A trenta ora dalla scadenza per la formazione del governo, il presidente uscente abbandona a favore del sindaco di Girona, riunendo le forze autonomiste e scongiurando il voto anticipato. E resta la promessa: "Entro 18 mesi saremo uno Stato indipendente"
Vuelta de tuerca alla catalana: colpo di scena. A meno di 30 ore dalla scadenza per la formazione del governo alla guida della regione spagnola, Artur Mas si defila. La coalizione di Junts Pel sí e la sinistra anticapitalista della Cup (Catalunya d’Unitat Popular) raggiungono in extremis un accordo, dopo ore di negoziazione dell’ultimo minuto. Il presidente uscente della Generalitat abbandona a favore dell’attuale sindaco di Girona, e collega di partito, Carles Puigdemont. “Andare di nuovo al voto non sarebbe la cosa migliore, ma la peggiore” ha chiarito.
Mas si è presentato davanti alla stampa al Palau della Generalitat per chiarire il suo futuro politico dopo che Junts pel Sì e la Cup hanno annunciato l’accordo. “Per me si tratta di una decisione dolorosa, ma sono molto tranquillo. E convinto di quello che sto facendo”, ha detto. “Ho fatto un passo indietro e da domani non sarò più il candidato di Junts pel Sì”. Poi ha aggiunto: “Domattina il Parlamento catalano nominerà, alla prima votazione, come nuovo presidente il candidato che io ho proposto dentro al mio gruppo. E questo candidato è Carles Puigdemont”. Il nuovo candidato da parte sua, affida la sua prima dichiarazione a twitter: “Abbiamo un progetto in fieri, ben orientato e solido. Tutti siamo chiamati, tutti serviamo. Grazie presidente, per essere leader”.
L’accordo, ha spiegato Mas, ha “molti costi”, ma anche “molti benefici”. Tra i costi c’è non solo il suo “passo indietro” ma anche il riassetto del partito degli indipendentisti di sinistra della Cup: due deputati anticapitalisti passeranno infatti a far parte della coalizione di Junts pel Sì, cosa che permetterà al partito di Mas di assicurarsi la vittoria in aula, con il beneplacito della Cup: avrebbe 64 deputati contro 63 degli altri partiti. E appunto otto astenuti tra gli anticapitalisti.
“È un accordo che garantisce che il governo abbia forza e stabilità. Puigdemont ha ben chiaro il progetto del paese, sa che la Catalogna è una nazione ed ha promesso di creare uno Stato catalano”, ha ribadito Artur Mas in conferenza stampa, aggiungendo che il suo passo indietro non significa un abbandono della politica. “Prossima tappa, indipendenza!”, ricorda ai molti giornalisti riuniti. Come a dire che il progetto indipendentista, dopo tre mesi di tavole rotonde e fitte negoziazioni, resta più saldo di prima. L’obiettivo insomma continua ad essere quello di fare della Catalogna uno stato indipendente nei prossimi 18 mesi.
L’abbandono di Mas costituisce un cambio radicale nella strategia degli indipendentisti e uno scenario che finora era stato sempre scartato. Proprio giovedì sera Mas infatti aveva assicurato in un’intervista a TV-3 che il processo nazionalista non poteva nascere da “veti ad personam” o “esclusioni”, facendo riferimento alla decisione della Cup di non appoggiarlo come candidato alla presidenza della Generalitat. Ma nel giro di 48 ore le cose sembrano capovolgersi. Mas ha fatto sapere che si tratta di un accordo “di tutti per tutti”.