Il Cnel, Consiglio nazionale di economia e lavoro, l’ente che il presidente del Consiglio ha deciso di chiudere, torna agli onori della cronaca. Questa volta per il generoso bonus concesso ad alcuni dirigenti. Quattro di questi rimasti in carica e che – secondo quanto ha riportato Il Messaggero – avrebbero goduto per l’anno appena terminato, di premi di produzione tra i 10 e i 16 mila euro. Intanto, a poco meno di un anno dalla sua possibile soppressione, tra dipendenti e manutenzione, l’ente continua a pesare sui contribuenti per sette milioni di euro l’anno. “L’attività è ridotta al minimo. I premi? Chiedete ai dirigenti”, conferma ai microfoni de ilfattoquotidiano.it il consigliere Gian Paolo Gualaccini. Michele Dau, a capo del dipartimento per l’attuazione del programma del Cnel, dichiara: “Le cifre sono tutte pubbliche sul nostro sito web. Si tratta di una porzione della retribuzione. I contratti dei dirigenti prevedono che una parte dei salari sia attribuita alla fine dell’anno tutta insieme, sulla base di obiettivi che vengono fissati all’inizi dell’anno. Diciamo che il nostro lavoro l’abbiamo fatto”. Gli obiettivi fissati? “Sono ordinari, non straordinari, a noi non si chiede di scalare l’Everest – risponde Dau -. Se gli obiettivi sono stati raggiunti lo stabilisce un organismo. Questo è un procedimento trasparente. Il Cnel un carrozzone? Credo proprio no, semmai un carrozzino“
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