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Banca Etruria, Boschi: “Dimettermi se mio padre viene indagato? No, indagine non è condanna”

Dimettermi se mio padre venisse indagato? Innanzitutto, lui, come qualunque altro cittadino, dovrebbe trovarsi un avvocato e seguire tutta la vicenda. Ma questo non avrebbe alcun impatto su di me: la responsabilità penale è personale e, soprattutto, un’indagine è un procedimento per verificare fatti, non è una sentenza di condanna. Lo dice la nostra Costituzione“. Così il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, ospite di Otto e Mezzo (La7), risponde a una domanda della conduttrice Lilli Gruber sulla vicenda di Banca Etruria, di cui suo padre è stato vicepresidente fino al commissariamento governativo. E aggiunge: “La cosa un po’ paradossale è che di tutta la complessità che sta vivendo in questa fase il sistema bancario italiano e che ha riguardato anche altre banche, si continui a parlare solo ed esclusivamente di Banca Etruria e questo perché è coinvolto mio padre. Io credo che mio padre sia una persona perbene. Ha svolto il suo incarico di vice presidente senza deleghe in un momento di difficoltà di quella banca, pensando di poter dare una mano e di fare il meglio che poteva fare. Su questo non ho dubbi”. Boschi poi sottolinea: “Come ho detto già in Parlamento, se mio padre ha delle responsabilità ovviamente dovrà pagare, come chiunque altro, senza favoritismi o differenze. Ricordiamo anche che mio padre ha già pagato, perché il nostro governo ha commissariato Banca Etruria: lui non è più vicepresidente e ha già pagato una multa di 144mila euro. Forse è anche uno dei pochi che ha pagato, se mi posso permettere. Però” – continua – “queste responsabilità vanno accertate dai tribunali, non possono essere discusse in trasmissioni televisive o dalle opposizioni, che, per carità, fanno il loro gioco politico parlando solo di Banca Etruria. Le capisco. Ma il governo è intervenuto su altre banche per salvaguardare i correntisti, i risparmi e i dipendenti di quelle banche”. Il ministro si pronuncia sulla mozione delle opposizioni di sfiducia all’esecutivo di Matteo Renzi: “Noi siamo molto tranquilli, il governo ha fatto quello che era giusto fare sulle banche ‘salvate’. Siamo intervenuti con urgenza nel rispetto delle regole europee su queste quattro banche, non si poteva fare altrimenti. Siamo intervenuti oggi perché chi ha avuto responsabilità di ministro in passato, peraltro anche ex banchieri come Passera, non è intervenuto. Se invece fosse intervenuto, forse oggi la situazione sarebbe stata diversa