La decisione del gup di Roma, l'accusa riguarda una presunta tangente da Salvatore Buzzi. Alla Vigilia di Natale la scarcerazione in seguito a un errore di trascrizione. "Ricorrerò in appello". Due anni e 4 mesi all'ex consigliere comunalie Cd Caprari. Quattro patteggiamenti nel filone della coop La cascina
L’ex assessore Pd del Comune di Roma Daniele Ozzimo è stato condannato dal gup Alessandra Boffi a due anni e due mesi nell’ambito del processo a Mafia Capitale. Ozzimo è accusato di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. La sentenza è relativa a una presunta tangente che l’ex assessore avrebbe ricevuto dall’imprenditore Salvatore Buzzi. L’ex assessore era stato scarcerato la vigilia di Natale dopo che, al processo, era emerso un errore di trascrizione che stravolgeva il senso delle parole pronunciate dallo stesso Buzzi in un’intercettazione. Ma l’accusa di corruzione è rimasta in piedi. Condannato, a due anni e quattro mesi, anche l’ex consigliere comunale di Centro Democratico, Massimo Caprari.
“Me lo aspettavo perché si sa come vanno a finire queste cose in questo Paese. Siamo pronti a presentare ricorso in Appello”, ha commentato Ozzimo.
Gli altri giudizi di colpevolezza hanno riguardato i fratelli Tommaso e Gerardo Addeo, entrambi collaboratori di Luca Odevaine, a un anno e dieci mesi ciascuno, nonché Paolo Solvi, collaboratore di Andrea Tassone, ex presidente del municipio X di Ostia, che ha avuto due anni e due mesi.
Il gup Boffi ha anche definito i quattro patteggiamenti – sempre per corruzione – che erano stati richiesti da ex dirigenti della cooperativa. Francesco Ferrara ha avuto due anni e 8 mesi, mentre per Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita la pena è di due anni e sei mesi ciascuno.