Comunque vada a finire (dimissioni o meno della sindaca Rosa Capuozzo), il caso Quarto è un problema molto serio per Grillo e il suo Movimento. Perché l’intera vicenda mette a nudo i limiti dei Cinquestelle. Uno innanzitutto: la selezione della sua classe dirigente. Soprattutto al Sud. Le pressioni, le intimidazioni, l’oscillare continuo della sindaca Rosa Capuozzo (mi ricattano o no? Denuncio o no?), mostrano tutta intera la fragilità del Movimento. Una entità politica in forte ascesa, appetibile, facilmente scalabile, quindi oggetto dei desideri di quegli ambienti che usano la politica e la conquista delle istituzioni per alimentare i loro sistemi di affari.
Quarto è una realtà importante della Campania, qui la camorra ha sempre avuto le mani sul Comune, così ci raccontano le inchieste giudiziarie e i tre scioglimenti per mafia. La camorra non si presenta solo con il volto truce di “Totonno ‘o chiavicone”, ma con la faccia pulita dell’imprenditore, di quel soggetto sociale che ha interesse ad avere buoni rapporti sia con la politica che con il boss che porta la calibro nove nelle mutande. Lui, l’uomo pulito e in blazer, dai modi affabili e dalla parlantina sciolta, sarà il primo a gridare contro i ladri, la sua voce tuonerà più forte di tutte le altre al grido di “onestà, onestà”, se ci sarà da gridare che “la camorra è una montagna di merda”, lui lo farà mettendosi in prima fila. La camorra è un fenomeno complesso, non è tutta uguale, non risponde a schemi precisi, la camorra è un animale in grado di cambiare pelle in continuazione e di adattarsi ad ogni situazione. Perché il suo unico obiettivo è la conquista e l’esercizio del potere sul territorio.
E’ questa complessità che il Movimento grillino non ha compreso, non avendo né la volontà, né gli strumenti per comprenderla. Perché Grillo e i suoi hanno affidato tutto alle “regole” del Movimento, alla “certificazione” di iscritti e candidati assegnando a “non statuti e “fede” una sorta di potere salvifico. Di tutto ciò, regole, certificati e soprattutto fede, la camorra se ne strafotte altamente. Fa tenerezza vedere la sindaca Capuozzo in lacrime, ma la lotta alla camorra è una cosa seria.
Governare dove ha imperato il “sistema” è una impresa terribile. Ci vogliono uomini e donne dal cuore d’acciaio, disposti a rischiare attacchi, infiltrazioni, tradimenti, delegittimazioni. Anche la pelle, purtroppo. Uomini e donne scelti non con un like al computer, ma frutto di una selezione durissima, scaturita da una meticolosa conoscenza e da una approfondita analisi del territorio.
Chi sono i boss che comandano? Chi i colletti bianchi che ne favoriscono il potere? Quali sistemi di interessi si muovono? Quali e quante le partite in gioco? Insomma, cose molto più impegnative di un banchetto. Roberto Fico e Luigi Di Maio queste cose le sanno? I due leader campani hanno mai contribuito, insieme ai loro attivisti di Quarto, a vivisezionare il territorio per capire? Probabilmente no. Tra pochi mesi si voterà a Napoli e il Movimento non ha ancora un candidato. E questo è il minimo. Ma Di Maio, Fico e gli altri, stanno riflettendo su qual è la partita in gioco? Su quali interessi si stanno mettendo in moto nella capitale del Sud? Hanno idea di quali ambienti si muovono dietro la candidatura per il centrodestra di Gianni Lettieri? Di quali giochi di potere si nascondono dentro il Pd dietro il sì o il no alla candidatura di Bassolino? Sanno della quantità enorme di soldi e di interessi che si muovono dietro il risanamento di Bagnoli e di Napoli Est? Parliamo di ceti sociali che si riposizionano, di interessi immobiliari, di aree sulle quali speculare per milioni di euro, di giornali e gruppi di pressione. Parliamo della mani sulla città degli anni 2mila.
Se il sindaco che il Movimento proporrà sarà il frutto di questa analisi (della quale, al momento non vi è traccia), bene. Altrimenti Grillo e i suoi faranno un’altra campagna di testimonianza, racimoleranno qualche voto in più dell’1,8% di quattro anni fa, ma avranno sciupato un’altra occasione. Buttato al vento altre speranze, altre energie positive e oneste che soprattutto al Sud hanno creduto nel Movimento e nella sua azione di pulizia e rinnovamento. Come a Quarto, dove forse si voterà di nuovo. E vinceranno gli altri. Quelli di sempre. Quelli che sanno come convivere con la camorra e il suo sistema.