Ivan Van Hove sta portando in scena a New York lo spettacolo teatrale scritto dal Duca Bianco: "Ci siamo visti in dicembre per la promozione. Quando siamo andati via è collassato. Lì ho capito che sarebbe stata l'ultima volta. Ma ha combattuto come un leone". A Londra centinaia di fan cantano sotto la sua casa. In Italia invece si è scelto di omaggiarlo con il silenzio
Un’icona della musica mondiale che però teneva alla sua privacy. David Bowie, infatti, aveva un cancro al fegato da un anno e mezzo ma l’ha voluto tenere nascosto. Il giorno dopo la morte del Duca Bianco sono cominciati a emergere i primi particolari sulle sue condizioni di salute negli ultimi anni. A rivelare queste informazioni è stato Ivan Van Hove, regista belga di Lazarus, lo spettacolo teatrale scritto da Bowie e dal commediografo Enda Walsh. “Ha continuato a combattere come un leone anche sul letto di morte – ha raccontato Van Hove all’Independent – Ho visto un uomo combattere come un leone e ha continuato a lavorare nonostante tutto. Ho un incredibile rispetto per tutto questo”. Il regista belga ha dichiarato di essere uno dei pochi a essere conoscenza della sua malattia da oltre un anno. L’ultimo incontro con Bowie è stato a dicembre durante la promozione dello spettacolo. “Quando siamo andati via è collassato – ha aggiunto Van Hove – E’ stato allora che ho capito che quella avrebbe potuto essere l’ultima volta che l’avrei visto”.
Lazarus è il titolo dello spettacolo ma è anche uno dei singoli dell’ultimo album di Bowie, Blackstar. In molti hanno pensato a una sorta di testamento dell’artista britannico: il testo parla di persone in difficoltà e già la prima strofa sembra presagire qualcosa: “Guardate lassù, sono in paradiso, Ho cicatrici che non possono essere/ Ho il dramma, che non può essere rubato/ Mi conoscono tutti ora”. Nel videoclip, invece, Bowie canta in un letto di ospedale con indosso una camicia da notte. Ma il tumore al fegato non è l’unico problema di salute degli ultimi anni di vita del Duca Bianco. “Non c’era solo cancro – ha affermato Wendy Leigh, l’autrice della biografia di Bowie pubblicata settembre 2014 – Come se questo non fosse già sufficiente ha avuto sei attacchi di cuore negli ultimi anni. L’ho saputo da una persona a lui molto vicina. Credo che per la moglie e i figli sia stato un duro colpo, ma lui li aveva preparati per questo momento, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno”.
Intanto oggi centinaia di suoi fan si ritrovati a Londra nel quartiere di Brixton il quartiere dove era nato Bowie 69 anni fa. La folla si è riunita sotto il grande murales e ha cantato i brani più celebri dell’artista: da ‘Space Oddity‘ a ‘Suffragette City‘. Molti di loro avevano il viso truccato come il Duca Bianco mentre altri hanno lasciato fiori, fotografie, candele e semplici messaggi di ricordo. Infine in un pub vicino alla casa del cantante è stata organizzata una festa improvvisata, chiamata “Let’s Dance” come il titolo di un suo singolo del 1983. Scelta opposta invece per i fan italiani: il giorno dopo la morte del loro idolo hanno deciso di stare in silenzio. La scelta è stata comunicata sul gruppo Facebook ‘David Bowie Fans Italia’: “Io vorrei che, in segno di rispetto per la scomparsa di Bowie, noi che lo abbiamo amato, apprezzato e seguito, osservassimo una giornata di Silenzio. Eventuali nuovi post verranno cancellati. Me ne scuso in anticipo con gli autori”. Omaggio infine alla conferenza stampa del Festival di Sanremo che si è aperta con la canzone “Little Wonder” di Bowie, che nel ’97 partecipò al Festival condotto da Mike Bongiorno.