I giudici contabili in appello hanno deciso di decurtare le somme che Paolo Forlani, Luca Pollastri, Enzo Pontani e Monica Segatto erano stati condannati a pagare: dei due milioni sborsati dal ministero dell'Interno, dovranno versare cifre dai 16mila ai 67mila euro. I quattro hanno potuto beneficiare dell'indulto erariale
Dei due milioni versati dal ministero dell’Interno alla famiglia Aldrovandi i quattro poliziotti responsabili della morte di Federico pagheranno cifre dai 16mila ai 67mila euro. È la decisione finale della seconda sezione d’appello della Corte dei Conti.
Anche in questo caso Paolo Forlani, Luca Pollastri, Enzo Pontani e Monica Segatto beneficeranno di un indulto. In sede penale scontarono appena sei mesi dei tre anni e mezzo di condanna per omicidio colposo. In sede contabile si vedono i risarcimenti enormemente decurtati rispetto alle prime previsioni.
L’indulto prevede una riduzione del risarcimento dal 10 al 20% del totale o in casi eccezionali fino al 30%. Questo il caso degli agenti. E così il danno conseguente all’azione dei quattro poliziotti si limita a un totale di 150mila euro. Grazie a questo escamotage Pontani e Pollastri dovranno versare entro 60 giorni 67mila a testa. Segatto e Forlani 16mila.
Nel febbraio del 2014, infatti, la procura presso la Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna aveva chiesto una rivalsa pari all’intera somma pagata dal Viminale alle parti civili dopo il processo di primo grado “a titolo di danno erariale e danno di immagine”. Ossia 467.000 euro a testa. La Corte di prima istanza accolse però alcune circostanze “attenuanti” avanzate dalle difese. Vale a dire l’inadeguata organizzazione del servizio imputabile all’amministrazione del Ministero e gli ottimi precedenti di carriera, la forte tensione emotiva, il contesto operativo foriero di forte stress.
In particolare la prima condizione permise un considerevole sconto di pena. Sottintendendo una corresponsabilità in termini di preparazione ed equipaggiamento del suo personale da parte del Viminale, la Corte nel marzo 2015 imputò ai quattro agenti appena il 30% della somma versata alla famiglia: 561.280,47 euro in totale. E così, anziché 467.000 euro a testa, Enzo Pontani e Luca Pollastri, l’equipaggio di Alfa 3, il primo a intervenire in via Ippodromo e quindi il primo a ingaggiare la violenta colluttazione con il diciottenne, venivano chiamati a risarcire 224.512,18 euro ciascuno. Monica Segatto e Paolo Forlani, l’equipaggio della seconda volante Alfa 2, giunta successivamente sul posto, erano chiamati invece a pagare 56.128,05 euro ciascuno.
In appello quelle cifre vengono ulteriormente decurtate. Decisiva è stata una norma, abrogata ormai da dieci anni, ‘scovata’ dal difensore di Monica Segatto, Eugenio Pini. Si tratta di un indulto per i danni erariali, applicabile nei casi in cui le condotte dei responsabili non siano dolose e non ci sia stato un illecito arricchimento. L’unico dubbio riguardava l’applicabilità di una norma in vigore fino al 31 dicembre 2005. “I giudici – osserva Pini – hanno giustamente rilevato che il fatto da cui è nata la condotta che porterà al danno per lo Stato (la morte di Federico, ndr) risale al settembre del 2005, quindi in un momento in cui tale previsione era cogente”.