Una “fabbrica di esplosivi” dove vennero confezionate le cinture esplosive servite per il massacro di Parigi rivendicato dall’Isis. E un “covo” dove ha trovato rifugio Salah Abdeslam subito dopo gli attacchi e prima di sparire dai radar degli investigatori. La Procura federale belga è convinta di aver scoperto una delle possibili basi servite ai terroristi per pianificare gli attentati del 13 novembre. Si tratta di un appartamento di Schaerbeek, quartiere di Bruxelles, affittato sotto falso nome da un sospetto attualmente in custodia. Intanto l’allerta terrorismo rimane altissima in Belgio dove si teme un attentato per il prossimo 15 gennaiodata simbolo perché un anno fa esatto vennero uccisi durante un blitz esponenti della cellula di Verviers che voleva colpire Bruxelles dopo la strage di Charlie Hebdo.

All’interno del covo a Schaerbeek la polizia ha trovato tracce di esplosivo TATP, tre cinture esplosive fatte a mano e l’impronta digitale del principale sospettato degli attentati ancora ricercato. Nell’ambito delle indagini aperte dopo gli attacchi di Parigi, la procura ha confermato oggi di aver scoperto il materiale e la traccia di Salah Abdeslam durante una perquisizione del 10 dicembre scorso al terzo piano di un palazzo in rue Henri Bergé, a Schaerbeek. I detonatori sarebbero stati applicati agli ordigni in un hotel vicino Parigi, a Alfortville, dove Salah Abdeslam aveva prenotato due stanze. La scoperta avalla maggiormente l’ipotesi degli inquirenti che gli attentati del 13 novembre siano stati pianificati nella capitale belga. Secondo le indagini, dopo essere tornato a Bruxelles in auto all’alba del 14 novembre, grazie a due complici poi arrestati che lo avevano lasciato vicino allo stadio di Heysel, Salah è stato prelevato da Ali Oulkadi, attualmente detenuto, che lo ha poi lasciato a Schaerbeek, dove è stato individuato il ‘covo’, che per gli inquirenti era una vera e propria “fabbrica di esplosivi“.

A parlare invece di un possibile attacco il prossimo 15 gennaio è il procuratore federale Frederic van Leeuw in un’intervista a Le Soir, spiegando che i servizi hanno preso in esame uno scenario di questo genere: “Teniamo conto di questa data simbolica, i terroristi cercano sempre simboli”. Lo scorso anno – subito dopo gli attacchi al settimanale satirico francese – le forze speciali misero a segno un’operazione con blitz in varie città contro una cellula di presunti terroristi appena rientrati dalla Siria.

A Verviers, non lontano da Liegi, tre sospetti che si trovavano all’interno di una panetteria aprirono il fuoco contro le forze dell’ordine che risposero uccidendo due persone e ferendo la terza. Secondo gli inquirenti i tre stavano preparando un attentato proprio contro le forze dell’ordine. Secondo gli inquirenti a capo della cellula c’era Abdelhamid Abaaoud, una delle principali menti degli attacchi di Parigi e amico di Salah Abdeslam, ucciso durante il blitz della polizia francese a Saint-Denis. Abaaoud raccontò a un amico che dopo l’operazione contro la sua cellula riuscì ugualmente a entrare in Siria beffando le polizie e i servizi segreti di mezzo mondo. Anche Ayoub al-Qahzzani, 26enne marocchino che lo scorso 21 agosto ferì tre persone a colpi di kalashnikov a bordo del treno Amsterdam-Parigi, apparteneva al gruppo di Verviers.

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