"Bisogna fare presto", aveva detto il viceministro Enrico Morando. Ma la stesura è difficoltosa perché se si privilegiano i casi dei clienti più esposti c'è il rischio di ricorsi che finirebbero sul tavolo della Consulta. In più c'è da capire come l'Anac dovrà coordinarsi, nella gestione degli arbitrati, con Bankitalia e Consob. Responsabili della mancata vigilanza
Come da copione, si allungano i tempi per il varo dei decreti che devono fissare i criteri per i rimborsi agli obbligazionisti subordinati di Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti. La legge di Stabilità, in cui sono stati stanziati 100 milioni di euro per rimborsare parzialmente chi è stato truffato e ha comprato i bond senza conoscerne i rischi, prevede che le norme attuative con i dettagli su come “selezionare” chi verrà indennizzato e la nomina degli arbitri siano emanati entro 90 giorni. Ma nei giorni scorsi il viceministro Enrico Morando aveva detto che “bisogna fare presto”. Peccato che, secondo Il Messaggero, la deadline di fine gennaio che informalmente era stata fatta filtrare in queste settimane sia a rischio. E appaia sempre più probabile che l’attesa dei risparmiatori raggirati debba continuare fino a febbraio.
La stesura dei decreti infatti procede a rilento perché la partita, rileva il quotidiano romano, “sfiora anche profili costituzionali“. Il fatto è che dare una corsia preferenziale ai casi più “gravi” – per esempio chi ha investito meno di 100mila euro pari a più del 50% del suo patrimonio, come ventilato dal presidente delle new bank Roberto Nicastro – dal punto di vista giuridico non avrebbe senso e violerebbe il principio dell’uguaglianza di trattamento. Ma la coperta è corta: i 100 milioni del Fondo di solidarietà bastano per coprire solo le perdite di circa 2.500 persone, se si considerano appunto quelle più esposte. E resta da vedere se andrà in porto l’ipotesi di di destinare ai rimborsi anche una parte dei soldi ricavati dalla cessione dei crediti deteriorati delle bad bank.
In più occorre capire come dovranno coordinarsi la camera arbitrale dell’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone e l’accoppiata Bankitalia–Consob: pur responsabili di non aver vigilato in modo adeguato né messo in guardia in risparmiatori, appare sempre più probabile che saranno chiamate ad affiancare gli uomini dell’Anac che del resto non hanno specifiche competenze bancarie e finanziarie.