Il capo della polizia: "La legge può essere migliorata, ma in questo momento è indispensabile che il Paese lanci segnali dissuasivi per far capire che gestiamo l'immigrazione con umanità, correttezza, ma anche rigore"
La legge che prevede il reato di clandestinità “va bene, ma può essere migliorata”: è “preferibile che venga riformato con un meccanismo che renda più agevole la gestione degli immigrati quando transitano per i nostri confini in maniera illegale”. A dirlo è il capo della polizia, Alessandro Pansa, che precisa che “allo stato attuale non è un grande problema”, ha aggiunto Pansa. La questione centrale, ha spiegato, è l’intasamento delle procure. “Il problema reale” “è dato dal fatto che intasa l’attività delle procure”. Tuttavia, secondo Pansa, “in questo momento è anche indispensabile che il nostro Paese lanci qualche segnale dissuasivo per far capire che noi gestiamo il fenomeno dell’immigrazione con umanità, con correttezza, con rispetto delle regole nazionali e internazionali, ma lo gestiamo con grande rigore. Quindi c’è l’opportunità di comunicare un po’ meglio questa trasformazione di questa norma che sicuramente è molto importante ai fini della percezione della sicurezza”. A Pansa risponde il segretario della Lega Nord Matteo Salvini: “Il capo della Polizia chiede di depenalizzare la clandestinità – scrive su facebook – Ma come mai la clandestinità è un reato efficace in mezza Europa e in mezzo mondo, e solo in Italia non si riesce ad applicarlo? Il capo della Polizia dovrebbe difendere i suoi uomini e gli italiani, invece di leccare le scarpe di Renzi: si dimetta!”. Pansa è diventato capo della Direzione centrale dell’immigrazione durante il governo Berlusconi bis, nel 2003, e nel 2010 – ministro Roberto Maroni – è diventato capo degli Affari interni del Viminale.
Secondo il capo della polizia “la radicalizzazione dei rapporti tra cittadini e gli stranieri nel nostro Paese non si sta spostando verso forme xenofobe vere o verso forme di arabofobia come sta avvenendo in altre parti dell’Europa”. Pansa aggiunge che “l’approccio che ritengo sia propedeutico ad una migliore interrelazione e quindi ad una possibilità di evitare che episodi così gravi accadano nel nostro Paese. Comunque la vigilanza sul territorio continua ad essere rafforzata, proprio per evitare che qualsiasi forma anche di singoli, piccoli episodi possa diventare un modello e ispirare anche altri a comportarsi allo stesso modo”. Il riferimento è anche a Colonia che però “preoccupa solo per il rischio emulazione”. “Siamo particolarmente attenti a questo fenomeno – aggiunge – e anche quello che è accaduto a Firenze è messo nella massima attenzione per verificare di che si tratta. Il tema della violenza di genere da parte della Polizia di Stato è un tema particolarmente sentito. Da tempo abbiamo istituito delle sezioni specializzate e seguiamo il fenomeno con un osservatorio specifico”.
“Purtroppo – ha aggiunto Pansa – il tema dello stalking e della violenza di genere oltre che essere un problema di sicurezza è un problema culturale, sul quale dobbiamo lavorare molto. Anche per questo con il nostro Osservatorio, anche con un circuito che abbiamo realizzato attraverso l’organizzazione delle squadre mobili e delle sezioni anticrimine, cerchiamo di portare questo messaggio anche nelle scuole, perché partendo dalle scuole si riuscirà ad apprezzare un pò meglio i meccanismi di democrazia anche nei rapporti di genere”.