Manifestanti nel cortile di palazzo Tursi. Slogan contro il sindaco Doria e il segretario del Pd Alessandro Terrile. "Non ce ne andiamo finché non ci verranno date garanzie"
“Da questo momento consideriamo il Comune di Genova occupato dai lavoratori dell’Ilva”. Dopo essere arrivati in corteo a palazzo Tursi, un centinaio di siderurgici è entrato in Municipio aprendo a spallate una delle porte di ingresso alla sala antistante l’aula del consiglio comunale. I dipendenti chiedevano di entrare per organizzarsi per la notte, visto che la loro protesta va avanti.
I manifestanti protestano perché, mentre l’Accordo di programma per l’area di Cornigliano prevede garanzie di reddito e occupazione per i lavoratori, da gennaio di quest’anno il Jobs Act riduce l’ammontare dei contratti di solidarietà (750 a rotazione per 1.600 dipendenti) dal 70 al 60% della retribuzione, e non si sentono garantiti dall’emendamento al decreto Ilva presentato dal deputato genovese del Pd Lorenzo Basso e approvato nei giorni scorsi dalle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera riunite in seduta congiunta.
In mattinata, circa 300 persone hanno occupato il cortile di palazzo Tursi, dopo che dallo stabilimento di Cornigliano è partito il corteo che inizialmente doveva recarsi in Prefettura. All’improvviso i manifestanti hanno compiuto una deviazione e sono entrati nel cortile del Municipio accendendo fumogeni, lanciando petardi e gridando slogan contro il sindaco Marco Doria e il segretario del Pd Alessandro Terrile. “Il Comune di Genova è attualmente occupato e non ce ne andremo fino a quando non ci verrà fornita non solo la data della convocazione del Collegio di vigilanza sull’accordo di programma ma anche adeguate garanzie”. Così Armando Palombo della Rsu Fiom Ilva.
Contestazioni con sputi e insulti per il segretario Pd all’uscita da palazzo Tursi, Terrile. Gli operai lo hanno inseguito fino a vico del Duca e lo hanno fermato. “Sono preoccupato come voi – ha spiegato Terrile circondato da un gruppo di manifestanti che chiedevano il rispetto dell’Accordo di programma -. Ciò che abbiamo fatto a Roma non risolve, ma una prima risposta la dà. Oggi avere il 70% è meglio di niente”. Affermazioni che hanno scatenato la rabbia dei lavoratori che hanno risposto con insulti e sputi.
I rapporti tra il Pd e i lavoratori dell’Ilva hanno subito un deterioramento a causa delle affermazioni fatte dal segretario del Pd che all’assemblea regionale del partito aveva detto alla platea dei delegati: “Non possiamo più permetterci di pagare con i soldi della riqualificazione di Cornigliano le integrazioni degli stipendi dei lavoratori dell’Ilva. Ed è l’ora di rivedere l’accordo di programma per garantire un futuro industriale e l’occupazione in quelle aree”.