Supplicanti. L’aiutino per un posto di lavoro, anzitutto. Ma anche, nella linea discendente della raccomandazione come utilità marginale e certezza sempiterna del potere che elargisce agli amici, per il trasferimento del figliolo, spesso poliziotto, dal nord al sud, o anche per la promozione del figliolo, per l’esame all’università della figliola, o soltanto per avere un favore, persino di quelli minuti e tristi. Nel fascicolo dei suoi dodici anni da parlamentare del Pci-Pds (luglio1987/aprile 1999) Carmine Nardone ha ritrovato le perorazioni, le segnalazioni, i bisogni veri e finti di una umanità sempre ricca di sofferenze, sempre in credito verso lo Stato. Molte volte purtroppo bugiarda, poche volte invece sincera. Nardone le ha contate: sono ventimila giunte a lui, a volte col suo nome associato ad altri destinatari, e le ha suddivise tra quelle buone e quelle cattive. “Il 25 per cento rappresenta denunce di abusi subiti, diritti negati, bisogni essenziali travisati o rigettati. Il restante 75 per cento invece è il sunto dell’italiano medio. Ci sono richieste di tutti i tipi, molte volte ragionevoli, altre veramente sfrontate. In quest’ultimo spicchio hanno un peso particolare i supplicanti “ossessivi”, coloro che vivevano nell’anticamera del potere.
“Io ricevevo gli elettori della mia terra, Benevento, nella federazione del Pci, com’era costume. Mi occupavo di agricoltura e dunque le visite più fruttuose erano con chi conosceva la durezza di quella fatica. Erano poveri, spesso oggetto delle angherie di un sistema che invece di sostenerne la crescita e la speranza li costringeva a produrre carte, li faceva ammattire con richieste che non capivano (memorabile un contadino che si vide autorizzato dall’Aima, l’istituto che distribuiva gli aiuti in agricoltura, all’allevamento di 6,36 vacche. Erano più di sei ma meno di sette!). Nondimeno si presentavano alcuni professionisti della raccomandazione. Facevano il giro delle quattro chiese. Frase tipica: Non ho mai chiesto niente”.
Nell’archivio di Nardone sono finite figure di ogni tipo con richieste di ogni tipo ed esiti, come vedremo, imprevedibili. “Un giorno si presenta una famigliola: marito, moglie e figlia. Chiedono a mia madre anziana di intercedere e anticipare a me la loro visita. “È brava gente, aiutali se puoi”, mi dice mamma. Li ricevo in casa e il papà mi spiega il problema: sua figlia deve affrontare un difficile esame all’università, se avessi potuto parlarne col professore… Rispondo che così avrebbero fatto del male proprio alla loro amata fanciulla, e comunque no. Prima di salutarli scambio due parole con la ragazza che sorprendentemente mi rivela di essere in imbarazzo per la sfrontatezza dei genitori. La invito a studiare e a restare tranquilla”. Passano dei giorni, mia madre mi dice che le ha appena fatto visita la coppia lasciandomi una scatola di cioccolatini, ringraziandomi perché la loro figlia ha superato l’esame. Apro la scatola e trovo delle banconote. Li convoco dicendo loro che non sarei andato dai carabinieri a sporgere denuncia ma devono ritirare immediatamente scatola e banconote e non farsi vedere più. Quella coppia nemmeno per un minuto ha immaginato che il merito della promozione fosse esclusivamente della loro figlia, frutto del suo studio. Ostinati nella fede della raccomandazione, ancor di più se benedetta dalla tangente”.
Nardone aveva un metodo infallibile per valutare la caratura della richiesta. Se era una denuncia di una sopraffazione, o l’esigenza vera di un bisogno, gli elettori venivano in gruppo. Salvo casi isolati di singoli con particolari condizioni (parente disabile, indigenza assoluta), la predizione dell’esito del colloquio atteso dipendeva spesso dal numero delle persone che entravano in stanza. Da questi colloqui sono nate 1160 interrogazioni parlamentari, di cui 350 come primo firmatario. L’angoscia quotidiana per un deputato, specialmente se del Sud, era far fronte alle richieste di trasferimento dei dipendenti pubblici. “Postini, impiegati, soprattutto poliziotti. La fila sembrava non aver mai fine. O volevano trasferirsi dal nord, alcune volte avendone titolo, molte altre no, oppure volevano entrare in Polizia, nell’Esercito, nei Carabinieri. In questo caso venivano accompagnati dai genitori o meglio, i genitori venivano in assenza del figlio per chiedere un aiuto e il posto di lavoro fisso. Bene, delle centinaia di richieste io ne ho segnata solo una che avesse davvero necessità e urgenza. Un papà aveva la figlia in stato vegetativo qui a Benevento e non riusciva a ottenere il trasferimento. Una vergogna”.
Nella top ten delle richieste Nardone iscrive quella dei poliziotti che chiedevano una spintarella per entrare nei servizi segreti. “Una vera mania”. In una terra totalmente “mastellata”, cuore degli interessi di Clemente Mastella, allora potente e incisivo portabandiera democristiano, e teatro stabile del suo elettorato, i sanniti non rinunciavano a spingersi anche nelle meno amate sponde dell’opposizione comunista. “Inauguravano l’incontro con: volevo andare da tizio, cioè un altro parlamentare, ma ho preferito voi. In realtà facevano il giro completo delle segreterie politiche, una sorta di pesca a strascico. Era il rifiuto dello Stato di diritto, e la raccomandazione veniva avanzata per soddisfare persino l’esigenza più banale: un esame diagnostico, un ricovero, un certificato al municipio. Non conoscevano altro che la questua, e non avevano altra postura che la schiena curva”. “Non ero certo il parlamentare più gettonato per questo tipo di traffici. Per impotenza o per mia scelta non importava. Questa voce almeno mi aiutava a non trovarmi frotte di supplicanti, perché nessuno vuol perdere tempo col politico che non ti aiuta. Eppure oggi mi trovo a contare le richieste ricevute: sono ventimila, uno sproposito. Una benedizione quando vedevi gente integra, e un mal di testa con quegli altri. Un’ansia, una fatica, un imbarazzo quotidiano. Posso dirlo? Un lavoro usurante”.
Da Il Fatto Quotidiano del 06/01/2016
Politica
Raccomandazioni, l’esercito dell’aiutino: ’20mila richieste in 12 anni da onorevole’
Il racconto di Carmine Nardone, parlamentare del Pci-Pds dal 1987 al 1999: tra preghiere di trasferimenti, promozioni, favori, esami all'università, alla porta della sua casa di Benevento bussavano in tantissimi. Un bestiario della spintarella che descrive un fenomeno tutto italiano
Supplicanti. L’aiutino per un posto di lavoro, anzitutto. Ma anche, nella linea discendente della raccomandazione come utilità marginale e certezza sempiterna del potere che elargisce agli amici, per il trasferimento del figliolo, spesso poliziotto, dal nord al sud, o anche per la promozione del figliolo, per l’esame all’università della figliola, o soltanto per avere un favore, persino di quelli minuti e tristi. Nel fascicolo dei suoi dodici anni da parlamentare del Pci-Pds (luglio1987/aprile 1999) Carmine Nardone ha ritrovato le perorazioni, le segnalazioni, i bisogni veri e finti di una umanità sempre ricca di sofferenze, sempre in credito verso lo Stato. Molte volte purtroppo bugiarda, poche volte invece sincera. Nardone le ha contate: sono ventimila giunte a lui, a volte col suo nome associato ad altri destinatari, e le ha suddivise tra quelle buone e quelle cattive. “Il 25 per cento rappresenta denunce di abusi subiti, diritti negati, bisogni essenziali travisati o rigettati. Il restante 75 per cento invece è il sunto dell’italiano medio. Ci sono richieste di tutti i tipi, molte volte ragionevoli, altre veramente sfrontate. In quest’ultimo spicchio hanno un peso particolare i supplicanti “ossessivi”, coloro che vivevano nell’anticamera del potere.
“Io ricevevo gli elettori della mia terra, Benevento, nella federazione del Pci, com’era costume. Mi occupavo di agricoltura e dunque le visite più fruttuose erano con chi conosceva la durezza di quella fatica. Erano poveri, spesso oggetto delle angherie di un sistema che invece di sostenerne la crescita e la speranza li costringeva a produrre carte, li faceva ammattire con richieste che non capivano (memorabile un contadino che si vide autorizzato dall’Aima, l’istituto che distribuiva gli aiuti in agricoltura, all’allevamento di 6,36 vacche. Erano più di sei ma meno di sette!). Nondimeno si presentavano alcuni professionisti della raccomandazione. Facevano il giro delle quattro chiese. Frase tipica: Non ho mai chiesto niente”.
Nell’archivio di Nardone sono finite figure di ogni tipo con richieste di ogni tipo ed esiti, come vedremo, imprevedibili. “Un giorno si presenta una famigliola: marito, moglie e figlia. Chiedono a mia madre anziana di intercedere e anticipare a me la loro visita. “È brava gente, aiutali se puoi”, mi dice mamma. Li ricevo in casa e il papà mi spiega il problema: sua figlia deve affrontare un difficile esame all’università, se avessi potuto parlarne col professore… Rispondo che così avrebbero fatto del male proprio alla loro amata fanciulla, e comunque no. Prima di salutarli scambio due parole con la ragazza che sorprendentemente mi rivela di essere in imbarazzo per la sfrontatezza dei genitori. La invito a studiare e a restare tranquilla”. Passano dei giorni, mia madre mi dice che le ha appena fatto visita la coppia lasciandomi una scatola di cioccolatini, ringraziandomi perché la loro figlia ha superato l’esame. Apro la scatola e trovo delle banconote. Li convoco dicendo loro che non sarei andato dai carabinieri a sporgere denuncia ma devono ritirare immediatamente scatola e banconote e non farsi vedere più. Quella coppia nemmeno per un minuto ha immaginato che il merito della promozione fosse esclusivamente della loro figlia, frutto del suo studio. Ostinati nella fede della raccomandazione, ancor di più se benedetta dalla tangente”.
Nardone aveva un metodo infallibile per valutare la caratura della richiesta. Se era una denuncia di una sopraffazione, o l’esigenza vera di un bisogno, gli elettori venivano in gruppo. Salvo casi isolati di singoli con particolari condizioni (parente disabile, indigenza assoluta), la predizione dell’esito del colloquio atteso dipendeva spesso dal numero delle persone che entravano in stanza. Da questi colloqui sono nate 1160 interrogazioni parlamentari, di cui 350 come primo firmatario. L’angoscia quotidiana per un deputato, specialmente se del Sud, era far fronte alle richieste di trasferimento dei dipendenti pubblici. “Postini, impiegati, soprattutto poliziotti. La fila sembrava non aver mai fine. O volevano trasferirsi dal nord, alcune volte avendone titolo, molte altre no, oppure volevano entrare in Polizia, nell’Esercito, nei Carabinieri. In questo caso venivano accompagnati dai genitori o meglio, i genitori venivano in assenza del figlio per chiedere un aiuto e il posto di lavoro fisso. Bene, delle centinaia di richieste io ne ho segnata solo una che avesse davvero necessità e urgenza. Un papà aveva la figlia in stato vegetativo qui a Benevento e non riusciva a ottenere il trasferimento. Una vergogna”.
Nella top ten delle richieste Nardone iscrive quella dei poliziotti che chiedevano una spintarella per entrare nei servizi segreti. “Una vera mania”. In una terra totalmente “mastellata”, cuore degli interessi di Clemente Mastella, allora potente e incisivo portabandiera democristiano, e teatro stabile del suo elettorato, i sanniti non rinunciavano a spingersi anche nelle meno amate sponde dell’opposizione comunista. “Inauguravano l’incontro con: volevo andare da tizio, cioè un altro parlamentare, ma ho preferito voi. In realtà facevano il giro completo delle segreterie politiche, una sorta di pesca a strascico. Era il rifiuto dello Stato di diritto, e la raccomandazione veniva avanzata per soddisfare persino l’esigenza più banale: un esame diagnostico, un ricovero, un certificato al municipio. Non conoscevano altro che la questua, e non avevano altra postura che la schiena curva”. “Non ero certo il parlamentare più gettonato per questo tipo di traffici. Per impotenza o per mia scelta non importava. Questa voce almeno mi aiutava a non trovarmi frotte di supplicanti, perché nessuno vuol perdere tempo col politico che non ti aiuta. Eppure oggi mi trovo a contare le richieste ricevute: sono ventimila, uno sproposito. Una benedizione quando vedevi gente integra, e un mal di testa con quegli altri. Un’ansia, una fatica, un imbarazzo quotidiano. Posso dirlo? Un lavoro usurante”.
Da Il Fatto Quotidiano del 06/01/2016
Articolo Precedente
Paolo Sylos Labini, un maestro che ha lottato contro la menzogna e l’indifferenza
Articolo Successivo
M5S e camorra, Pd all’attacco: “Vertici in silenzio su Quarto”. La replica: “Fate ridere, avete sostenuto De Luca”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Cronaca
Papa Francesco, la Sala stampa del Vaticano diffonde la prima foto dal giorno del ricovero. L’Angelus: “Sto affrontando periodo di prova”
Mondo
Ucraina, l’inviato Usa: “Distanze ridotte tra Russia e Kiev”. Zelensky cambia il capo di Stato Maggiore e annuncia il missile Long Neptune: può colpire Mosca
Mondo
Israele, Netanyahu licenzia il capo dei servizi interni: “Mancanza di fiducia”. Ma lui: “Ragioni politiche”
Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.