Facciamo finta, facciamo finta che io sia un poeta. Che cosa vi costa? Il mio motto è : fingere sempre, mentire mai. In questo film, in questo piccolo film domestico, per chi è curioso, c’è una sintesi della mia vita. Non è una vita alla Lord Byron. Anzi, dimenticatevi Lord Byron. L’unico punto in comune è questo: la mia è una vita zoppa. Non sono io a zoppicare ma la mia vita. Una vita claudicante, malferma, sempre sul punto di precipitare nell’insignificanza.
La dimensione lavorativa è ridotta al minimo “dispensabile “. Potrei anche non lavorare, ma un giorno alla settimana di lavoro mi sembra un buon compromesso con la mia pigrizia. Ogni mattina devo dare un senso alla mia vita, senza la rete di protezione del lavoro, mi ritrovo a volteggiare nel vuoto. Il tempo libero diventa una condanna, tutto è tempo libero, ogni sacrosanto secondo è libero, quindi ogni secondo è una condanna. Tocco con mano la gratuità dell’esistenza, una radice nauseante, ma nello stesso tempo esaltante. E la noia rivela una vertigine divina. La noia è l’automatismo dell’assoluto, nelle sue viscere si plasmano angeli, demoni, e struzzi dalla velocità assassina.
Scansare le fatiche è la mia attitudine, il mio innato talento. In questo sono un genio. Eppure, con la mia caracollante accidia convivo benissimo. Equilibrista tra il nulla e l’essere, sulla corda tesa di una vanità pulsante, ho ancora il coraggio di vivere. E creo forme di dolore, vortici di rassegnazione bellicosa, una miscela di evanescenza e sbadiglio, di gratitudine e rivolta, sempre alla ricerca del mio volto scorniciato, quel volto che scivola dallo specchio e si perde in un ignoto domestico che ha il sapore dell’universo.
AFORISMA DEL GIORNO :
Come sono affezionato alle banalità di ogni giorno. Ieri ero al bar a bere un caffè, una mia vicina mi ha visto senza capelli e mi ha chiesto: “Perché si è rasato a zero i capelli”? “Per sembrare
più giovane signora”. Lei mi ha guardato, poi finendo il suo caffè ha detto : ” Ah, ma non si può nulla contro il tempo che passa”. Anche Luciano dietro il bancone era in ascolto e ha esclamato: “Così è la vita!”. Già. Non c’è scampo. Così è la vita. Ma perché invece di inquietarmi questo modo di dire mi emoziona tanto?