124 immobili (5 milioni di euro il valore complessivo) e sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di tre anni e sei mesi a carico di Rocco Cristodaro, indagato insieme al fratello Domenico per associazione a delinquere
Ben 124 immobili confiscati (oltre a due autovetture e 38 conti bancari) e sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di tre anni e sei mesi a carico di Rocco Cristodaro. E’ l’esito della operazione condotta a carico di Rocco Cristodaro (47 anni) e del fratello Domenico (43 anni) – commercialisti con attività tra Milano e la provincia di Cremona, legati al clan Mangano – messa a segno oggi dalla Guardia di Finanza di Crema, congiuntamente ai carabinieri di Milano, su delega della Dda del capoluogo meneghino, che ha dato esecuzione al provvedimento emesso dal pm di Milano Fabio Roia.
Un provvedimento di confisca dell’imponente patrimonio dei due fratelli, stimato in 5 milioni di euro. Secondo le forze dell’ordine, il patrimonio immobiliare è stato creato con i soldi derivati dall’evasione fiscale, dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti e dal favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Si tratta di immobili confiscati tra Milano, Biella, Palazzo Pignano, Treviglio, Trescore Cremasco, Bagnolo Cremasco e Vaiano Cremasco. I particolari dell’operazione sono stati illustrati in mattinata durante una conferenza stampa tenutasi presso il comando provinciale dell’Arma dei carabinieri di via Moscova. Presente il tenente Naiqué Palla, comandante delle Fiamme Gialle di Crema, la quale ha espresso soddisfazione – ha detto a ilfattoquotidiano.it – “perché l’operazione di oggi conferma la bontà del sequestro messo a segno da noi oltre un anno fa”. Indagini che, ha sottolineato Palla, sono cominciate nel 2010 e si sono concentrate da subito su Rocco Cristodaro.
Il provvedimento di confisca ha recepito gli esiti degli accertamenti patrimoniali effettuati sui due fratelli, con l’individuazione di una fitta rete di prestanome e società utilizzate dai Cristodaro per “schermare un patrimonio immobiliare realizzato mediante ripetute condotte illegali”. Rocco Cristodaro, residente a Palazzo Pignano, e il fratello Domenico, residente a Milano, sono sospettati di essere i contabili della famiglia Mangano per il Nord Italia e di gestire i conti anche di Giuseppe Porto, ritenuto uomo di collegamento della mafia a Milano. I due fratelli non sono nuovi alle forze dell’ordine, anzi: questa confisca arriva dopo mesi di attività investigative che erano sfociate già, il 15 luglio 2014, in un sequestro di beni a carico dei due fratelli. Quasi tutti i beni sequestrati allora sono stati confiscati oggi (terreni, appartamenti e immobili). Tra questi c’è la Fazenda Rocco, a Palazzo Pignano, il cui terreno è stato confiscato sebbene la fazenda sia stata dissequestrata, e sul cui sito si legge che la “Fazenda Rocco nasce nel 2005 per volere di Rocco Cristodaro, che spinto dalla sua passione per i cavalli ha creato uno spazio immerso nel verde accessibile a tutti sia per divertimento che per eventi”. I due fratelli restano indagati per associazione a delinquere, ma è caduta l’accusa di stampo mafioso anche se il tribunale ha ribadito la contiguità dei due con esponenti di spicco della mafia milanese.
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