“Paese a cultura occidentale e di profonda tradizione cristiana. Chi non intende rispettare la cultura e le tradizioni locali è invitato ad andarsene”. Sui cartelli No Islam (e non solo) di Pontoglio interviene anche la Prefettura di Brescia, da sempre critica sull’iniziativa del sindaco Alessandro Seghezzi. Il Comune di Pontoglio dal canto suo fa sapere che l’unica lettera pervenuta sino ad ora è quella datata al 24 dicembre, nella quale il prefetto Valerio Valenti, spiega come i cinque cartelli non rispetterebbero gli articoli stradali 39 e 134 del Codice della strada.
In particolare sotto accusa è la tipologia della segnaletica. Il cartello marrone infatti è esclusivamente riservato a indicazioni di carattere turistico. Nella notte tra il 26 e il 27 dicembre ignoti avevano imbrattato due dei cinque cartelli posti ai confini del paese bresciano. Sull’episodio indaga la Digos di Brescia, anche se l’immediata pulizia da parte di alcuni cittadini ha fatto capire come la scelta del sindaco sia stata comunque condivisa dalla comunità locale, nonostante non siano mancate alcune proteste.
All’interno della stessa giunta bresciana si sarebbe formata una spaccatura, in quanto il vice sindaco Jacopo Marchetti si è dichiarato in disaccordo con la scelta del primo cittadino e più volte avrebbe manifestato la richiesta di rimuoverli. Nel frattempo, alle critiche del prefetto si è unita anche la reazione da parte dell’onorevole Luigi Lacquaniti del Partito Democratico che poco prima di Natale aveva presentato un’interpellanza in Parlamento. “Viviamo in una società multietnica e il futuro del nostro Paese è nell’integrazione non nella chiusura”, aveva detto il deputato. Ora, se il sindaco non dovesse rimuovere i cartelli la parola dovrebbe passare direttamente al Ministero.