Il mio ultimo post sull’errata congettura che sussista un qualche nesso tra riduzione nell’evasione e livello della pressione fiscale ha generato accese discussioni tra i commenti e sui social network.
In particolare quello che in molti lettori sembrano non comprendere è il carattere variabile di alcune misure di contabilità nazionale (es. spesa pubblica) o di fenomeni sociali (evasione etc.) al variare di talune condizioni date: se nel 2015 le imposte valevano 100, i contribuenti tassati erano 8 e gli evasori 2 (ipotizzati totali per semplicità) non si può immaginare di dividere i 100 per 10 invece che per 8 poiché se nel 2015 non fosse stato possibile evadere, sarebbero stati diversi sia il totale di imposte da pagare che il numero dei contribuenti dal momento che gli individui reagiscono alle condizioni in cui si trovano.
Senza la comprensione di questo aspetto fondamentale non è possibile comprendere correttamente come funzionano i sistemi economici. Perché il numero dei contribuenti cambia? Ad esempio
per via del fenomeno della traslazione d’imposta, i prezzi di alcuni beni e servizi incorporano la possibilità di evadere per il venditore. Se il venditore non può evadere come da noi ipotizzato allora proverà
ad alzare i prezzi (pensiamo al compenso di un idraulico) per traslare le imposte che in alternativa avrebbe evaso oppure se si tratta di servizi prestati sceglierà di lavorare di meno perché meno conveniente (pensiamo alle lezioni private date in nero dai prof di liceo) in ogni caso avrà un reddito diverso (verosimilmente inferiore) e pagherà un importo diverso di imposte.
Dunque non si può prendere l’importo evaso in certe condizioni (in quell’anno, in quel paese con quelle aliquote) e immaginare di “redistribuirlo” tra gli altri contribuenti con lo slogan “pagare tutti pagare meno”. Vale la pena a questo proposito considerare che con un livello di pressione fiscale più basso diventa meno “conveniente” evadere poiché il vantaggio ottenuto infrangendo la legge si riduce, dunque se combattere l’evasione (che va perseguita come reato, non per finalità morali o di equità) non è detto ci aiuti a ridurre le imposte, viceversa ridurre le imposte può essere utile per ridurre l’evasione.
Il numero dei contribuenti cambia anche perché rimuovendo teoricamente la possibilità di evadere alcune attività economiche non verrebbero svolte affatto. Per semplificare, potremmo dire che alcuni evasori non possono essere trasformati in contribuenti perché se non potessero evadere non produrrebbero affatto il reddito che oggi sottraggono al fisco.
Passando dalla teoria alla pratica esistono anche una frazione dell’evasione fiscale che non è conveniente recuperare perché il costo del recupero è superiore al ricavato: pensiamo ai lavori di studenti part time come baby sitter e simili.
Dunque volendo ragionare del fenomeno dell’evasione e di come ridurla è opportuno evitare “aritmetiche semplificate” e fuorvianti che non tengono conto di come funziona la realtà. Un approccio non distorto al problema, che tenga conto delle reazioni degli individui al mutamento delle circostanze, dovrebbe invece portarci a concludere che il modo migliore per mitigare l’ingiustizia percepita dai contribuenti onesti consiste nel:
1) ridurre la pressione fiscale, in modo da fornire un beneficio a tutti i contribuenti onesti e ridurre l’incentivo per i disonesti ad evadere;
2) semplificare il sistema fiscale in modo da rendere più agevole l’individuazione di chi non rispetta la legge;
3) ridurre la spesa pubblica clientelare per rendere permanente la riduzione nella pressione fiscale e migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione (fornire gli stessi servizi o migliori spendendo di meno).
Il punto 3 chiama in causa un’altra grandezza, quella della spesa pubblica, solo come insieme di fondi impiegati per pagare beni meritori come istruzione, sanità etc. con la conseguenza che i tagli alla spesa hanno sempre l’effetto di ridurre il benessere della collettività.
Anche questo è fuorviante:
la spesa pubblica è la leva principale attraverso cui
il governo interviene nell’economia e redistribuisce le risorse tra gli individui conferendo benefici ad alcuni a spese degli altri. E’ abbastanza evidente come sia possibile per chi è al governo indirizzare una parte di questi fondi verso l’acquisizione del consenso elettorale (alimentando strutture burocratiche fini a se stesse e non utili alla società’ con conseguente l’assunzione di personale o l’acquisto di beni e servizi non necessari): si tratta di benefici conferiti a una minoranza di privilegiati, a spese del resto della popolazione, che
dovrebbero destare almeno tanta indignazione quanta ne suscita l’evasione fiscale.
Dunque la spesa pubblica può (dovrebbe) essere ridimensionata con tre vantaggi per la maggioranza dei cittadini onesti,
1) risparmio di risorse che potrebbero essere meglio allocate;
2) possibilità di ridurre in modo permanente la pressione fiscale;
3) riduzione della possibilita; per i professionisti della politica di acquistare il consenso elettorale a spese dei contribuenti.
In questo modo sarebbe possibile interrompere il circolo vizioso della spesa clientelare ben rappresentata dalla dinamica del debito pubblico
in questa infografica.
Senza voler fare alcuna difesa degli evasori, il cui operato va perseguito come qualunque altra violazione della legge, dovremmo forse provare a guardare al fenomeno in modo meno semplicistico e con gli strumenti analitici adeguati.
Massimo Famularo
Esperto di crediti bancari in sofferenza
Economia & Lobby - 5 Gennaio 2016
Evasione fiscale, no alle soluzioni semplicistiche
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Roma, 23 feb. - (Adnkronos) - Resterà per sempre il cantante di "Bandiera gialla", canzone simbolo della musica leggera degli anni '60: Gianni Pettenati è morto nella sua casa di Albenga (Savona) all'età di 79 anni. L'annuncio della scomparsa, avvenuta nella notte, è stato dato con un post sui social dalla figlia Maria Laura: "Nella propria casa, come voleva lui, con i suoi affetti vicino, con l'amore dei suoi figli Maria Laura, Samuela e Gianlorenzo e l'adorato gatto Cipria, dopo una lunga ed estenuante malattia, ci ha lasciato papà. Non abbiamo mai smesso di amarti. Ti abbracciamo forte. Le esequie si terranno in forma strettamente riservata".
Nato a Piacenza il 29 ottobre 1945, Gianni Pettenati debutta nel 1965, vincendo il Festival di Bellaria ed entra a far parte del gruppo degli Juniors e nel 1966, accompagnato dallo stesso gruppo, incide il suo primo 45 giri, una cover di "Like a Rolling Stone" di Bob Dylan intitolata "Come una pietra che rotola", seguita da quello che rimane il suo maggiore successo "Bandiera gialla", versione italiana di "The pied piper" incisa lo stesso anno da Patty Pravo (in lingua originale, come lato B del singolo "Ragazzo Triste" per la promozione del locale Piper Club di Roma, diventando il brano simbolo della famosa discoteca), diventata un evergreen, immancabile quando si gioca al karaoke o nelle serate revival nelle discoteche e nelle feste. Il 45 giri successivo, nuovamente con gli Juniors, è "Il superuomo" (cover di "Sunshine superman" di Donovan), mentre sul lato B del disco compare "Puoi farmi piangere" (cover di "I put a spell on you" di Screamin' Jay Hawkins, incisa con l'arrangiamento della versione di Alan Price), con il testo italiano di Mogol. Sempre nel 1967 Pettenati partecipa al Festival di Sanremo con "La rivoluzione", a Un disco per l'estate con "Io credo in te", al Cantagiro con "Un cavallo e una testa" (scritta da Paolo Conte) e a Scala Reale sul Canale Nazionale della Rai in squadra con il vincitore di quell'anno, Claudio Villa, e con Iva Zanicchi, battendo Gianni Morandi, Sandie Shaw e Dino.
Nel 1968 insieme ad Antoine entra in finale al festival di Sanremo con "La tramontana", brano molto fortunato che il cantante piacentino ha sempre riproposto nei suoi concerti. Seguono altri successi come "Caldo caldo", "Cin cin", "I tuoi capricci" e collaborazioni artistiche con diversi autori della canzone italiana. Critico musicale, Pettenati è autore di diversi libri sulla storia della musica leggera italiana tra cui "Quelli eran giorni - 30 anni di canzoni italiane" (Ricordi, con Red Ronnie); "Gli anni '60 in America" (Edizioni Virgilio); "Mina come sono" (Edizioni Virgilio); "Io Renato Zero" (Edizioni Virgilio); "Alice se ne va" (Edizioni Asefi). Nel 2018 era stata concessa a Pettenati la legge Bacchelli che prevede un assegno vitalizio di 24mila euro annui a favore di cittadini illustri, con meriti in diversi campi, che versino in stato di particolare necessità. (di Paolo Martini)
Parigi, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Tre persone, oltre al presunto autore, sono state arrestate per l'attacco mortale di ieri a Mulhouse, nell'est della Francia. Lo ha reso noto la Procura nazionale antiterrorismo. Il principale sospettato, nato in Algeria 37 anni fa, è stato arrestato poco dopo l'aggressione con coltello che ha ucciso un portoghese di 69 anni e ferito almeno tre agenti della polizia municipale.
Mosca, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - "Il destino ha voluto così, Dio ha voluto così, se così posso dire. Una missione tanto difficile quanto onorevole - difendere la Russia - è stata posta sulle nostre e vostre spalle unite". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin ai soldati che hanno combattuto in Ucraina, durante una cerimonia organizzata al Cremlino in occasione della Giornata dei Difensori della Patria.
Kiev, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invocato l'unità degli Stati Uniti e dell'Europa per giungere a una "pace duratura", alla vigilia del terzo anniversario dell'invasione russa e sulla scia della svolta favorevole a Mosca presa da Donald Trump.
"Dobbiamo fare del nostro meglio per una pace duratura e giusta per l'Ucraina. Ciò è possibile con l'unità di tutti i partner: ci vuole la forza di tutta l'Europa, la forza dell'America, la forza di tutti coloro che vogliono una pace duratura", ha scritto Zelensky su Telegram.
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Beirut, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Decine di migliaia di persone si sono radunate per partecipare ai funerali di Hassan Nasrallah, in uno stadio alla periferia di Beirut. Molte le bandiere di Hezbollah e i ritratti del leader assassinato che ha guidato il movimento libanese, sostenuto dall'Iran, per oltre tre decenni. Uomini, donne e bambini provenienti dal Libano e da altri luoghi hanno camminato a piedi nel freddo pungente per raggiungere il luogo della cerimonia, ritardata per motivi di sicurezza dopo la morte di Nasrallah avvenuta in un massiccio attacco israeliano al bastione di Hezbollah a Beirut sud a settembre.
Mentre la folla si radunava, i media statali libanesi hanno riferito di attacchi israeliani in alcune zone del Libano meridionale, tra cui una località a circa 20 chilometri dal confine. L'esercito israeliano ha affermato di aver colpito nel Libano meridionale "diversi lanciarazzi che rappresentavano una minaccia imminente per i civili israeliani". Ritratti giganti di Nasrallah e di Hashem Safieddine (il successore designato di Nasrallah, ucciso in un altro attacco aereo israeliano prima che potesse assumere l'incarico) sono stati affissi sui muri e sui ponti nella parte sud di Beirut. Uno è stata appeso anche sopra un palco eretto sul campo del gremito Camille Chamoun Sports City Stadium, alla periferia della capitale, dove si svolgeranno i funerali dei due leader.
Lo stadio ha una capienza di circa 50mila persone, ma gli organizzatori di Hezbollah hanno installato decine di migliaia di posti a sedere extra sul campo e all'esterno, dove i partecipanti potranno seguire la cerimonia su uno schermo gigante. Hezbollah ha invitato alla cerimonia alti funzionari libanesi, alla presenza del presidente del parlamento iraniano, Mohammad Bagher Ghalibaf, e del ministro degli Esteri Abbas Araghchi. Quest'ultimo, in un discorso da Beirut, ha descritto i leader assassinati come "due eroi della resistenza" e ha giurato che "il cammino della resistenza continuerà".
Beirut, 23 feb. (Adnkronos) - La rete libanese affiliata a Hezbollah Al-Mayadeen ha riferito che Israele ha effettuato un attacco aereo nell'area di Al-Hermel, nella regione della Bekaa, nel Libano orientale.