La bellezza rilassata e baltica di Tallinn, il freddo e l’efficienza di Oslo, il caos frenetico e produttivo di Londra. Di certo, non il fascino delle città d’arte italiane o la quiete della provincia dello Stivale. Ci sono indubbiamente Paesi dove, al mondo, è più facile cercare e trovare lavoro e l’ultima classifica in tal senso arriva da Glassdoor Economic Research, importante istituto di ricerche economiche nell’ambito del mercato occupazionale (sotto il report completo).

A sorpresa, prima in classifica risulta l’Estonia, piccola nazione da meno di un milione e mezzo di abitanti e che fino al 1991 faceva parte dell’Unione Sovietica. Seconda, appunto, la Norvegia, terra diventata ricchissima negli ultimi decenni per il boom del petrolio e di altre risorse energetiche e dove, fra l’altro, negli ultimi anni si è registrato un progresso tecnologico quasi da Silicon Valley ‘allargata’. Terzo sul podio, infine, il Regno Unito, dove già ora vive più di mezzo milione di italiani e dove, ultimi dati alla mano, fra giugno 2014 e giugno 2015 ben 60mila italiani hanno fatto richiesta del National Insurance Number, il ‘codice fiscale britannico’, dimostrando quindi l’avvio di un rapporto di lavoro al di là della Manica. L’Italia, appunto, arriva solo 13esima nella lista di Glassdoor, seguita nella classifica dei primi 16 Paesi soltanto dal Portogallo, dalla Grecia e dalla Spagna.

L’analisi dell’ente di ricerca si basa su diversi parametri. Si va dal tasso di disoccupazione a quello di lavoro part-time ‘involontario’, quindi imposto dalle aziende, che in Italia risulta particolarmente alto. Ancora, per l’istituto, è importante la differenza fra il tasso di occupazione pre-crisi e quello attuale, così come sono importanti livello di istruzione e tendenza alla formazione professionale. Ancora, essenziale per Glassdoor, è che ci sia un basso tasso di impiego del lavoro a tempo determinato, che invece in Paesi come l’Italia risulta abbastanza sostenuto. Ultime in classifica Spagna e Grecia, dove gli ultimi dati mostrano un tasso di disoccupazione ‘tendente’ al 25% e superiore al 50% per quanto riguarda il dato giovanile. Mancanza di lavoro per le giovani generazioni che si fa sentire, come noto, anche in Italia, dove il tasso di disoccupazione per questa categoria è superiore al 40%, contro per esempio il 17% del Regno Unito.

Inoltre, ma forse non occorreva neanche uno studio scientifico per dimostrarlo, è emerso come in Europa il lavoro a tempo determinato sia sinonimo di scarsa flessibilità, bassi stipendi, poca sicurezza e orari di lavoro spesso molto difficili, tutti elementi che di certo rendono il lavoro ancora meno attraente. Anche in questo senso, la regina del podio, l’Estonia, mostra un tasso di lavoro a tempo determinato inferiore al 3%, di poco superiore nel Regno Unito.

E parlando con il quotidiano britannico The Independent, il capo della ricerca economica di Glassdoor, Andrew Chamberlain, ha imputato molti dei problemi dei Paesi più sfortunati sul fronte occupazionale “alle regole del mercato del lavoro assai poco flessibili e che è stato difficile riformare negli ultimi anni”. Una prova di questo, per l’istituto, sarebbe il fatto che la Francia, avendo un mercato del lavoro dalle regole molto ferree, offra “opportunità occupazionali molto più povere di quelle offerte da altre realtà”, pur avendo altri punti di forza che la porrebbero al pari dei primi Paesi in classifica. Per chi invece è vincente, determinanti risultano anche fattori come “la qualità della forza lavoro”, “le politiche del mercato” e “il contesto economico che supporta la crescita dell’occupazione”.

(Ecco la lista completa: 1- Estonia, 2- Norvegia, 3- Regno Unito, 4- Austria, 5- Danimarca, 6- Germania, 7- Svizzera, 8- Belgio, 9- Finlandia, 10- Olanda, 11- Francia, 12- Irlanda, 13- Italia, 14- Portogallo, 15- Grecia, 16- Spagna).

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