevano sostenuto che Cucchi “fu sottoposto ad una azione di percosse” e “non può essere definita una ‘astratta congettura’ l’ipotesi prospettata in primo grado, secondo cui l’azione violenta sarebbe stata commessa dai carabinieri che lo hanno avuto in custodia nella fase successiva alla perquisizione domiciliare”.

Nel registro degli indagati sono iscritti i cinque carabinieriAlessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro, Francesco Tedesco e Vincenzo Nicolardi. Per la prima volta si è ipotizzato il reato di lesioni aggravate per i primi tre militari, che parteciparono alla perquisizione in casa Cucchi e al suo trasferimento nella caserma Appia. Nicolardi è accusato di falsa testimonianza, così come Mandolini. Intanto il prossimo 29 gennaio si terrà l’incidente probatorio per accertare la causa della morte di Cucchi, come ha chiesto la procura, che parla di “violentissimo pestaggio”. Pochi giorni fa è stata pubblicata un’intercettazione in cui l’ex moglie di uno dei militari indagati gli rinfaccia di averle raccontato delle botte a Cucchi: “Lo hai raccontato tu che avete picchiato quel drogato di merda”.