Nato a Torino 33 anni fa, Matteo Cipriani si è trasferito a Kunming nel 2014. Laureato al Dams di Torino, ha lavorato anche per Dario Argento, Saverio Costanzo, Ficarra e Picone. Ma il clima di rassegnazione nel nostro paese lo ha portato a proporsi alle università cinesi dopo avere studiato la lingua da autodidatta. E' stato contattato dalla Yunnan Art University ed è partito
“In Italia a trent’anni ero ancora considerato il ragazzino che doveva imparare, ma io avevo più di dieci anni di esperienza nel mio settore”. Martino Cipriani si racconta da Kunming, città nel sud-est della Cina, dove si è trasferito nell’agosto 2014.
Nato a Torino 33 anni fa, ha cominciato fin da giovanissimo a lavorare dietro le quinte dei teatri: “Ho seguito le orme di mio padre, che fa il light designer, e appena maggiorenne ho iniziato la mia gavetta”, racconta. Martino, però, non si è limitato alla progettazione delle luci, ma ha deciso di esplorare nuovi territori: “Dopo quattro anni sono diventato segretario di produzione e location manager per il cinema, lavorando per Dario Argento, Saverio Costanzo, Ficarra e Picone, Eugene Green e molti altri”, ricorda.
E intanto, nei ritagli di tempo, si dedicava agli studi: “Ho preso una laurea al Dams di Torino in Analisi del pubblico e del mercato cinematografico con il massimo dei voti”, spiega. Ma le pause tra la lavorazione di un film e un altro erano anche l’occasione per fare lunghi viaggi. Ed è così che Martino si è innamorato dell’Asia: “Prima la Thailandia, poi la Cina – ricorda -, dentro di me sentivo che prima o poi sarei finito a vivere qui”.
D’altronde i motivi per lasciare l’Italia non mancavano. “Ho sempre lavorato molto, anche perché sono un tipo che si dà da fare – spiega -, ma negli ultimi tempi mi sentivo bloccato, nel mondo dello spettacolo è difficile salire di grado”. Il clima di rassegnazione e pessimismo che si respira da noi ha fatto il resto: “Tre anni fa ho iniziato a studiare cinese quasi da autodidatta e dopo un anno ho preso contatti con varie università, proponendomi come insegnante”, racconta. Le risposte sono arrivate presto: “Mi hanno contattato dalla Yunnan Art University – ricorda -, e mi hanno offerto due cattedre, una in Storia del cinema occidentale e l’altra in Comunicazione visiva”.
Martino non ci ha pensato su due volte e ha fatto le valigie: “Era una cosa che volevo fare da anni, ma non mi decidevo mai”. Non è un caso che la sua scelta sia ricaduta su questa regione poco conosciuta della Cina: “Ho preferito evitare le metropoli e ho cercato un posto con un clima decente – ammette -, infatti questa zona è meno inquinata rispetto al resto del Paese”. A Kunming Martino vive a stretto contatto con la popolazione locale: “Il mio approccio alle cose è molto radicale – prosegue -. Sono venuto qui per vivere come un cinese e frequento solo le persone del posto”.
Una rivoluzione che va dall’alimentazione allo stile di vita. Ma gli inizi non sono stati facili: “Sono arrivato pieno di entusiasmo, ma comunque in Cina sei tu che devi adattarti, non è un Paese che si adatta a te”. A questo si aggiungono le difficoltà della lingua: “All’inizio nei miei corsi avevo l’interprete, ma ora in quelli più pratici sono direttamente io a comunicare con i ragazzi”, racconta. E non è mancata una certa diffidenza iniziale: “Questa non è Shanghai, qui non sono abituati a rapportarsi con lo ‘straniero’ – ammette -, quindi devi fare un grandissimo sforzo per superare le loro barriere”.
Con i suoi studenti, però, l’approccio è stato più semplice: “I ragazzi dopo un mese di lezione si sciolgono – ammette -, mentre gli adulti sono meno portati a coltivare relazioni esterne”. Per questo la Cina non è un paese per tutti: “Bisogna avere un grande spirito di adattamento – precisa -, e a chi viene qui consiglio di non chiudersi in queste bolle di espatriati occidentali, ma di sposare la nuova cultura”. Affetti a parte, Martino non sente molta nostalgia dell’Italia: “Sono molto felice della mia scelta – spiega – e tornerò solo quando inizieranno ad ascoltare seriamente i miei progetti”.