Tra le novità anche il divieto di usare animali: per la prima volta niente oche, né asini, né cammelli ma un plotone di biciclette. Eliminata anche la fila riservata ai vip che ospiterà invece bambini con disabilità. A Valencia l'opposizione grida al "genocidio culturale". A Madrid sfilata vietata a 800 bambini di una scuola dell'Opus Dei
Non solo Re Magi. Quest’anno in Spagna, per la tradizionale sfilata dedicata ai più piccoli, a fare Gasparre, Melchiorre e Baldassarre ci saranno anche delle donne. Le Regine Maghe, appunto. La modifica introdotta ai tipici cortei dedicati, il 5 e il 6 gennaio, alla festa nazionale dei Re Magi, genera polemiche. E non poche. A Madrid, Valencia o Cadice, per citare solo tre città dove la tradizione cambia, l’introduzione di alcune innovazioni nelle parate, fatte di luci e caramelle a iosa per i bambini, ha portato accuse incrociate tra le fazioni politiche. E proprio in barba allo spirito del Natale. Popolari e Ciudadanos parlano di “stupidità” e di “attentato” deliberato alla tradizione e ai valori religiosi. Cosa c’entrano le donne? E Baldassare? Per la prima volta sarà davvero interpretato da un uomo (o una donna) di colore. Giacché la festa è dedicata ai bambini, forse loro nemmeno se ne accorgeranno. Ma tanto basta per additare questi cambiamenti come “settarismo ideologico tipico di Podemos”.
Annely Matos, una madrilena d’adozione di 40 anni, dice alla stampa nazionale di essere quasi sconcertata: “Perché non potrei essere io un re magio? Sono pure di colore, non devono nemmeno dipingermi la faccia”, dice la domenicana che farà Baldassare nel quartiere di Ciudad Lineal della capitale. Lei, diventata ormai una star, sarà la prima donna a travestirsi da re magio in una sfilata ufficiale del Comune. Tra le novità c’è poi anche il divieto di usare animali: per la prima volta niente oche, né asini, né cammelli. La carovana sarà preceduta da un plotone di biciclette. “Colpa degli animalisti”, storcono il naso i consiglieri d’opposizione. La super sindaca di Podemos Manuela Carmena ha anche abolito i tradizionali palchi riservati ai vip: la prima fila sarà riservata esclusivamente ai bambini con disabilità. Una delle misure più controverse ha poi investito come un tornado una scuola dell’Opus Dei. La giunta della capitale ha vietato alla scuola, con 800 bambini, di partecipare attivamente a una delle sfilate che percorreranno Madrid, perché quel sistema scolastico impone la segregazione tra maschietti e femminucce, cosa che, secondo l’amministrazione municipale “incoraggia la discriminazione“.
Va molto peggio a Valencia, dove le polemiche politiche hanno sfiorato l’insulto. Il sindaco Joan Ribó ha riesumato la scorsa domenica una sfilata “repubblicana”, risalente al 1937, dove le protagoniste sono le fate Libertà, Uguaglianza e Fraternità. All’epoca la sfilata era stata concepita per distrarre i bambini dagli orrori della guerra civile. Quest’anno la festa è stata recuperata dall’associazione culturale Sociedad Coral El Micalet. La peculiare sfilata è finita con le tre maghe affacciate al balcone del palazzo comunale e un discorso del sindaco a difesa della “multiculturalità, le diverse religioni e l’esistenza di molte famiglie non credenti”. Non l’hanno pensata così dall’opposizione e c’è chi, come il quotidiano online Periodista Digital, ha qualificato le tre maghe come “prostitute venute dall’Est al servizio di Podemos” e ha gridato al “genocidio culturale“. Lo stesso sindaco ha poi spiegato che la tradizionale sfilata dei Re Magi non è stata rimossa e che questa manifestazione “laica” era un atto organizzato da un’associazione culturale. “Se l’opposizione voleva impedirla, doveva parlare prima”. E poi ha aggiunto che queste critiche fanno parte “dell’isterismo del PP”, dato che nulla è stato eliminato”.
Inoltre ha ricordato che ha aperto le porte del Comune a questa festa così come lo ha fatto ai giovani cristiani della comunità ecumenica francese di Taizé, che si sono riuniti in questi giorni nella città. Secondo l’opposizione però essere contro il maltrattamento degli animali, difendere l’uguaglianza tra uomini e donne e appoggiare una forma di laicità dello Stato non ha nulla a che vedere con l’uso di questi valori per distruggere i riti e le tradizioni della nostra società, “rischiando di confondere perfino i bambini”. In fondo però, ai più piccoli, l’unica cosa che importa è che anche quest’anno ci siano valanghe di caramelle.
@si_ragu